[Discussioni] Re: Esiste sw libero italiano che viene venduto con successo?

Marta Rosso martarosso a tin.it
Gio 11 Apr 2002 11:12:09 CEST


Grazie a tutti per le idee. 
Molto interessante l'idea di vendere la garanzia, perché in effetti, senza 
dover rischiare con centrali nucleari, ospedali, etc. (lì bisognerebbe poter 
usufruire di assicurazioni) è possibile impegnarsi a fornire un software 
funzionante, anzi credo che in effetti in molti contratti "custom" la 
clausola di garanzie sia già parte integrante del contratto.

Ripongo però la domanda: conoscete casi di software libero ITALIANO venduto 
(vendendo * lo sviluppo al primo cliente * le migliorie/l'adattamento ai 
clienti successivi * il supporto tecnico o quello che vi pare, escludendo la 
licenza)?
Parlo di software di "nicchia", non so, ad. es. qualcuno che ha sviluppato un 
software per gestire la contabilità, o un call-center, e che ora vende questo 
software in "serie".

Davide Barbieri parla di "esempi che si sprecano": ti sarei grata se me ne 
volessi fornire alcuni, l'importante è che siano italiani, perché potrebbero 
essere un buon argomento per convincere qualcuno a investire su simili 
iniziative.

Marta

PS
Per rispondere alle curiosità su SuSE:

>> Oppure grandi aziende come RedHat o SuSE riescono, grazie anche agli
>> ingenti investimenti iniziali, ad affermarsi sul mercato.

>Credo che anche il loro piano industriale si basi sui servizi (magari un
>po' meno quello di suse, ma non so bene)

SuSE fattura il 70% con la vendita dei pacchetti, il piano basato sui servizi 
non ha avuto i risultati aspettati, anche se comunque sono introiti 
importanti.

>> Scusate il punto di vista "economico", ma perché il software libero si
>> affermi bisogna tener conto anche di questo aspetto.

>Non vedo cosa ci sia da scusarsi: che voci girano in suse sulla
>comunita` del SL? :-)))

Parlo di SuSE a livello generale perché non vale la pena di spendere parole 
sulle filiali, sempre più ridotte a braccio commerciale.
Gli sviluppatori sono, credo in maggioranza, convinti membri della comunità. 
Diverso è il discorso del management, che a causa di difficoltà economiche è 
sempre meno quello dei fondatori "illuminati" ma incompetenti a livello di 
gestione e sempre più di "manager" interessati al lato economico.
Ciò non toglie che il supporto per la comunità (tramite sponsorizzazioni, 
etc.) non sia ancora venuto meno, anche se l'obiettivo dichiarato adesso è 
quello di fare profitto (anche perché non essendosi quotata in borsa in tempo 
come RedHat SuSE si è finora appoggiata a investitori che rivogliono i loro 
soldi!).



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