[Discussioni] Re: [Discussioni] "Il copyright è di destra, il copyleft è di sinistra" (pippone...)

Alceste Scalas tjoad a gmx.it
Gio 6 Dic 2001 23:58:40 CET


On Thu, Dec 06, 2001 at 10:13:36AM +0000, Marco Ermini wrote:

> Proposito lodevole; tuttavia, diro' una cosa sulle prime due
> domande (la terza discende, credo!). Il modello culturale a cui si
> brama "esiste gia'" o meglio e' gia' stato ampiamente teorizzato
> e, storicamente, per quello che se ne sa, in parte realizzato. E'
> la comunita' scientifica.

...o  meglio: e`  la  comunita` scientifica  non  invischiata in  un
business esasperato.

Proprio come il software, la scienza nasce libera, per poi arenarsi,
molto spesso,  in un  sistema di mercato  fondato sul  nascondere le
proprie  conoscenze   ed  i  propri   progressi.   Le  pubblicazioni
scientifiche, per esempio, sono talvolta reperibili pubblicamente su
Internet,  ma  spesso sono  "ingabbiate"  in  riviste o  proceedings
tutt'altro che liberi. 

Anche lo  stile degli articoli  scientifici ne risente: si  passa da
pubblicazioni  serie ed esaustive,  ad altre  scritte con  il chiaro
intento  di  stupire  ("leggi,  aho`,  ammazza  quanto  semo  fighi,
aho`!"),  senza pero`  fornire una  reale  conoscenza dell'argomento
trattato al lettore.

Questo argomento e` affrontato anche da Stallman, su:

    http://www.nature.com/nature/debates/e-access/Articles/stallman.html

Ma  ti assicuro che  non mi  riferisco a  lui perche`  "ipse dixit".
Voglio  semplicemente  evidenziare  come  il modello  di  "comunita`
scientifica" ed il modello  di "comunita` del Software Libero" siano
alla  fin fine  la  stessa  cosa: basate  sullo  stesso concetto  di
liberta`, e minacciate dagli stessi pericoli.

> Per questo nell'"Etica Hacker" si
> accosta, alla metafora della cattedrale e del bazaar, quella
> dell'accademia (o, secondo me, e' ancora piu' appropriata
> l'argomentazione di Alan Cox circa il "town council" per cui si
> forma un "core team" di programmatori - in contrasto secondo me
> col modello di sviluppo indicato da Raymond). Gli scienziati hanno
> convenienza alla condivisione libera delle informazioni.

La  "convenienza"  che  hanno  gli  scienziati  nel  condividere  le
informazioni e`  esattamente la  stessa "convenienza" che  hanno gli
sviluppatori di software nel condividere il codice sorgente. 

In ambedue i  casi, non e` detto che gli  squali della finanza siano
favorevoli.   In  ambedue  i  casi,  spesso  una  visione  puramente
utilitaristica ("condivido perche` conviene") non e` sufficiente, se
non e`  supportata da una motivazione morale  ("condivido perche` e`
giusto"). 

E, in ambedue i casi, c'e`  chi si batte per dare maggiore liberta`,
a se` stesso ed agli studenti/utenti.

> GNU (che di per se' e'
> una cattedrale ben piu' che un'accademia, o meglio un'insieme di
> cattedrali, la cattedrale emacs, la cattedrale gcc ecc.)

Non  capisco questa  conclusione.  Quale  sarebbe la  differenza tra
"accademia" e "cattedrale"?

> non e'
> certo insensibile al mercato: lavora per fornire prodotti
> *concorrenti* - e' sempre stata la filosofia di RMS, che seppur si
> atteggia a santone eremita (e si lava poco per rinforzare questa
> idea ;-) e' pur sempre produttore di software in concorrenza con
> quello proprietario, non produce quello che gli pare
> "liberamente".

Mah, questo mi sembra molto opinabile.  La "concorrenza" non e` alla
base  delle  motivazioni di  Stallman  o  del  Software Libero:  era
necessario un sistema operativo libero, qualcuno doveva pur farlo, e
qualcuno ha voluto prendersi l'incarico.

Il fatto che  ci sia una "concorrenza" con  il software proprietario
(sebbene  essa  sia  basata  su  sistemi  di  mercato  completamente
diversi) e` una conseguenza, non un obiettivo. 

E non vedo  in che modo cio` vada contro il  pensiero di Stallman, o
chi per lui.

> In questo senso il progetto GNU e la sua "filosofia" hanno alcune
> idiosincrasie col reale. Si puo' cominciare a parlare di software
> veramente libero solo dopo che ci saranno tutti gli strumenti per
> creare un'alternativa reale al software proprietario. Da questo
> momento in poi si comincia a parlare di sviluppo realmente
> "libero", io creo un software perche' mi piace e mi serve anche
> ludicamente; adesso le energie sono concentrate a spingere per
> creare qualcosa di alternativo al proprietario. Ma forse non
> basta: il sw proprietario ti portera' a ricercare sembre
> un'alternativa libera.

Non capisco cosa intendi per "idiosincrasie".  Non mi sembra di aver
mai sentito  dire che  Software Libero significa  "software prodotto
senza vincoli con la situazione attuale".

A  meno che, ovviamente,  tu non  dica "software  libero" intendendo
qualcos'altro.

> A livello culturale, ci saranno sempre i fautori del monopolio.

Cioe`?

> La cosa strana e' vedere Stallman o Torvalds che riproducono nel
> loro piccolo la stessa esatta mentalita' dei monopolisti, quando
> in pratica impediscono ad altri se non dopo moltissime pressioni
> di apportare modifiche sostanziali al loro software che a loro non
> piacciano (e' assai noto come piaccia loro fare i "ducetti" con i
> loro giocattoli).

Come ha gia` detto Alessandro, ognuno puo` avere i suoi buoni motivi
per  non includere  qualcosa  in  un suo  lavoro.   Questo vale  per
_tutti_ i programmi  liberi, e si possono avere  opinioni diverse su
quanto uno  sviluppatore sia "conservatore" (ma non  esiste certo un
metro universale per giudicarlo --- ognuno ha la sua opinione).

Ma  in ogni  caso, dato  che si  parla di  Software Libero,  io sono
liberissimo  di   prendere  i  sorgenti  di   Linux,  modificarli  e
distribuirli come "Alceste-own-linux-version-1.0.0".

> Al di la' di questo, la ricerca biotecnologica
> avra' sempre contro gli integralisti cattolici; chiarito questo,
> e' vero che una grande azienda cerca sempre di avere o di
> mantenere il monopolio dei settori di mercato che e' riuscita a
> conquistare.

Non colgo la consecutio di queste due frasi, ma sono d'accordo (beh,
almeno credo :-)

> A livello politico, credo che queste idee si possano innestare, ma
> solo su un terreno "fecondo". Se siamo ancora a cercare di mettere
> Stallman a destra o a sinistra in parlamento (e' solo un esempio),
> vuol dire che siamo ancora troppo indietro: non c'e' il terreno.

A questo proposito, provo a dire la mia.

Mi sembra  chiaro che Stallman stia  a sinistra.  Questo  e` fuor di
dubbio.

Ma  a questo punto,  la domanda  e`: ce  ne frega  qualcosa?  Voglio
dire: questo  cambia il senso dell'idea di  Software Libero?  Cambia
la necessita` di un impegno (anche "politico") per difenderlo?

Personalmente, credo  di no.  Non credo che  faccia molta differenza
se Stallman  sia un radical-chic  o un mangiabambini.  Il  mio scopo
primario e` diffondere  l'idea di Software Libero in  se`, non tanto
il Verbo di Stallman in quanto tale.

Per  questo,  trovo che  sia  molto  piu`  limitante far  finta  che
Stallman non stia  dalla parte dove lui stesso  si e` esplicitamente
collocato.  Se c'e` bisogno di nascondersi dietro un dito per questi
motivi,  credo che non  si sia  capito che  il concetto  di Software
Libero  va  al  di  la`  della  personalita`  del  suo  piu`  famoso
esponente.  Questo e` un grave errore.

E lo stesso Stallman, secondo  me, ha smesso di definire il copyleft
come "copyright di sinistra" proprio per evitare questo errore.

Ciao,

Alceste
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