[Discussioni] Software libero ed economia

Alex Malgaroli alessandro.m a mail.com
Mer 4 Lug 2001 22:09:32 CEST


E' la prima mail che mando su questa lista, spero che questa mail non sia
fuori tema rispetto all'argomento delle discussioni di questa lista, nel
caso lo sia, perdonatemi, ma indicatemi dove possa discutere di questi
argomenti.
Perdonate in anticipo la lunghezza.
Ho riletto più approfonditamente l'articolo di Alessandro Rubini "Il
Software Libero è economicamente sostenibile".
L'articolo è del 1998, pazientate se non mi ricordo dove si trovi, ma sono
sicuro che voi saprete trovarlo in rete più in fretta di me.
Nel suo articolo Alessandro si focalizza su quattro punti principali:
* sostenibilità per i consulenti e professionisti
* sostenibilità per le spocietà di supporto
* sostenibilità per i centri di formazione
Le tesi di Rubini sono in larga parte condivisibili, sebbene attaccabili
quando cita l'esempio del software fatto per il laboratorio di fisiologia,
che, alla lunga "si è rivelato più costoso di soluzioni commerciali"; va
detto che questa tesi può anche essere errata, il software commerciale
magari avrebbe dovuto essere affiancato a software ad hoc per i compiti che
la sua rigidità non gli permetteva di fare.
Quello però che mi preme far notare è come tutto ciò di cui si parla
nell'articolo di Rubini è riferibile nella quasi totalità delle situazioni,
software che finisce ad una azienda, dove il costo non imputabile a
"licenze" finisce per essere costo di "consulenza" per l'installazione, la
configurazione, l'assistenza ed - eventualmente - la personalizzazione.
Quando però si volesse parlare di software per utenti, il discorso credo che
sia difficilmente applicabile.
Un utente non necessita di continua assistenza ma chiede "spot" alcune
informazioni (supporto, aiuto, propone nuove funzionalità, ecc...). Questo
comporta la difficoltà di capire quale sia il modo di far rientrare gli
(elevati) costi dello sviluppo del "prodotto" (passatemi il termine) nelle
altre attività (principalmente il supporto).
Anche perchè si rischia di avere l'"effetto spirale" che sta affliggendo
Netscape6/Mozilla: pochi lo usano perchè i siti si vedono male e i siti non
si aggiornano perchè pochi lo usano.
Un "prodotto" per utenti (un client di posta, un applicativo alla Office
ecc...) ha necessità di finanziamenti per procedere nello sviluppo (un
prodotto come Office o StarOffice credo che abbia decine di anni uomo di
lavoro dietro, infatti prima era commerciale ed oggi è supportato da Sun -
che ha i soldi per poterlo fare).
Il discorso qui rischia di allargarsi a dismisura. Credo però che i punti in
cui lo si può riassumere siano i seguenti:

1. Un software "libero" o "open source" (cercando di utilizzare
l'interpretazione corretta secondo gli "standards") può non essere "gratis"?
Può avere un meccanismo di "licensing" (pay-per-use, pay-per-install o
cos'altro)?
2. Quanto è plausibile considerare differente il "binario" (e/o l'eventuale
pacchetto di installazione) dal codice e quanto sarebbe quindi "forzato"
rispetto alle licenze disponibii e approvate dall'OSI vendere il binario
(facendo pagare il prezzo di una SW house che dai sorgenti ne costruisce i
binari, cura lo sviluppo, l'evoluzione e la manutenzione e fornisce il
supporto) e dare allo stesso tempo disponibilità del sorgente?
3. E' possibile conciliare: libera circolazione del sapere e dei sorgenti
dei software, proteggere la proprietà intellettuale di un oggeto software
(sempre che sia plausibile considerare diversi due prodotti che fanno lo
stesso mestiere es. mutt e pine) con la giusta remunerazione di chi ha
svolto il lavoro di costruzione, manutenzione, ed evoluzione del software?

Per quest'ultimo caso, faccio l'esempio della casa: la vostra casa l'avete
(se non vivete in affitto) pagata (e magari anche cara). Le tecnologie per
la costruzione di una casa sono note, l'architetto e l'impresario non sono
tenuti a sostenere costi di brevetti ma solo costi di materiale e mano
d'opera (compresa la loro).
E' possibile confrontare la produzione di software con l'esempio della casa?
Il tempo delle persone e i costi di progettazione, seppur basate su tecnolog
ie note e disponibili, tengono in conto le competenze delle persone (così
come non tutti possono improvvisarsi architetti o geometri, non tutti
possono improvvisarsi informatici), il loro lavoro ed il tempo impiegato
nella realizzazione.

Vi chiedo scusa per essermi presentato con un malloppino così pesante ed
indigesto.
Non mi aspetto rispondiate subito, ma vorrei scambiare opinioni con voi, e
se fosse possibile anche con lo stesso Rubini.

Grazie a tutti.

ALX

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Who knows where the world may turn us? Only a fool would say
Who knows what the Fates may have in store?
Follow the light of truth, as far as our eyes can see.
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