[Diritto] Una 'roadmap' per un diritto d'autore equo

Lorenzo De Tomasi diritto@softwarelibero.it
Thu, 22 May 2003 23:33:53 +0200


on 21-05-2003 16:57, Simo Sorce at simo.sorce@xsec.it wrote:

> On Wed, 2003-05-21 at 15:50, Elena of Valhalla wrote:
>> Se questo capita dopo la morte dell'autore, beh, pace, ma se capita
>> durante la vecchiaia dell'autore, che magari ha passato una vita grama t=
ra
>> le ristrettezze economiche non e' molto bello nei suoi confronti fargli
>> vedere altre persone che si arricchiscono alle sue spalle; in questo mod=
o
>> si incentiva la produzione di opere "usa e getta" che possono andare ben=
e
>> per il mercato, ma un po' meno per la cultura.
>=20
> Il problema secondo me =E8:
> - quanto =E8 comune questa situazione?
> - quanto =E8 giusto per un possibile caso su un milione, bloccare tutto
> per la vita di una persona? 60-70-80 anni ...

Il problema secondo me invece =E8:
stiamo scrivendo questo 'piano sul copyright' perch=E9 venga preso in
considerazione o solamente come situazione ideale utopica?
Nel primo caso bisogna essere molto cauti con le richieste e puntare a
modificare le cose molto lentamente.
Ecco le mie proposte in questo senso:
- porre una durata minima del copyright a 14 anni, per garantire un guadagn=
o
ai suoi eredi nel caso in cui l'autore muoia prematuramente;
- porre una durata massima del copyright che coincida con la morte
dell'autore (ma in ogni caso per un minimo di 14 anni).
Ad esempio, nel caso in cui l'autore muoia nel 2000, il giorno stesso in cu=
i
mette il copyright sull'opera, il copyright durer=E0 ancora 14 anni, cio=E8 fin=
o
al 2014;
- mettere una microtassa annuale su tutte le opere, che obblighi gli autori
a riflettere sul fatto di renderle di pubblico dominio prima della sua
morte. Se pago un'euro per ciascuna opera ed ho il copyright su 25 opere,
dovr=F2 pagare 25 euro all'anno. Se valuto che 5 opere non mi renderanno pi=F9
nemmeno un centesimo, o disdico il copyright o non pago la tassa per 3 anni
e le opere diventano di pubblico dominio. Se mi rendono pi=F9 di un'euro
l'anno mi conviene pagare la tassa.


>> Pero' legalizzando in pratica l'"abandonware", in modo tale che un opera
>> che non assicura piu' grossi vantaggi economici al titolare dei diritti
>> non sia destinata all'oblio, sia che questo succeda dopo 1 anno dalla
>> pubblicazione che questo succeda dopo 20 (e credo che per il software
>> siano entrambe date possibili, in ambiti diversi)
>=20
> e come distingui l'abandon vero da quello incompreso  che fa il boom
> dopo 20 anni?
> Se l'autore =E8 ancora vivo dopo 20 anni un boom della sua opera non pi=F9
> ttelata, magari favorito dal fatto che ora =E8 liberamente fruibile, non
> pu=F2 che essere 1 un piacere personale per l'autore, 2 l'occasione di
> cogliere la palla al balzo e scrivere altro che avr=E0 necessariamente
> successo sull'onda del primo, quindi in realt=E0 questa situazione la vedo
> come un incentivo pi=F9 che come un danno.

Bell'esempio. Sempre pi=F9 persone diffondono un'opera liberamente, nella
speranza che venga apprezzata e conosciuta e quindi di cavalcarne l'onda de=
l
successo. Non sarebbe poi tanto male se fosse cos=EC. In quanto autore
valuterei la cosa come un investimento, come il fare l'universit=E0: investo
un periodo della mia vita e poi ne raccolgo i frutti. Sarebbe una
prestazione fatta per aprire la strada alla richiesta di nuove prestazioni.
Non =E8 poi da escludere che, col diffondersi di casi del genere la gente si
sensibilizzi e finanzi l'autore. Forse sono troppo ottimista, ma faccio
un'ipotesi:

Creo un'opera, il copyright termina e l'opera diventa di pubblico dominio e
ha successo. Tot editori Y la pubblicano guadagnando legalmente senza
pagarmi un centesimo. Alcune case editrici X potrebbero adottare la
filosofia: paghi l'opera un po' di pi=F9, ma finanzi l'autore. Quanta gente =E8
felice di dare i propri soldi ad un bravo autore, specie se =E8 stato
'sfigato'? Quanti comprano comunque i cd originali, quando potrebbero
comprarli pirata o scaricarli da internet? Quanti comprano le magliette
originali quando potrebbero comprarle identiche, ma tarocche?

Se poi le case editrici X adottassero la filosofia di pubblicare l'opera co=
n
materiale bonus originale dell'autore (con cui hanno l'esclusiva e di cui
detiene il copyright), sono convinto che il pubblico le preferirebbe alle
copie Y. =C8 solo questione di svegliarsi e inventare nuove soluzioni che
attraggano l'attenzione.

>>> Tieni conto che una durata limitata =E8 anche indispensabile per
>>> preservare, nella legalit=E0 le opere, e che comunque i diritti morali
>>> (che non decadono) danno sempre all'autore la possibilit=E0 di vietare ch=
e
>>> un'opera venga stravolta e utilizzata in modo da ledere l'autore.
>>=20
>> questa frase (la prima parte) non l'ho capita.
>>=20
>> Indendi dire che se il diritto d'autore dura troppo a lungo le opere
>> cadono nell'oblio?
>=20
> Se non le puoi copiare legalmente rischi che i supporti si deteriorino a
> tal punto da compromettere l'opera. I detentori dei diritti possono
> essere irragiungibili o disinteressi, o quant'altro.
> Ci sono molte opere cinematografiche a rischio proprio ora e proprio a
> causa del (C) di lunghezza assurda.

A questo ulteriore risvolto negativo non avevo mai pensato. :(

>> beh, ma allora ci sono, come ho scritto sopra, opere
>> che possono essere abbandonate dopo un anno e altre che rimangono valide
>> per 20 e piu', non mi sembra giusto per salvare le opere che fanno
>> guadagnare solo un anno limitare il diritto d'autore sulle altre di cosi=
'
>> tanto.
>=20
> io non vedo invece perch=E8, per pochissime opere che hanno "vita lunga"
> bisogna impedire che il resto delle opere finisca nel pubblico dominio e
> contribuisca alla crescita culturale del paese senza vincoli e
> lacciuoli.

La soluzione della microtassa di Lessig, rivista da me in questa e-mail, ha
proprio la finalit=E0 di ridurre il numero di opere che sono chiuse in
cassaforte pur non fornendo alcun guadagno all'autore; la proposta
garantisce comunque all'autore la possibilit=E0 di tenersi il copyright a
vita, anche se meno comodamente. Mi pare un buon compromesso.