[Diritto] reverse engineering e open source
Carmine Malice
instarvega_capitanlug at yahoo.it
Sun Mar 28 18:47:01 CEST 2004
Simo Sorce ha scritto:
> Lo mando solo a te, dimmi se è meglio evitare di spedirlo o se posso
> andare.
AH! AH! AH!
Mi pare che sei gia' andato!
In Lista sicuramente, di testa non so!
>
> Simo.
>
>
>
> Premessa: sarò duro.
>
Problemi tuoi.
Consiglio un ammollo.
> NON mi interessa portare avanti questa discussione sterile visto che si
> sta parlando con un sordo che non vuol sentire.
>
Da che pulpito.
A me interessano sempre le discussioni, per amore delle scienze sociali
e naturali: mi spiace che tu la insterilisci.
> Fondamentalmente Carmine ti manca un requisito base per disquisire di
> queste cose: non hai la più pallida idea di cosa sia il software ne
> tanto meno di come si produce.
Affermazione apodittica, non argomentata e non fondata.
> Fra l'altro da quel che leggo, non hai
> neanche le idee ben chiare sulla differenza che intercorre tra leggi
> della fisica (e la loro scoperta), creazioni dell'ingegno e invenzioni.
>
Le leggi della natura (della fisica) sono assetti della natura
immanenti, la scoperta di leggi della natura (della fisica) sono
ingegnose interpretazioni o descrizioni di tali assetti della natura e
come tali sono opere dell'ingegno soggette al diritto d'autore, le
invenzioni sono innovative costruzioni o (ri)combinazioni della materia
o di pregresse invenzioni apportatrici di utilita' e ritorni economici
che possono piu' o meno sfruttare leggi della natura (della fisica) e
come tali sono assoggettate al regime di brevettabilita'.
Queste sono le categorie concettuali che danno luogo alle categorie
concettuali giuridiche: se ti fanno venire il mal di pancia non ci posso
fare alcunche'.
> No, scrivere due righe di un file batch non conta, come il saper
> cambiare una gomma non conta come esperienza nel campo di costruzione
> delle automobili.
>
Troppo gentile.
Tu conti?
> Mancando le basi non vale poi tanto la pena discutere e annoiare la
> lista, quindi se la discussione vi ha già annoiato fate un piacere a voi
> stessi e fate un bel C-D.
Penso anch'io che la tua mancanza di basi e la tua discussione annoino
la Lista e che noialtri trarremmo giovamento dal proseguire l'argomento
altrove.
>
> Vorrei aggiungere che ho sempre inteso il tutto riferendomi al tema
> principale del problema dell'interoperabilità e della LdA.
>
> Detto questo mi dedico a rispondere ad alcune inesattezze dovute alle
> premesse.
>
UAO!
>
> Carmine Malice wrote:
>
>>Appunto.
>>Ma possiamo seriamente assumere che uno riesca a reimplementare
>>(p.e.) il filesystem NTFS (tutte le sue funzionalita', modalita',
>>usi ecc.) scrivendo *del tutto autonomamente* un codice
>>completamente diverso?
>
>
> La risposta semplice ai fini della tutela giuridica è: si!
>
Sei l'unico depositario della tutela giuridica?
Il quesito era: siamo sicuri che qualcuno riesca a replicare l'esatta
strutturazione dell'NTFS e cioe' quell'ingegnosa disposizione di dati
che sostanzia la costruzione concettuale di sistemazione, reperibilita',
consultazione, manipolazione, accortezze di tutela che da' luogo al
fenomeno NTFS scrivendo *del tutto autonomamente* un codice
completamente diverso?
Ma il quesito e' superato dal *fatto* che l'esatta strutturazione
dell'NTFS e cioe' quell'ingegnosa disposizione di dati che sostanzia la
costruzione concettuale di sistemazione, reperibilita', consultazione,
manipolazione, accortezze di tutela che da' luogo al fenomeno NTFS
sostanzia un'opera dell'ingegno in quanto tale soggetta al diritto
d'autore del quale e' titolare il creatore di quel fenomeno: egli ha il
potere di limitare verso altri le facolta' di replicazione di tale fenomeno.
T'e' venuto il mal di pancia?
> Carmine Malice wrote:
>
>>Intendo dire che se con 'le operazioni via rete o le chiamate al sistema
>>sono comunicazione "pubblica"' vuoi illustrare che e' facile
>>intercettare ("sniffare"?) le comunicazioni cio' non implica che sia
>>pubblicizzato il metodo ingegnosamente "trovato" per dare luogo a quelle
>>comunicazioni.
>
>
> No, perchè del metodo usato da MS per creare le informazioni non mi
> frega un fico secco, mi interessa solo il risultato che ottengo con un
> procedimento differente (anche se ovviamente analogo).
>
Ah, si'?
La Microsoft puo' ceare un "metodo" per instaurare delle informazioni e
relative comunicazioni e un "procedimento" per realizzare tale
instauramento di informazioni e relative comunicazioni, in virtu' di
cio' otteniamo un "risultato" che e' l'effettivo atteggiamento, il
concreto sostanziarsi delle informazioni e relative comunicazioni: tale
"risultato" e' direttamente ed univocamente discendente, derivante,
dipendente, determinato dal "metodo".
Sono "metodo" per instaurare delle informazioni e relative comunicazioni
i filesystem ed i protocolli di rete, Microsoft ha ingegnosamente creato
NTFS e SMB (in ipotesi: sto assumendo che l'autore di SMB sia "la"
Microsoft, cio' e' gia' una semplificazione perche' autori possono
essere solo esseri umani); sono "procedimento" per realizzare tale
instauramento di informazioni e relative comunicazioni i determinati
programmi che pongono in essere cio', Microsoft ha ingegnosamente creato
il suo partizionatore/inizializzatore NTFS (nonche' il kernel e la shell
che usa partizionatore e filesystem...) ed il suo programma di
condivisione dati in SMB; "risultato" cioe' l'effettivo atteggiamento,
il concreto sostanziarsi delle informazioni e relative comunicazioni
sono le tracce NTFS ed i pacchetti SMB.
Tu puoi inventare un differente programma cioe' "un procedimento
differente" per realizzare le medesime tracce NTFS ed i medesimi
pacchetti SMB cioe' il medesimo "risultato" ma ti devi rendere conto che
cosi' facendo hai univocamente sostanziato il medesimo "metodo" per
instaurare delle informazioni e relative comunicazioni: tu hai
*replicato* l'esatta strutturazione dell'NTFS e cioe' quell'ingegnosa
disposizione di dati che sostanzia la costruzione concettuale di
sistemazione, reperibilita', consultazione, manipolazione, accortezze di
tutela che da' luogo al fenomeno NTFS e cosi' analogamente per SMB e
siccome cio' sostanzia un'opera dell'ingegno in quanto tale soggetta al
diritto d'autore del quale e' titolare il creatore di quei fenomeni
detto autore ha il potere di limitare verso altri le facolta' di
replicazione di tale fenomeno e tu soggiaci ai vincoli di legge.
Oltre questa spiegazione c'e' solo la telepatia e l'ipnosi...
>
>>E' come per la musica: le vibrazioni dell'aere cui da' luogo una sonata
>>sono agevolmente intercettabili ed interpretabili ma la relativa
>>codificazione su spartito e' tutelata dal diritto d'autore (sempre forza
>>Albano Carrisi).
>
> Certo ma l'esempio non c'entra assolutamente nulla.
Questo lo dici tu...
> Le vibrazioni
> dell'aere come dici tu sono l'equivalente del codice oggetto di un
> determinato sorgente se vuoi fare un bruttissimo paragone (molto poco
> calzante).
>
Mai detto che "Le vibrazioni dell'aere [...] sono l'equivalente del
codice oggetto di un determinato sorgente"...
Ma tu leggi?
Uffa!
Qua ci vuole una spiegazione per ogni concetto...
I paralleli erano:
- codice sorgente --- spartito musicale
- programma binario --- effettiva riproduzione o registrazione sonora
- *segnali elettrici* o come piu' vi piace *operazioni via rete* o
*chiamate al sistema* --- vibrazioni dell'aere.
> Ma NON sono il codice oggetto di un qualsiasi sorgente ma di un ben
> determinato sorgente.
>
> Se volessi continuare a mantenere questo infelice paragone potremmo dire
> che la musica produce una reazione in chi ascolta, ebbene se io analizzo
> la reazione e produco un'altro brano musicale che produce la stessa
> reazione, ho fatto reverse engeneering e ho riprodotto il risultato, ma
> con una sonata _differente_ che ha a sua volta uno spartito _differente_
> e non in relazione col primo.
> Ora ripeto questo esempio è infelice, il software _molto_ più complesso
> della musica comune per cui è molto più semplice fare cose che hanno
> risultati identici (l'emozione non la sonata, teniamolo bene in mente)
> con istruzioni differenti rispetto alla musica.
>
Le emozioni non ci accocchiano un benemerito fico secco.
Fai attenzione: di questo passo con tante emozioni finirai col dover
correre al bagno.
Michael Jackson intercetta le vibrazioni dell'aere causate dalla
riproduzione o registrazione di Albano Carrisi, analizza tali vibrazioni
che sono l'effettivo atteggiamento, il concreto sostanziarsi delle
informazioni e relative comunicazioni musicali (che' di dati,
informazioni sonore si tratta!) in quanto "risultato" della riproduzione
o registrazione, opera una ricostruzione (reimplementazione? Ti piace di
piu'?) della successione esecuzione-effetto realizzata per mezzo di una
propria riproduzione con strumento chitarra elettrica anziche' chitarra
melodica e delinea l'espressione astratta di tale
esecuzione-riproduzione su un bellissimo spartito.
Sostituisci alle locuzioni "vibrazioni dell'aere" "riproduzione o
registrazione sonora" e "spartito musicale" le locuzioni "segnali
elettrici" (o come piu' vi piace "operazioni via rete" o "chiamate al
sistema") "programma binario" e "codice sorgente" ed avrai la
fattispecie informatica.
Mal di pancia?
>
>>>>Il problema e': pare sia stabilita l'interoperabilita' *solo* fra il
>>>>programma licenziato ed il *singolo* programma creato personalmente dai
>>>>*singoli* licenziatari, o q.c. di analogo.
>>>
>>>
>>>Solo? In che senso? E dove sta scritto?
>>>Io negli articoli di cui stiamo parlando non ho trovato questa
>>>limitazione.
>>
>>Eccola:
>>
>>"Art. 64-quater
>
> [snip]
>
> mi piace molto vedrti cercare di fare il professorino, ma questo
> articolo non afferma in nessun punto che puoi interoperare *solo* con
> quel programma, tanto più che parla specificamente di _modificare_ il
> codice originale. Nel caso di modifica al codice originale del programma
> con cui vogliamo interoperare, è chiaro che solo chi ha la licenza di
> quel programma può usarlo, perchè comunque si sta creando un'opera
> derivata e tutti i diritti d'autore sono in capo all'autore originale
> (tranne per la parte modificata).
> Detto questo però il programma terzo con cui si va ad interoperare
> può essere un programma qualsiasi prodotto in qualunque numero e foggia
> e distribuito a volontà. Infatti la LdA pone obblighi *solo* sul
> programma oggetto di privativa, non può certo estendere limitazioni a
> programmi terzi di cui il licenziatario potrebbe non avere alcun
> diritto, e anzi sui quali il licenziatario potrebbe effettuare una
> modifica proprio per rendere ancora migliore l'interoperabilità tra i
> due, finendo per modificare ben 2 programmi per farli parlare meglio tra
> loro, sempre restando nell'ambito del 64quater.
>
La determinazione dell'effettivo atteggiarsi della normativa giuridica
richiede una preganante attivita' che si chiama interpretazione giuridica.
Tu sei l'unico depositario dell'interpretazione della legge?
Hai anche un problema: non leggi.
Nella mia lettera del 26/3/04 - 10,07 proponevo un certo tipo d'analisi
cioe' proponevo quel che si dice un'ipotesi di studio, siccome non sono
lieve te lo ricopio pari pari.
*********
Effettivamente laddove si dice "Le disposizioni [...] non consentono che
le informazioni [...] siano comunicate a terzi, fatta salva la necessità
di consentire l'interoperabilità del programma creato autonomamente"
parrebbe rinvenirsi una possibilita' di applicare la GPL (ecc. ecc.)
*solo nel caso in cui* l'interoperabilita' fosse da concepirsi fra il
programma creato autonomamente e terzi programmi (in pratica, la catena
[programma licenziato]<-[programma creato autonomamente]<-[terzi
programmi]), mentre tale possibilita' sarebbe esclusa qualora
l'interoperabilita' presa in considerazione fosse solo quella fra
programma licenziato e programma creato autonomamente (in pratica, la
catena [programma licenziato]<-[programma creato autonomamente]<-[terzi
*utenti*]); inoltre precedentemente si dice "le predette attività siano
limitate alle parti del programma originale necessarie per conseguire
l'interoperabilità" che sembra moncare notevolmente l'operazione detta
in gergo "reverse engennering".
*********
...Ma effettivamente per te era ben difficile leggere cio' dato che
trattavasi di una replica ad una tua lettera e mi rendo conto che e'
dura leggere dove ci sono tuoi scritti...
L'interpretazione delle normative e' un'attivita' lunga e laboriosa ed
il piu' delle volte ha valore effettivo nel concreto atteggiarsi dei
rapporti sociali solo se la fa il legislatore in una successiva norma
chiarificatrice o il giudice nella sentenza...
>
>>inoltre precedentemente si dice "le predette attività siano
>>limitate alle parti del programma originale necessarie per conseguire
>>l'interoperabilità" che sembra moncare notevolmente l'operazione detta
>>in gergo "reverse engennering".
>
>
> Continui a spararle grosse ...
Oibo'!
> le parti necessarie a conseguire
> l'interoperabilità sono quelle strettamente indispensabili ma anche
> strettamente necessarie, quindi ho tutto quel che serve per conseguire
> l'interoperabilità e non mi serve un capello di più.
>
Gia': dimenticavo che sei l'unico depositario dell'interpretazione della
legge...
>
>>No, invece: dati sono sia le informazioni rese intellegibili agli
>>umani sia le informazioni nel senso di istruzioni informatiche, poi
>>bisogna intendersi su quali stiamo trattando.
>
>
> No, devi prima capire di cosa stai parlando e poi cercare di affrontare
> un argomento. I dati, in questi casi, sono le informazioni _elaborate_
> dal programma, non sono il programma in nessuna forma, ne codice oggetto
> ne sorgente.
>
Qua non meriti manco una risposta perche' hai tagliato le parti
stravolgendo del tutto il contesto.
>
>>I dati informatici sono codice sorgente e binario, i dati musicali
>>sono spartito e vibrazioni (sonata).
>
>
> E io sono babbo natale, e questa mail non esiste perchè non è il dato
> trasformato dal mio programma di posta.
>
Fai attenzione: ti stai esponendo in pubblico...
Ah! Gia'! Questa lettera era indirizzata solo a me!
AH! AH! AH!
Allora: lo scritto che sostanzia il contenuto della lettera e' sotto il
diritto d'autore di chi l'ha scritta mentre la forma che ha assunto la
trasmissione e' opera dell'ingegno di... Ma forse hai troppo mal di pancia.
>
>
>>Chiaro: non il "goto" in se', ma una determinata stringa (scusatemi,
>>ma le mie abilita' di programmatore si fermano ai file batch del DOS
>>ed ai rudimenti del bash scripting).
>>Il "goto" in se' e' sotto il diritto d'autore ("proprieta'
>>intelletuale", anche se cio' vi fa inorridire: ma e' un concetto
>>giuridico di antica dignita') del creatore del tale linguaggio di
>>programmazione.
>
>
> Siamo alla fiera delle castronerie giuridiche e informatiche.
>
Bene: vedo che anche tu riconosci che dai luogo ad una fiera delle
castronerie.
> 1. il goto non è tutelabile dal diritto d'autore quanto non lo sono la
> nota Do o la parola ciao.
AH! AH! AH!
Questa e' stellare!
Il "goto" *in quanto istruzione peculiare* (cosi' e' da intendersi il
mio "in se'") del DOS o del tale linguaggio di programmazione e' parte
consustanziale di tali opere dell'ingegno e quindi rientra nell'oggetto
suscettibile di regime e tutela del diritto d'autore: ovviamente in
riferimento e limitatamente al contesto del DOS o del tale linguaggio di
programmazione in quanto elemento di tali insiemi ("in se'": come
elemento di un insieme).
Ancor piu' ovviamente il "goto" in se e per se' in qualita' di concetto
"vai a" (cioe' non come elemento dotato di una sua individualita' in un
insieme ma come oggetto assoluto) non e' un'opera dell'ingegno.
> 2. è abbastanza usuale considerare che una singola riga di codice non
> sia materia sufficiente per giungere in capo al diritto d'autore in
> quanto manca in sostanza di creatività e originalità. Si può
> empiricamente dire che in media sono necessarie almeno 15 righe di
> codice per arrivare a determinare una funzionalità sufficiente ad
> ascrivergli carattere di creatività e originalità e quindi far ricadere
> il codice summenzionato sotto il diritto d'autore.
Qua ti stai appigliando ad un mio refuso: dove leggi "la stringa"
leggasi "le stringhe" (una successione di programmazione).
Puo' capitare anche a me, no?
>
> Detto in soldoni il programma:
>
> main() {
> goto end;
> end:
> }
>
> NON è tutelabile perchè manca di creatività e originalità.
>
Si', si'...
>
>>Il dottrinario, l'avvocato, il giudice - come dici tu - HANNO il caso
>>appena gli atti gli arrivano sulla scrivania, ma il parere, l'arringa,
>>la sentenza arrivano anche dopo mesi: perche' ci vuole molto studio.
>>Non pretenderai che io adesso qui per posta elettronica arrivi ad
>>avere perfettamente delineato e sviscerato il fenomeno cui ha dato
>>luogo Bud P. Bruegger oppure il tuo arido caso di scuola (ammesso che
>>sia).
>
>
> Se non hai capito il caso taci allora, questa lista non è un luogo per
> tentare di fare esercizio di arte oratoria.
Secondo me tu stai male...
Mal di pancia?
>
> Il sig. Bud P. Bruegger ha chiesto un consiglio se non sai che pesci
> prendere almeno evita di sparare a zero su cose che dimostri di non
> conoscere e che non lo aiutano in alcun modo.
>
L'ho detto io che non leggi...
Il mio parere a Bud P. Bruegger lo diedi circostanziatamente nella mia
lettera del 25/3/04 - 14,09 e sempre siccome non sono lieve te lo
ricopio pari pari:
*********
Il mio consiglio a Bud P. Bruegger - per quello che puo' valere - e' di
andare molto cauto in considerazione della portata "pubblicistica" della
GPL a fronte dell'ambito "misurato" che hanno le facolta' concesse dalla
legge; e del resto egli stesso ha intuito i termini del problema e vedo
che da ultimo ha scritto "Io ho sempre un dubbio sulla clausola che non
si po communicare il trovato a terzi.": appunto.
*********
Inoltre sull'argomento tornai nella mia del 25/3/04 - 17,25:
*********
Bud P. Brugger in una lettera piu' recente ha parlato di API, indirizzi
ed ID: allora in relazione a cio' direi che banalmente se si sono usate
informazioni volontariamente pubblicate e nient'altro allora e' tutto
legittimo, compreso l'uso della GPL.
*********
To'! Ora che ci bado in entrambi i casi le mie lettere erano repliche a
tue lettere: lo dico io che non solo non leggi in generale ma ti e'
particolarmente dura leggere dove ci sono tuoi scritti!
Forse sei tu che non sai come prendere i pesci: per questo li ricevi in
faccia.
>
>>Vi sfugge che il fondamento delle normative su diritto d'autore e su
>>invenzioni brevettabili e' lo stesso: tutela del lavoro creativo.
>
>
> No, il diritto d'autore tutela le creazioni, il brevetto industriale le
> invenzioni. Sono due cose _molto_ diverse.
>
Seconda stellare!
Sia le opere dell'ingegno sia le invenzioni sono creazioni del lavoro
intellettivo e pertanto sono frutto del lavoro creativo: la disciplina
di opere dell'ingegno ed invenzioni e' disciplina del lavoro creativo.
Consiglio la lettura di tanti tanti tanti manuali di diritto.
Ma tanti.
> Ne il diritto d'autore, ne il brevetto industriale tutelano le leggi
> fisiche, i procedimenti logici o gli algoritmi matematici.
> Ovvero le idee non sono tutelate, ne è tutelata la loro espressione
> (diritto d'autore) o la loro traduzione in processi industriali che
> danno luogo sostanzialmente a nuovi insegnamenti sull'uso delle forze
> della natura (brevetto industriale). D'altra parte la tutela delle idee
> in se sarebbe un mostrogiuridico inaffrontabile, visto che le idee non
> nascono spontanemanete come i funghi ma sono _necessariamente_ frutto di
> elaborazione di idee precedenti. In sostanza non esiste idea "originale"
> nel senso stretto del termine, ma esistono solo idee "derivate" per cui
> la tutela non avrebbe molto senso perchè non sarebbe facilmente
> individuabile ne l'autore nei i coautori anche perchè le idee sono
> frutto dei tempi nel 99% dei casi e non delle singole menti e infatti,
> nel software è evidente, le stesse idee nascono contemporaneamente in
> più teste. È la capacità di realizzarle la parte difficile (e che quindi
> può aver senso "tutelare") a cui solo pochi arrivano.
>
No?
Davvero?
Ma dici sul serio?
Ma lo sai che l'argomento e' stato gia' da me illustrato anche in questa
Lista?
Mia lettera del 26/3/04 - 12,45 in replica a Simone Piccardi.
Non leggi...
>
> Il problema _GROSSO_ di molti giusristi è che NON conoscono che
> superficialmente la materia e non riescono quindi a comprendere quando
> si trovano davanti ad una cosa piuttosto che ad un'altra.
Stante il tuo argomentare i giuristi non dovrebbero occuparsi delle
normative su medicina o edilizia o agricoltura... Pero'!
> Per dare un esempio, ho sentito ieri ad un workshop, un avvocato esperto
> in diritto industriale di cui non faccio il nome,
Falli, falli: il popolo deve sapere.
> che ha ammesso
> candidamente di non sapere bene cosa fosse il software "opensource" (e
> si che è da un po' di anni ormai che se ne parla nella nostra
> "industria" ma si è subito detta convinta che non ci siano conflitti tra
> questo tipo di software e i brevetti. Fortunatamente subito dopo
> un'altro giurista che invece ha avuto la pazienza di capire di cosa
> parla prima di aprire bocca ha escluso qualsiasi tipo di compatibilità
> tra la tutela brevettuale del software e il software libero.
>
Vedo che segui il metodo scientifico tu: fare di tutta l'erba un fascio.
Complimenti.
> Questo diviene un problema sociale allorquando essi influenzano la
> creazione di norme giuridiche assurde che non si reggono in piedi di
> fronte alla materia che vogliono regolare. Purtroppo come molte altre
> classi di professionisti, i giuristi tendono a pensarsi come ad una deus
> ex machina che detiene in mano la verità assoulta e che gli altri siano
> dei miseri imbecilli al loro confronto. Al quale non importa dei
> dettagli che non siano quella della retorica giudiziaria e che fa e
> disfa ragionamenti, logici sul piano formale, ma sostanzialmente fallaci
> sul piano sostanziale.
>
UAO!
Che fillipica!
> Non sono tutti così e ne conosco parecchi, anche su questa lista, che
> non solo conoscono la materia sottostante le norme che adoperano ma che
> hanno anche l'umiltà di consultarsi ed ascoltare le persone esperte
> della materia in modo da comprendere più a fondo il fenomeno sul quale
> sono chiamati a dare poi opinione nel campo giuridico.
Anch'io ho conosciuto delle persone valenti sul piano giuridico in
questa Lista.
Quattro.
Le *uniche* e ripeto *uniche* e ribadisco *uniche* quattro persone che
mi offrirono riposta ad un quesito squisitamente giuridico sulla natura
della licenza GPL: furono *tutte* concordi con la mia interpretazione,
con esercizi concettuali ammirevoli.
Di queste una mi chiese come potesse uscire dalla Lista ed io
prontamente glielo illustrai.
Suppongo sia scappato.
Di tutte queste persone *nessuna* s'e' affacciata sulla discussione in
oggetto.
Le capisco.
Si vede che ho l'inclinazione al martirio.
Siete sicuri che in questa Lista che si chiama diritto at softwarelibero.it
ci siano effettivamente persone preparate in diritto che parlino di
diritto con cognizione di causa?
Non e' che voi ve la suonate e voi ve la cantate?
Io ho aspettato pieno di speranza in fremente attesa e con tremabonda
apprensione che uno dico almeno uno dei tanti operatori professionali
del diritto, insegnanti dottrinari avvocati notai megistrati, venisse su
a dirmi: "Tu piccolo insulso altezzoso saccente protervo temerario
studentucolo, tu ricolmo e traboccante di ignoranza e deficienza di
scienza, tu hai riversato qua in Lista un cumulo informe di enormi
abnormi deformi sciocchezze e bestialita' giuridiche! Io giurisperito
esperto e di provata professionalita' te lo dico!"
Ma nessuno giunse.
Auguri.
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