[Discussioni] opensource vs libero (era: "La guerra Linux-Windows")
Andrea Capriotti
capriott a gulliver.unian.it
Ven 27 Apr 2001 14:56:38 CEST
On Fri, 27 Apr 2001, Lino Mastrodomenico wrote:
> > Ad essere "fiscali" anche un software proprietario o semi-free (Xv o
> > PGP) potrebbe essere open source ma non essere libero.
> > http://www.it.gnu.org/philosophy/categories.html#semi-freeSoftware
>
> Ecco, mi sembra che tu faccia confusione tra "sw di cui ti fanno
> vedere/modificare il sorgente" e "sw open source"; è un equivoco diffuso,
> tanto che si sono presi la briga di chiarirlo fin dalla prima riga della
> definizione di opensource (<http://www.opensource.org/docs/definition.html>):
> "Open source doesn't just mean access to the source code."
>
> Per parlar chiaro: non ho mai visto sw open source che non sia anche libero e
> viceversa.
Ma io non facevo un discorso astratto, mi riferivo a esempi precisi:
Xv o PGP sono programmi "free for non-commercial use" e _non_ sono liberi.
A questo punto mi chiedo, sono "open source"?
Secondo il significato ovvio del termine (posso vedere i sorgenti) lo sono
ma secondo la definizione OSI _non_ lo sono.
In questo senso il movimento "open source" aggiunge ulteriori difficolta'
nello spiegare un concetto gia' molto ostico come quello del software
libero. Sempre IMHO non andrebbero usati _mai_ come sinonimi.
Leggo infatti, sempre nella stessa pagina citata nella mail precedente:
Il significato ovvio di ``software open source'' e' ``Puoi guardare il
codice sorgente''.
[..]
"Questo significato ovvio di ``open source'' non e' quello inteso dai
suoi sostenitori (la loro definizione ``ufficiale'' e' molto simile a
quella di ``software libero''). Il risultato che le due cose spesso
vengono confuse. Ovviamente, questo problema puo' essere risolto
pubblicando una definizione precisa del termine. Coloro che utilizzano
l'espressione ``software open source'' l'hanno fatto, cosi' come abbiamo
fatto noi per ``software libero''. Questo approccio purtroppo e' solo
parzialmente efficace in entrambi i casi. Per quanto riguarda il software
libero, dobbiamo insegnare che intendiamo un significato piuttosto che un
altro ugualmente appropriato. Per l'open source, dobbiamo insegnare ad
utilizzare un significato che non corrisponde assolutamente
all'espressione."
http://www.gnu.org/philosophy/free-software-for-freedom.it.html
> Per esempio windows non è opensource (nonostante la MS ne faccia vedere in
> certi casi e con precisi limiti i sorgenti) e non lo sono i programmi come
> PGP che la FSF classifica come semi-free.
Esatto!
Perche' allora usare la definizione "open source" invece di quella
"software libero"?
"Open Source" secondo la definizione OSI _non_ significa che puoi
semplicemente guardare i sorgenti che invece ne e' l'ovvio significato
intrinseco. Questo genera anche piu' confusione dell'equivoco sul termine
free (gratis-libero).
> Per fare un esempio estremo non è opensource (e ovviamente neanche libero)
> neanche il NASM, nonostante il fatto che sia stato incluso nella debian, sia
> sviluppato da volontari con il familiare sistema "sito web+cvs+mailing list"
> e sia stato ospitato per un certo periodo anche su sourceforge (è stato il
> primo ed unico progetto che sono stati costretti a cacciare: c'è dietro una
> lunga storia che vi risparmio).
Parlano di "Democratic Software, redefining open source", ed hanno una
licenza free piu' "restrittiva" della GPL.
" Furthermore, it also allows the authors of the software to form an
executive body that can make decisions with regards to relicensing the
code, selling portions of the code and so on. This executive body is voted
democratically by contributors to the project."
http://www.dsf.org.uk/dspl10.html
Non credo che questo si possa considerare software libero ma forse la loro
licenza e' OSI compatibile.
Sono in attesa dell'approvazione...
> Tutto questo per dire che, anche se sicuramente è + chiaro parlare di SL
> invece che di opensource, dovremmo fare attenzione che anche il secondo
> termine non sia usato a sproposito, per evitare che delle aziende ci
> speculino sopra senza concedere libertà agli utenti (quest'ultima parte non è
> farina del mio sacco ;-)) e per evitare i casini e le incazzature per gli
> stessi sviluppatori quando ci si accorge di cosa vuol dire che il progetto
> per cui lavori ha una licenza che lo pone appena un passo al di fuori del
> confine del SL (come il NASM, purtroppo).
Anche qui sono d'accordo, l'utilizzo errato della definizione
"open source" puo' generare solo altra confusione.
Come giustamente dice Stallman dovremmo insegnare ad usare un un
significato che non corrisponde assolutamente all'espressione.
Perche'?
Secondo me andrebbe usato _sempre_ il termine software libero.
> Perfetto.
> Solo attenzione che quando Stallman dice "we are not the same as them"
> intende dire "noi, persone della FSF, non siamo gli stessi che loro, persone
> della OSI", non che SL e opensource si riferiscano a cose diverse nella
> pratica.
Sei sicuro?
Leggendo attentamente il testo mi pare chiaro che si riferisca alle
differenze tra "open source" e "software libero".
Tra le tante ho trovato illuminate questa frase:
"Diffondere l'idea della liberta' e' un lavoro difficile -- ha bisogno
del tuo aiuto. Il progetto GNU rimarra' legato al significato di
``software libero''. Se sentite che liberta' e comunita' sono importanti
in quanto tali -- non soltanto per la convenienza implicita in esse --
unitevi a noi utilizzando il termine ``software libero''."
E' per questo che non mi piace il movimento OSI e la loro definizione.
http://www.gnu.org/philosophy/free-software-for-freedom.it.html
Saluti
Andrea Capriotti
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