[Discussioni] [tanto entusiasmo] una strategia per assoli

Alessandro Rubini rubini a gnu.org
Sab 2 Giu 2001 15:15:42 CEST


Con enorme ritardo, mi permetto di esprimere alcune critiche sulla
proposta di Raphael. Come al solito, questo va considerato il mio
punto di vista personale e *non* la strategia di Assoli (di cui non
faccio parte). La mia visione critica non vuole assolutamente essere
lesiva delle iniziative, esprime solo un diverso punto di vista che
puo` benissimo essere errato.

> leggendo per caso la rivista di assoindustria, scopro che questa 
> raccomanda i prodotti della microsoft perché ha fatto per prezzi 
> agevolati un accordo con loro.

Come e` gia` stato detto, il fattore prezzo conta molto. Quasi tutti
(per quel che ne so) provano i sistemi liberi perche` gratuiti,
scoprendo solo dopo che non e` solo una questione di prezzo (ma
comunque non tutti).

Anzi, in certi ambienti va ancora peggio (e assoindustria potrebbe
benissimo essere uno di quelli): se ti hanno quasi convinto che ti
serve il prodotto M e poi ti fanno uno sconto, questo e` considerato
un guadagno netto, mentre il prodotto F che costa zero vale zero (e,
comunque, e` associato a costi di migrazione non indifferenti, costi
che vanno a confrontarsi con il guadagno netto che hai di la`).
Secondo me funziona cosi`, se non a livello razionale almeno a livello
inconscio: questi sconti non vengono visti come meno spesa ma come
esplicito guadagno, quindi una cosa da non rifiutare.

> Ciò mi fa pensare che ci sono vie di diffusioni più portanti e più
> elaborate di quelle della semplice discussione in lista, più mirate
> verso l'esterno.

Vero, ma occorre fare i conti con le risorse che si hanno e valutare i
costi e i ricavi di ogni iniziativa (anche se non in senso monetario).

> Ci stiamo organizzando progressivamente, ma non si è fatto ancora una 
> pianificazione strategica della nostra azione. Cosa vogliamo ? Chi 
> dobbiamo informare per questo? Con quali mezzi li si informa?

Oltre al "cosa vogliamo", che e` la domanda fondamentale, occorre
anche chiedersi "quante risorse abbiamo", e magari anche "quali
competenze".

> -andiamo nelle università, di informatica, di economia e commercio, 
> facciamoci delle conferenze...

Bello, ma organizzare queste cose e` compito dei docenti. O e` il
docente che si interessa alla cosa, e quindi si puo` aiutarlo a tirare
in piedi l'evento, altrimenti l'evento e` costosissimo in termini di
tempo uomo da parte nostra e lascia il tempo che trova. E che risorse
possiamo offrire in termini di relatori? Bisogna anche tenere conto
che una presentazione mal fatto puo` essere peggio di nessuna
presentazione.

A me un intervento costa tre giorni netti di lavoro (no, non e` il mio
mestiere). Se anche a una persona normalmente sveglia constasse 1.5
giorni, val la pena fare questi sforzi "cosi`" se l'iniziativa non
parte dai docenti che sono interessati alla cosa e la seguono prima e
dopo con gli studenti? Non si rischia piuttosto di ingerire con
l'attivita` dell'universita` e abbassarci al livello delle aziende che
fanno le conferenze solo per presentare i loro prodotti?

Occorre essere pronti ad aiutare i professori che voglio muoversi in
questa direzione (gia` lo si fa, se non erro), evitando di partire da
zero dicendo "andiamo nelle universita`". Parere personale,
ovviamente.

> -contattiamo anche noi gli organi di rappresentanza. Tante 
> associazioni sarebbero contenti di sopportarci, già l'Arci aveva 
> cominciato a Bologna, ma chiediamo a Legambiente,

Vero. Chi ha contatti interessanti da mettere in ballo? Assoli tiene
un indirizzario di contatti a cui si puo` contribuire? Ancora una
volta, pero`, occorre calcare le piste sicure per evitare inutili
sprechi di risorse.

> -identifichiamo settori dove la nostra azione si incontra con quella 
> di altri. Per esempio chi nella cooperazione internazionale per lo 
> sviluppo sa che possiamo fornire consigli su come informatizzarsi...

E` vero, ma facendo attenzione a non forzare la mano. Meglio evitare
persone scontente perche` costrette ad avere a che fare con sistemi
cui non sono pronti. Uno scontento non viene bilanciato da due
soddisfatti.

> -interpelliamo i leader d'opinione. Sono sicuro che se contattati, 
> Giovanotti, Benigni, il nostro astronauta, Montanelli, Nanni Moretti, 
> Rita Levi Montalcini, la Ferilli...

Se qualcuno ha contatti in proposito parli pure, Assoli prendera`
(spero) nota.

> -rivolgiamoci ai nostri eletti, deputati e senatori, consiglieri 
> comunali (;-),  provinciali, regionali, che molti non ne sanno niente 
> e saranno contenti di far vedere che si preoccupano di Internet.

Questa e` una buona idea, niente da dire.

> -appelliamo ai mass-media. Sono sicuro che gran parte dei giornalisti 
> provano simpatia per noi.

Certo, per quei poveri ragazzi che pensano di ignorare cosa
l'informatica sia. Ci sono giornalisti illuminati, ma occorre fare
*molta* attenzione a non generare fonti di disinformazione (o
informazione malfatta).

> Si potrebbe avere una chronique in quanto Assoli, in qualche radio,
> qualche mensile

Ci sono i contatti e le risorse? Ci sono i contenuti per rubriche
fisse?  Val la pena di inpegnarsi in questo fronte? L'informazione
"tecnica" (cioe` "esiste e funziona") e` gia` fatta in mille forme, la
necessita` di azione organizzata e` piu` sul piano culturale. Ma per
aprire canali informativi culturali occorrono contatti e risorse.

> - sbarchiamo nelle scuole. Cosa pensate del progetto non ancora 
> partorito "una debian per ogni allievo di informatica"?

Deve partire dagli insegnanti, bisogna muoversi con il corpo
insegnante in maniera organica e incentrata sugli aspetti culturali e
sulla liberta` di insegnamento (Bernardi insegna). Ci sono gia`
iniziative in tal senso (come sai), non credo che "una debian su ogni
banco" abbia senso se non associato a tali iniziative, e Assoli non
mi sembra debba cercare di coordinare anche questo settore. 

> - diffondere la cultura del software libero, oltre il complesso 
> sistema linux. diamo il via alla campagna "liberate il vostro 
> software" ! programmatori amatori di tutto il mondo, unitevi a noi

Che vuol dire? Apprezzo il tuo entusiasmo, ma non puoi proporre a
tutti di piallare le loro macchine seguendo l'onda di smanettoni
esaltati. Bisogna aiutare le persona a capire i problemi legati
all'informatica e al controllo dell'informazione in genere, e aiutare
nel passaggio chi autonomamente sceglie di preferire il sw libero.

Deve comunque trattarsi di utenti determinati a cambiare (se no
possiamo rovinare facilmente tutto il lavoro fatto), e per questo
vanno benissimo le campagne informative con i mezzi che prima
descrivi.  Pero` se non abbiamo dei contatti aperti si rischia di
bruciare troppo tempo uomo a fronte dei risultati.

> #con quali mezzi?:
> §tutte le nostre forze sono riunite? non credo, appena sappiamo quali 
> sono le aziende che fanno software libero in toscana. strutturiamoci 
> meglio.

Piu` o meno gia` si sa quali sono le aziende. E ci sono iniziative per
coordinarsi (Paolo Bizzarri propone che noi lavoratori del settore ci
parliamo un po' a questo fine; mi sembra un'ottima cosa e partiremo a
linux expo dove ci vediamo).

Cercare tutte le aziende che usano sistemi liberi non ha senso; chi
vuole lavorare per la liberta` si e` gia` espsoto, gli altri sono solo
utenti e rivenditori di prodotti che gli costano meno.

> §quali sono le nostre competenze ? facciamo un bilancio di
> competenze:

Facciamo un bilancio di risorse, ma a fronte di iniziative. Se
qualcuno vuole lanciare e coordinare un progetto deve fare i conti
delle risorse e competenze di chi partecipa. Ma chi di noi oggi puo`
lanciare e coordinare un progetto di portata nazionale?

> Creiamo un network, Libre Software Network. Creiamo delle
> commissioni, dei gruppi di lavoro con coordinatori ben identificati.

Tutto bello, ma prima servono i coordinatori qualificati.

> §quanti soldi abbiamo ? sarebbe forse ora o dopo il caso di investire 
> qualcosa, sia in materiale di promozione, sia in persone che passino 
> tempo a seguire i sforzi.

Materiale di promozione per cosa? Spero non per distribuire gratis i
CD nelle scuole. Il materiale di promozione e` giusto farlo in
relazione agli eventi cui si partecipa, ed e` giusto cercare di
farselo fare da redhat e gli altri del giro.


Continuo a pensare che la cosa migliore da fare per noi sia ancora
quella di coltivare il passaparola e seguire i contatti, usando le
liste per coordinare le idee e divulgare le informazioni.  Con "noi"
intendo chi crede nel software libero e dedica parte del suo tempo
libero "per la causa"; ognuno poi ha specificita` e interessi diversi
(gli insegnanti, i programmatori, gli amministratori di sistema, i
distributori), interessi che vanno coordinati in altre sedi.

E bisogna anche ricordare che con il sw libero non salviamo il mondo,
non cerchiamo di investire piu` energie del necessario in un campo in
cui ormai ci sono interessi economici notevoli anche dalla nostra
parte. Se avessi ancora una dose sufficiente di tempo libero, tornerei
a fare il capo nel movimento scout, *non* lo investirei a parlare di
calcolatori.

/alessandro
-- 
Quello che scrivo rappresenta solo il mio personale punto di vista,
non rispecchia l'opinione di organizzazioni di cui faccio o ho fatto parte.




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