[Diritto] Brevetto software e diritto d'autore

Stefano Maffulli diritto@softwarelibero.it
02 Oct 2003 10:24:39 +0200


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Come un muto che parla ad un sordo, non ci capiamo.  Sei a Milano?  Ci
vediamo a SMAU? sono al padiglione 11, L05 con la FSF Europe.

On Thu, 2003-10-02 at 10:04, Giustino Fumagalli wrote:
> In sostanza il brevetto nel software arriva dove il
> dda si ferma, a proteggere l'idea sovrastante, ma
> questa deve essere un'applicazione finita.. ed =E8 per
> questo che difficilmente =E8 applicabile ai singoli
> algoritmi..... che sono solo il mattone per arrivare
> ad un risultato compiuto.

Esempio pratico: un ricercatore di un istituto di ricerca ottiene un
brevetto su un metodo per la compressione digitale di onde sonore
attraverso calcoli iterativi finche` un certo valore viene raggiunto.

Aldila' della valutazoine dell'innovativita` dell'algoritmo in se,
questo algoritmo insieme ad altri permette di migliorare il modo di
trasportare e archiviare audio digitale.  Diventa "prodotto" nella forma
di vari lettori e registratori audio digitali... i quali devono
implementare in software gli algoritmi (tralasciamo il fatto che si
possono disegnare dei processori che implementano tutto in hw): se la
licenza di brevetto  e` onerosa e discrimina tra i destini di uso
(commerciale, non commerciale ecc) allora tale lettore/registratore non
potra` mai essere rilasciato con una licenza libera (o open source, sono
sinonimi per quanto riguarda la discussione in corso).

La somma dei brevetti intorno allo standard MPEG rende l'implementazione
dei prodotti impossibile se non prendendo accordi con i titolari dei
vari brevetti. =20

Il brevetto non copre il codice (lo so bene), il DDA copre il codice che
implementa tanti algoritmi, alcuni brevettati... Cosa debba coprire la
tua ipotesi di brevetti ancora non ce l'ho chiaro.  Parliamone di
persona se ne hai modo, perche` via mail non ci arriviamo :)=20

> Nota addizionale: anche il dda ha un limite, ed =E8
> l'applicazione della "massima efficenza", ovvero se io
> scrivo del codice implementando un algoritmo
> portandolo alla sua massima efficienza, siccome non
> lascia spazi all'implementazione altrui se non
> perdendo appunto in efficienza, tale algoritmo non =E8
> proteggibile.

Dimostrami che questo e` un male, per la societa` nel suo complesso (non
solo per qualche azienda) e saro` convinto sostenitore delle tue tesi!

Ovvero, dato che ci sono studi economici, prove pratiche ed empiriche
che smontano in buona parte le tue tesi, devi essere tu a dimostrarmi la
bonta` delle tue.  Portami studi economici _indipendenti_ che dimostrino
la sostenibilta` economica dei brevetti sulle idee astratte e posso
iniziare a cambiare idea.  Fino ad allora resto della mia opinione:
concordo con te che l'EPO sia un problema, ma la soluzione sta nel=20
riformare l'EPO, non nel riscrivere e allargare i criteri di cosa sia o
no brevettabile sanciti nella EPC.

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