[Diritto] IP: segnalazione sito interessante

Carmine Malice instarvega_capitanlug at yahoo.it
Thu Apr 8 16:05:45 CEST 2004


Giovanni Biscuolo ha scritto:

> Ciao,
> 
> spero di fare cosa gradita [1] segnalandovi alcune risorse che un amico
> ricercatore specializzando in teoria economica dell'innovazione mi ha
> segnalato a sua volta.
> 
> Questo il sito:
> 
> http://levine.sscnet.ucla.edu/general/intellectual/intellectual.htm
> 
> gestito da David K. Levine, professore di teoria economica alla UCLA, e
> Michele Boldrin, italiano professore di economia alla università del
> Minnesota.
> 
[...]
> 
> Loro (i due autori) sono contro e, con argomentazioni che paiono proprio
> solide almeno a prima vista, smontano pezzettino per pezzettino
> l'argomento della "protezione degli 'investimenti intellettuali' per
> favorire l'innovazione" che spesso viene portato a supporto e
> giustificazione dell'estensione del diritto d'autore e dell'adozione dei
> brevetti sulle idee.
[...]
> D'accordo o meno, la cosa
> affascinante è che usano la teoria economica per affermare la
> "convenienza" di tale approccio per favorire l'innovazione. Gustoso.
> 
> Se siete interessati consiglio di cominciare da questo:
> Property Rights and Intellectual Monopoly
> http://levine.sscnet.ucla.edu/general/intellectual/coffee.htm
[...]
> Ciao.
> Giovanni.
[...]

Quanto segnalato potrebbe meglio essere inquadrato ai fini del nostro
ordinamento come politica del diritto piuttosto che come tecnica
giuridica o analisi del diritto positivo.
Per fortuna, aggiungerei.

Cio' che mi lascia molto perplesso in casi come questo e' che con
l'obiettivo di discettare dell'articolarsi del diritto attuale ci si
dedica con grande profusione di energie a speculazioni eminentemente
economiche, quasi di sistema natural(istico), trascurando non so quanto
volontariamente un argomentare di altro rigore basato su fattori piu'
consoni ai concetti di fondamento della legge (con latinismo: "ratio
legis") e fini dell'ordinamento, in considerazione della realta'
complessa del sistema giuridico che scaturisce dall'interazione di
numerosi elementi, non solo economici (in certo qual modo
"naturalistici") ma anche sociali, politici, ideali, "umani".

Dovendo indugiare sulla politica del diritto e simili, dedicherei molta
attenzione ad alcuni fenomeni umani, sociali, economico-giuridici nel
senso di economia regolamentata, che si rinvengono alla base di certi
assetti.

La figura dell'intellettuale, dell'uomo di scienza e "libero pensatore",
indipendente, autonomo ed in ipotesi anche critico e contestatore verso
il potere nacque soltanto con il riconoscimento normativo del diritto di
proprietà intellettuale. Solo cosi' si pote' trarre sostentamento e
nuove risorse dal risultato delle proprie creazioni intellettuali e non
invece merce' la benevolenza del principe, del signorotto e cosi'
vincolati all'altrui arbitrio. Ecco in virtu' di questo il diffondersi
di un modello di pensiero esente da servilismo e la denunzia degli abusi
del potere. Fino a quando si era solo intellettuali di corte il che in
definitiva significa proprio cortigiani(perchè non vi erano diritti di
autore sui quali poter campare), nessuna critica era praticabile e forse
a tratti neppure concepibile contro il "padrone", ma solo al limite
allusioni allegoriche.

E' stato il diritto d'autore ed il brevetto a far si' che l'autore ed
inventore solitario potesse trovare nella miriade di piccoli ed anonimi
cittadini operosi, nella moltitudine di appartenenti al famoso Terzo
Stato - piccoli proprietari ed artigiani o se proprio volete "borghesi"
- in nuova contrapposizione al Primo e Secondo Stato, l'acquirente ed il
promotore del proprio ingegno, diversamente egli rimaneva succube
dell'unico grande padrone, sovrano o sacerdote o mammasantissima,
tiranno della sua inventiva ed ozioso custode di un'opera ridotta a
trastullo personale ed improduttivo, sicche' qualsiasi creazione
dell'umano ingegno languiva come bizzarro giocattolo o sterile esercizio
mentale privato di qualsiasi applicazione pratica.

Non mi capacito di come ripetutamente qualcuno s'inerpichi in fantasiose
speculazioni su presunti dogmi infondati e supposte beghe delle
multinazionali non considerando affatto tali basamenti degli istituti
giuridici.

Mi sono lanciato nella lettura dei segnalati documenti anglosassoni:
discorsi invero oziosi ed in definitiva noiosi, infatti s'imperniavano
monotematicamente su una apodittica teorizzazione del diritto di
proprieta' sulle "idee", ma e' nei fatti che ne' il diritto d'autore ne'
la normativa dei brevetti nel diritto continentale e neppure la dottrina
o tantomeno la giurisprudenza relative hanno mai proprosto ne' tentato e
nemmeno congetturato l'assunzione della "idea" ad oggetto di tali
discipline; inoltre trattasi di diritto di common law che non ha asilo
da noi.

Ho trovato a dir poco antieconomico addentrarmi nella lettura di tutti
gli scritti.

In pratica: trattasi di balocchi verbali del tutto vani, inutili ed
infruttuosi per il nostro ordinamento.

Ciao.




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