[Diritto] Segnalazione testo su brevetto software
Simo Sorce
diritto@softwarelibero.it
Tue, 23 Sep 2003 01:46:11 +0200
On Sun, 2003-09-21 at 19:39, AvvMaX wrote:
> Mi scuso fin d'ora del quoting orrendo ma =E8 colpa di Outlook.
Basta usare qualcos'altro ;-)
> *******[MN] Sul fatto che ci siano parti meccaniche, ripetitive e poco
> artistiche anche nelle opere tradizionali sono d'accordo.
> Purtroppo per=F2 non mi sembra un argomento idoneo a risolvere il problem=
a una
> volta per tutte sul "carattere artistico" del software. Infatti, anche ne=
l
> caso delle invenzioni vi sono casi in cui si opera creando in maniera
> meccanica e ripetitiva (mi viene da pensare a tutti i prodotti
> farmaceutici), ma ci=F2 non le rende assimilabili alle opere protette dal
> diritto d'autore.
1. Cosa c'entrano i prodotti farmaceutici col software?
2. Dove sta la creativit=E0 nel campo farmaceutico? Nel campo farmaceutico
si deve fare una ricerca (moltissimissimisiimisiimo :-) ripetitiva ma
soprattuto per niente creativa perch=E8 =E8 necessario scoprire un
meccanismo preesistente per la cura di una malattia e quindi trovare un
metodo che interferisca col meccanismo errato che provoca la malattia.
Non c'=E8 nulla che si possa creare attraverso un processo creativo (in
effetti non c'=E8 nulla che si possa "creare" si pu=F2 solo "scoprire"
qualcosa di gi=E0 esistente nel campo biologico-fisico), =E8 tutto dettato
da precise sperimentazioni e meccanismi biologici in cui la creativit=E0
dell'uomo =E8 del tutto (o quasi) impotente/assente.
3. Un'invenzione (nel senso dell'invenzione brevettuale) non implica
necessariamente creativit=E0, nella maggiorparte dei casi implica
necessit=E0.
> ******** [MN] Esatto. E' proprio la capacit=E0 dell'opera ad essere adott=
ata
> nell'ambito di processi industriali (carattere comune con ci=F2 che pu=F2=
essere
> oggetto di invenzione).
Qulasiasi cosa pu=F2 essere adottata nell'ambito dei processi industriali,
basarsi su questo per parlare di invenzione o brevettabilit=E0 =E8 assurdo.
> Alcuni parlano di "creazioni utili" proprio per
> cercare di individuare quel famoso tertium genus di cui parlavamo pi=F9 s=
otto.
Si, negli Stati Uniti =E8 cos=EC, ormai l'utilit=E0 (e forse manco pi=F9 ne=
nahce
quello) =E8 l'unico criterio per determinare la brevettabilit=E0 di
qualcosa.
Ma:
1. l'utilit=E0 =E8 un fatto soggettivo, non oggettivo.
2. il fatto che qualcosa sia utile a qualcuno in che modo dovrebbe
giustificare un monopolio ?
> La differenza tra le musichette dei cellulari ed il software =E8 che ment=
re le
> prime possono essere indifferenti per il funzionamento del cellulare il
> secondo ne diventa un requisito imprenscindibile.
Beh in realt=E0 non =E8 vero, i telefoni analogici esistono da moltissimo e
anche radio. Il software non =E8 indispensabile, solo molto, molto, molto
comodo, perch=E8 riduce i costi di produzione potendo modificare il
comportamento dell'hardware senza dover cambiare di volta in volta l'hw
stesso.
> E' quello il carattere di industrialit=E0.
Continuo a non capire perch=E8 questo dovrebbe dare un monopolio.
Inoltre ricordiamoci che la parte costosa dello sviluppo software non =E8
la sua ""invenzione"" ma la sua realizzazione concreta.
Inoltre classicamente il brevetto =E8 sem pre stato nei fatti il (C) dei
processi meccanici/chimici. Ci=F2 che si brevetta =E8 il prodotto
invenzione, non l'idea che sott'intende tale prodotto. Nel caso del
software una applicazione corretta del brevetto dovrebbe essre il
deposito del sorgente (che rappresenta il processo "inventato") e quindi
la sua tutela (ovvero un (C) molto costoso :-).
> ***********[MN] Il problema, come dici tu, oltre a essere bello =E8 anche=
di
> enorme portata. Potremmo pensare ad un criterio un p=F2 pi=F9 rigido del
> requisito di "creativit=E0" oppure di originalit=E0, riuscendo a tutelare=
, nei
> casi degni di nota, anche l'idea che sta al di sotto del software creato.
Perch=E8 mai si dovrebbe "tutelare" l'_idea_ ??
N=E8 il brevetto classico, n=E8 il diritto d'autore tutelano l'idea ma
sempre delle realizzazioni e ci=F2 =E8 perfettamente sensato. Entrambi gli
istituti sono stati inventati per portare un bene alla societ=E0
incentivando la produzione di innovazione, la protezione di una idea =E8
totalmente in contrasto con questo principio.
L'idea non costa niente, l'idea =E8 alla base dell'invenzione e dell'opera
d'arte, non =E8 l'invenzione o l'opera d'arte. La condivisione di idee non
fa altro che arricchire tutti i condividenti producendone di nuove, la
"protezione" di idee non fa altro che avvizzire un campo della
conoscenza. Nessuno pu=F2 sostenere di avere avuto un'idea originale, ogni
idea si basa su tutto lo scibile che l'ha preceduta, monopolizzarla non
ha senso =E8 uno sberleffo nei confronti dei precursori che hanno
contribuito (al 99%) a farla nascere.
Le realizzazioni al contrario non sono ne economiche ne immediate,
richiedono spesso duro lavoro, e qualche volta molta e costosa ricerca.
Le realizzazioni sono molto pi=F9 meritevoli di una forma qualche forma di
tutela, anche se credo che al giorno d'oggi sia il diritto d'autore che
il brevetto industriali siano sproporzionati al reale lavoro che
sottende queste realizzazioni. Il diritto d'autore ha una durata
dissennata che non ha alcuna giustificazione economica. Ricordiamoci che
=E8 sempre un monopolio concesso dallo stato non un diritto naturale (mi
sto riferendo ovviamente ai diritti di utilizzazione economica, =E8 chiaro
che la paternit=E0 di un'opera non pu=F2 avere termine). Il brevetto ha
anch'esso, spesso, una durata eccessiva (che senso ha una durata di 25
anni quando le aziende pianificano un ritorno dell'investimento in tempi
enormente pi=F9 brevi e molto raramente superiori ai 5 anni?), ma
soprattutto una regolamentazione troppo bassa lasciando una
discrezionalit=E0 di licenza eccessiva al detentore del brevetto.
Simo.
--=20
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