[Discussioni] dannate domande esistenziali
Simone Piccardi
piccardi a firenze.linux.it
Dom 11 Feb 2001 16:47:49 CET
On Sat, Feb 10, 2001 at 11:13:37PM +0100, jaromil wrote:
> no, forse mi sono spiegato male. MuSE cerca uno "sponsor", ho meglio una radio disposta a
> supportarne lo sviluppo in cambio di WARRANTY THAT MuSE FITS FOR HIS PURPOSES
Una alternativa potrebbe essere che ti fai pagare per sostituire il
loro sistema di streaming proprietario e che gli costa un ballino con
Muse, facendo forza sul fatto che tu sei l'autore del ssitema e che
questo funziona bene come da esperienze che tu comunque hai gia`, o
per fare la formazione di chi deve gestire, etc. In parte e` quello
che dicevi te, ma la forma supporto del programma per adattarlo alle
esigenze secondo me e` solo uno dei possibili modi per farsi pagare
per sviluppare software libero (tra l'altro non e` detto che debbano
supportare il programma, magari gli basta solo che gli fai una cosa
che gli interessa).
> > Quale azienda pagherebbe codesta cosa?
>
> piu' d'una. pur di rilasciare il software in modo proprietario, o almeno con il proprio
> copyright sopra, pagando il programmatore per la prestazione senza poi riconoscergli alcun
> diritto di proprieta' intellettuale sul software. questa pratica l'ho verificata di persona
> ed e' praticata non solo da aziende prettamente commerciali, ma anche da istituzioni di
> ricerca quali l'ars electronica center di linz e molte altre
>
Si, questo e` uno degli aspetti piu` aberranti dello sviluppo del
software proprietario, non hai piu` manco il diritto di dire che l'hai
fatto tu il programma. E` una delle cose previste direttamente dalla
normativa internazionale e pratica comune nello sviluppo di software,
per me e` anche una delle ragioni principali per usare la gpl!
> > Venderlo a chi interessa non basta?
>
> con il GPL non mi risulta tu possa ricavare qualcosa dagli end-users
> e' uno dei punti fondamentali del GPL, o mi sbaglio?
>
ti sbagli, non e` assolutamente cosi`. E' per questo che si parla di
software libero, mica di software gratuito. Tu puoi tranquillamente
vendere il tuo programma. Puoi vendere il lavoro fatto per
impacchettarlo, per il supporto etc, puoi vendere il lavoro fatto per
adattamenti (lo stesso Stallmann cita questo come esempio di come
essere pagati per sviluppare software libero e secondo me si adatta
molto bene a muse, non ho idea se sara` possibile anche per il tuo
nuovo progetto), cosi` come puoi farti pagare per realizzare un
programma che fa qualcosa per una ditta a cui serve questo programma.
La differenza sta nel fatto che una volta che il programma l'hai
rilasciato sotto GPL loro non possono "appropiarsene", ne` impedire
che altri lo possano usare, copiare, etc e questo vale anche per te
(anche se al limite puoi cambiare licenza alle versioni
successive). In certi casi questo puo' non essere bene accetto dalla
ditta (che magari vuole quel programma per mettersi avanti a qualche
concorrente), ma in molti casi tutto quello che un committente vuole
e` che il programma gli risolva un problema, e in questi casi non ci
sono problemi per usare la GPL (per prendere il caso di muse, se loro
riescono a fare lo streaming risparmiandosi le licenze del realaudio e
usando dell'hardware che costa molto meno gli frega ben poco di quello
che possono fare altri).
Quindi tu puoi tranquillamente ricavare qualcosa dagli end-user (certo
non seguendo lo schema dello sviluppo proprietario), solo che per il
processo di produzione in genere questo avviene una volta sola (quando
il primo te lo commissiona) poi per gli altri va di lusso (a meno che
non sei abbastanza furbo da rivenderglielo di nuovo quando e` gratis e
disponibile, il che comunque non e` vietato dall GPL), ma tu puoi
sempre farti pagare per installazione, consulenze, adattamenti (e chi
meglio di te, dato che sei l'autore, puo` farlo?).
> ma io non sto parlando semplicemente di sviluppare roba libera
> sto spostando anzi il punto della discussione sullo _sviluppare in modo indipendente roba
> libera_
Beh piu` che questo l'argomento mi pare quello di come ricavare da
vivere con lo sviluppo (e non solo con l'installazione e l'assistenza)
di software libero, cosa che in effetti non e` affatto banale.
Tra l'altro credo che sarebbe molto interessante che come associazione
si iniziasse a raccogliere informazioni su esperienze di questo tipo
per metterle a disposizione per consultazione e come esempio.
Ciao
--
Simone Piccardi
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The answer is: "NO!"
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