[Discussioni] Concorrenza (era: Il copyright?)

Alceste Scalas tjoad a gmx.it
Dom 9 Dic 2001 13:24:17 CET


On Sat, Dec 08, 2001 at 07:11:42PM +0100, Alessandro Rubini wrote:
> 
> Alceste:
> > la contrapposizione con il software proprietario nasce da principii
> > "filosofici od etici" preesistenti.  E, da qui, deriva la
> > "concorrenza" di cui parli.
> 
> Sono d'accordo. Ma anche la visione di Marco Ermini non ha tutti i
> torti (anche se secondo me rimane abbastanza ingenua) Oggi il sw
> libero viene visto come un tentativo di replicare quello che fa il sw
> proprietario. Quindi e` una cosa "in concorrenza" e non e` strano che
> qualcuno pensi che sia nato proprio "per fare concorrenza".

D'accordissimo: quella che volevo sottolineare era principalmente la
"filologia" del Software  Libero --- l'aspetto concorrenziale esiste
eccome,  per quanto  sia  IMHO  abbastanza anomalo  (si  basa su  un
modello  di  business  diverso,   rispetto  a  quello  del  software
proprietario).

> In parte e` necessario, in parte e` un atteggiamento strutturalmente
> perdente da parte dei programmatori.
> 
> Necessario perche` ti rivolgi a persone che gia` conoscono un modo di
> lavorare e occorre limitare i costi di transizione.
> 
> "strutturalmente perdente" invece mi sembra l'atteggiamento di alcuni
> (molti?) programmatori, in particolare i "nuovi" programmatori, che
> cercano di riprodurre strumenti che usano dall'altra parte, magari
> cercando anche di farli il piu` simile possibile all'"originale" cui
> si riferiscono.
> 
> E` perdente perche` relega ad un ruolo di inseguimento senza
> possibilita` di superare l'altro concorrente, che abbiamo promosso ad
> apripista.  D'altronde e` noto che ci sono molti piu` programmatori
> mediocri che programmatori geniali (come in tutti i campi), e
> replicare e` *molto* piu` facile che progettare cose nuove.

Tutto questo  si riassume in  una osservazione che sento  fare molto
spesso:  "il  Software  Libero/Open  Source  sarebbe  bello,  ma,  a
differenza  del  software  proprietario,  non  produce  innovazione.
Quindi il software proprietario e` necessario".

Questo,  per  fortuna,  non  e`  sempre  vero:  in  alcuni  settori,
specialmente   scientifici,  certe   tipologie  di   programmi  sono
reperibili _solamente_ come Software  Libero.  In altri, il Software
Libero  offre  soluzioni   all'avanguardia  (se  stiamo  nell'ambito
networking, si possono citare  Apache, Zope, Tux...  Il supporto NFS
a livello kernel di Linux...).

Ma e`  indubbio che, se ci si  limita ad altri ambiti  con una certa
"visibilita`",   l'osservazione  diventa   vera:  mi   riferisco  ai
programmi per l'ufficio, a Java, al multimedia, a .NET...

> Hmm... questo forse si ricollega alla domanda del pot se servono i
> monopoli per imporre degli standard. Ovviamente *non* servono, perche`
> in tutti gli altri campi ci sono gli standard anche senza il
> monopolio. Gli standard li fanno i consorzi di produttori, le
> organizzazioni a latere (IETF, W3C, IEEE, ...), la libera concorrenza
> tra diversi prodotti e l'adattamento delle aziende alla realta` di
> fatto, gli organismi pubblici (che emanano direttive su
> caratteristiche e tolleranze dei prodotti). Non li fanno *mai* i
> singoli produttori.

Anche qui, sono d'accordissimo.

Ciao,

Alceste
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