[Diritto] La proprieta' intellettuale

Avv. Fabrizio Veutro fveutro at fabula.it
Fri Apr 2 16:20:31 CEST 2004


Ciao a tutti,

dunque, dimenticando le polemiche, vorrei cercare di chiarire qual'è il mio pensiero riguardo al concetto di proprietà intellettuale e come esso può influire sul progresso del sw libero.

Circa un mese fa inviai alla discussioni @ softwarelibero una mail in cui riassumevo le tre fondamentali scuole di pensiero sul diritto d'autore:

1) considerando che il diritto d'autore sorge dalla creazione intellettuale, esso appartiene ai diritti della personalita'
2) considerando che il diritto d'autore attribuisce  diritti esclusivi patrimoniali validi erga omnes, esso è una particolare espressione del diritto di proprietà
3) considerando che il diritto d'autore comprende sia facoltà di ordine personale che di ordine patrimoniale e che ha un proprio originale ordinamento giuridico, esso è un diritto soggettivo a sé stante, ovvero "sui generis".

Tralasciando il commento sulla prima tesi, che ci porterebbe forse fuori tema, ricordo che l'opinione prevalente è ancor oggi la terza, cui personalmente aderisco. Tuttavia, dietro la spinta dei moderni difensori del copyright di derivazione anglosassone, si sta in qualche modo riproponendo la seconda tesi, che mediante il concetto di "proprieta' intellettuale" tenta sostanzialmente di equiparare ogni diritto su beni immateriali al tradizionale diritto di proprietà sui beni materiali.

A mio avviso la tesi dev'essere respinta - sul piano sistematico - perché troppe sono le differenze fra il diritto d'autore e quello di proprietà (che noi abbiamo ereditato dal diritto romano), essendo diversi i modi di acquisto e di estinzione del diritto, diverse le facoltà attribuite al titolare del diritto e diverse le azioni giudiziarie per la sua tutela. 

Certamente, nel linguaggio comune, il termine "proprietà intellettuale" può fungere da metafora per indicare brevemente non tanto il diritto, ma *l'oggetto* del diritto stesso, cioè per intenderci quel bene che è frutto dell'intelletto creativo, come un brano musicale o un software.

La metafora è però assai criticabile se riferita al diritto, soprattutto ove si voglia estenderla non solo a ciò che è opera creativa dell'umano ingegno, ma più generalmente a tutto ciò che è *immateriale*, che abbia carattere creativo o meno. Quest'ultima tendenza - recentemente espressa anche su questa lista - ha in realtà un fondamento apprezzabile, nella misura in cui tutela non tanto la creatività ma *gli investimenti* fatti dall'industria per produrre beni immateriali utili, anche se per ipotesi privi di valore creativo. Tuttavia chi ha interesse al progresso del software libero, pur comprendendo tali motivazioni di ordine economico-sociale, in base ad analoghe e altrettanto degne motivazioni non può acriticamente avvallarla, perché ciò potrebbe avere l'effetto di estendere a dismisura i diritti dei produttori di software c.d. "proprietario", anche riguardo a soluzioni tecniche che - pur essendo certamente immateriali e utili  - non hanno nulla di creativo e originale,!
  per esempio perché sono ormai parte dell patrimonio collettivo della conoscenza, e questo potrebbe impedire o limitare il riutilizzo delle soluzioni stesse per glii sviluppatori di software libero.

Almeno, questa è la mia opinione.

Saluti.

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Avv. Fabrizio Veutro

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