[Diritto] traditi anche da topolino!!!
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Fri, 17 Jan 2003 13:04:24 +0100
Tanto per cambiare........non ho parole
vi posto questo significativo articolo di Riccardo Romani (corriere della sera del 17/1/03) e poi consiglio la correlata lettura dell'articolo sito al http://www.law.com/regionals/ca/opinions/stories/edt0313_schultz.shtml
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La Corte suprema Usa «allunga» l’esclusiva di venti anni. Protetti anche libri e film storici
Topolino resta alla Disney, prorogato il diritto d’autore
NEW YORK - Una decisione che è destinata a far discutere, una sentenza cui sono legati interessi per miliardi di dollari: l’ha presa la Corte Suprema degli Stati Uniti e consiste nel garantire un’estensione di vent’anni alla protezione governativa sui diritti d’autore. Ovvero la legge sul copyright. Si tratta di una manna per i giganti dell’intrattenimento, come a esempio la Walt Disney Corporate, che prima dell’udienza presso la Corte a Washington vedeva in pericolo centinaia di film, canzoni e libri di cui detiene i diritti. I nove giudici hanno deliberato con sette voti a favore e due contrari.
Il problema si era già posto cinque anni fa, quando migliaia di titoli rischiarono di diventare di pubblico dominio per la scadenza dei termini previsti dalla legge (film come «Via col vento» e «Casablanca», oppure i cartoni di Topolino, tutti prodotti degli anni Venti, Trenta e Quaranta). In quel caso era stato Sonny Bono, ex marito della cantante Cher (oltre che cantautore a sua volta) e senatore repubblicano in California, a promuovere l’estensione di 20 anni, guadagnando una vittoria parziale. Lì era iniziato l’iter legale che ha portato a questo verdetto definitivo. Erik S. Jaffe, avvocato che presentava il caso di annullamento di tale estensione, ha commentato laconicamente: «Questa è una vittoria per pochi e una grande sconfitta per il resto della gente. Coloro che dovranno sborsare anche parecchi soldi per usufruire di qualcosa che altrimenti sarebbe diventato disponibile a una cifra ragionevole».
L’avvocato Jaffe ha lavorato per decine di compagnie Internet che contavano di ricavare un profitto dalla liberalizzazione di tali copyright, facendo pubblicare sulla rete oltre ai più celebri personaggi nati dalla matita di Walt Disney anche i libri di Francis Scott Fitzgerald o pièce musicali come «Rapsodia in blu» di George Gershwin.
Il proprietario di una di queste compagnie, Eric Eldred, presente all’udienza, ha commentato: «È una decisione singolare: significa regalare al Congresso una licenza che permette di chiudere sotto chiave i diritti in modo perenne».
Il giudice Ruth Bader Ginsburg ha fermamente respinto questa tesi, e per allungare la vita al copyright si è rifatta a una legge del 1790, quando i diritti d’autore erano tutelati per 14 anni rinnovabili, e dove il termine massimo era a discrezione dei legislatori a ogni revisione. Il giudice ha aggiunto che in nessun modo tale decisione viola il Primo Emendamento, quello relativo alla libertà di espressione.
Duro il collega dissidente Stephen Breyer: «È piuttosto evidente il pericolo e la mancanza di beneficio per il pubblico. La sentenza è una minaccia».
Il giro di affari in mano ai detentori del copyright è di circa 400 milioni di dollari l’anno (più o meno la stessa cifra in euro). Tirano un sospiro di sollievo invece alla Disney, dove lungometraggi con Mickey Mouse protagonista, risalenti anche al 1928, rischiavano di diventare dominio di tutti. Michelle Bergman ha parlato a nome della compagnia: «È una decisione intelligente che servirà a garantire nuovi investimenti verso la creazione di nuovi lavori, per la gioia del nostro pubblico».
Capolavori come «Il mago di Oz», o canzoni come l’intramontabile «Happy birthday to you», finiscono quindi in cassaforte. Secondo i nuovi criteri, i diritti tutelano l’autore fino a 70 anni dopo la sua morte e fino a 95 anni se le opere sono in mano a una corporation. Come la Disney, appunto.
Alessandro A.