[Diritto] GPL e comodato d'uso

Francesco Potorti` diritto@softwarelibero.it
Mon, 14 Jul 2003 10:54:44 +0200


Mirko Maischberger:
>Non credo faccia differenza, se il software gpl che c'e` dentro non lo
>ha scritto personalmente e' comunque  una copia e non l'originale (che
>tra le altre cose e` difficile da definire).

Quando la GPL dice "una copia" non significa "una cosa che non è
l'originale ma una sua replica", per il semplice motivo che per il
software non esiste questo concetto.  Questo è ben chiaro agli estensori
della GPL, essendo uno dei motivi che hanno spinto alla nascita del
concetto di software libero, e chiarito in molti documenti FSF.  

In quel contesto, "una copia" significa "una delle copie che è possibile
effettuare di un programma, sia essa unica o meno".  Detto in altri
termini, "una copia" significa "un'istanza".

Davide Dozza:
>Non ho detto che B concede una licenza d'uso. Non credo, ma correggetemi 
>se sbaglio, che un dipendente che usa software comprato aziendalmente 
>riceva una licenza d'uso. La licenza d'uso e' concessa all'azienda che 
>acquista lo strumento.

Esatto, perché in questo caso non c'è distribuzione.  I dipendenti
dell'azienda non ricevono il proramma, lo usano per conto dell'azienda,
non hanno alcun diritto sul programma.  Vedi
<http://www.gnu.org/licenses/gpl-faq.html#InternalDistribution>.

Davide Dozza:
>Questo e' quello che ho in mente. Ossia, produco i router, non li vendo 
>ma li cedo *solo* in comodato d'uso gratuito mantenendo quindi la 
>proprietà dell'oggetto. Essendo proprietario di tutta la baracca mi 
>viene da dire che all'utente finale non ho l'obbligo di rilasciare i 
>sorgenti.

Questo non lo so.  Mi viene da dire che sarebbe un modo troppo semplice
per aggirare la GPL, ma la cosa più probabile credo che sia che la
risposta non è ovvia.  In tutta la gpl-faq non c'è un accenno
all'argomento, e sì che non credo che siamo i primi a porcelo.