[Discussioni] Re: Esiste sw libero italiano che viene venduto con successo?

Federico Di Gregorio fog a initd.org
Gio 11 Apr 2002 11:22:54 CEST


Il gio, 2002-04-11 alle 11:12, Marta Rosso ha scritto:
> Grazie a tutti per le idee. 
> Molto interessante l'idea di vendere la garanzia, perché in effetti, senza 
> dover rischiare con centrali nucleari, ospedali, etc. (lì bisognerebbe poter 
> usufruire di assicurazioni) è possibile impegnarsi a fornire un software 
> funzionante, anzi credo che in effetti in molti contratti "custom" la 
> clausola di garanzie sia già parte integrante del contratto.
> 
> Ripongo però la domanda: conoscete casi di software libero ITALIANO venduto 
> (vendendo * lo sviluppo al primo cliente * le migliorie/l'adattamento ai 
> clienti successivi * il supporto tecnico o quello che vi pare, escludendo la 
> licenza)?
> Parlo di software di "nicchia", non so, ad. es. qualcuno che ha sviluppato un 
> software per gestire la contabilità, o un call-center, e che ora vende questo 
> software in "serie".
> 
> Davide Barbieri parla di "esempi che si sprecano": ti sarei grata se me ne 
> volessi fornire alcuni, l'importante è che siano italiani, perché potrebbero 
> essere un buon argomento per convincere qualcuno a investire su simili 
> iniziative.

dunque, i driver python/postgres/zope popy ed in seguito psycopg sono
stati entrambi finanziati da clienti della mixad live (di cui facevo
parte, ora chiusa) all'interno di progetti piu' grandi. entrambi i
prodotti non sono mai stati venduti a + di un cliente, nel senso ce sono
poi stati utilizzati in altri prodotti (psycopg da me, popy dalla nekhem
s.r.l.) senza + farli pagare al cliente finale.

digdug, una complessa serie di script che usano il motore di ricerca
htdig venne venduto ad un primo cliente (vitaminic) e poi riadattato ad
essere utilizzato con zope e venduto ad un secondo cliente (csi,
torino).

il programma icxf (un convertitore dal formato cxf, usato dal catasto
italiano verso i formati cvg/dxf) doveva venire finanziato, poi non se
ne fece piu' niente ma lo pubblicammo lo stesso ;)

> Parlo di SuSE a livello generale perché non vale la pena di spendere parole 
> sulle filiali, sempre più ridotte a braccio commerciale.
> Gli sviluppatori sono, credo in maggioranza, convinti membri della comunità. 
> Diverso è il discorso del management, che a causa di difficoltà economiche è 
> sempre meno quello dei fondatori "illuminati" ma incompetenti a livello di 
> gestione e sempre più di "manager" interessati al lato economico.
> Ciò non toglie che il supporto per la comunità (tramite sponsorizzazioni, 
> etc.) non sia ancora venuto meno, anche se l'obiettivo dichiarato adesso è 
> quello di fare profitto (anche perché non essendosi quotata in borsa in tempo 
> come RedHat SuSE si è finora appoggiata a investitori che rivogliono i loro 
> soldi!).

perche', quelli che han comprato le azioni redhat non li rivogliono? ;) 

-- 
Federico Di Gregorio
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