[Discussioni] Re: Esiste sw libero italiano che viene venduto con successo?
Simo Sorce
simo.sorce a xsec.it
Ven 12 Apr 2002 10:41:05 CEST
Attenzione segue un testo un po' corposo in cui tendero' ad essere un
po' polemico ma in cui espongo idee che secondo me possono essere
interessanti!
Questo disclaimer serve proprio a preparvi ad affrontare il testo con la
giusta dose di pregiudizio verso uno sciocco idealista!
On Thu, 2002-04-11 at 16:13, Marta Rosso wrote:
> > Vediamo di farne alcuni di un po' piu` significativi: [...]
>
> Grazie per gli esempi, sarebbe bello raccogliere queste indicazioni in una
> pagina sul web (magari ci provo io visto anche che mi serve per il mio
> lavoro).
>
> > SuSE fattura il 70% con la vendita dei pacchetti, il piano
> > basato sui servizi non ha avuto i risultati aspettati, anche se
> > comunque sono introiti importanti.
> > Sicura di questi dati? Il 70% del fatturato con
> > la sola vendita dei pacchetti e` molto. Oppure il 100%
> > del revenue di SuSE e` poco :-)
>
> In Germania la SuSE vende un casino di pacchetti, i tedeschi sono più
> abituati a comprare software e libri. (E vi garantisco che non è un luogo
> comune)
>
> >sopravvive comunque) e soprattuto, nessuno dei miei clienti (e non
> >piccoli, banche, etc.) mi ha mai detto "vado a fare un contratto con
> >suse perche' e' una grossa societa'". in genere alla sola idea si
> >mettono a ridere...
> credo che ci siano diverse categorie di clienti non rispetto alle dimensioni
> ma rispetto alla competenza, forse i tuoi clienti sono un po' più consapevoli
> e conoscitori di Linux e sanno che Linux è come la stoffa per fare il
> vestito, quindi se vogliono un buon vestito si possono rivolgere al sarto (i
> piccoli) invece che acquistare il pre-confezionato (suse)
>
> DISCORSO PICCOLI/GRANDI / MODELLI SOSTENIBILI:
>
> >"don't ask how you can 'do' free
> > software business; ask what your business can 'do for' free software".
> > E` questo che, secondo me, i grandi "manager" messi a capo
> > di aziende come SuSE, RedHat, Linuxcare, VA, Lineo
> > e compagnia bella, non hanno ancora capito.
>
> Tutto ciò è molto bello ma finché le aziende per la maggior parte esistono
> per fare soldi bisogna tener conto di questo fatto per promuovere veramente
> il free software.
Beh la prima cosa necessaria a promuovere il software libero sarebbe
quella di utilizzare sempre lo stesso termine in italiano ;)
Usare intercalandoli Open Source, Free Software e Software Libero crea
confusione nel lettore occasionale che non capisce bene se ci si
riferisce effettivamente allo stesso oggetto inoltre tende purtroop a
leggere quel free come gratis e forti di questa interpretazione
purtroppo ultimamento vedo persone che utilizzano il termine libero
quasi come sinonimo di gratis forzando il significato del termine per
combaciare con l'idea distorta che si sono fatti di cosa sia il software
libero veramente.
Io sono convinto che le aziende in genere non nascono per fare soldi, le
aziende nascono per la voglia dei fondatori di creare un prodotto o
fornire un servizio e come conseguenza producono i profitti necessari a
continuare l'attivita', ritengo intrinsicamente fallimentare fondare una
qualsiasi azienda col solo intento di fare soldi, perche' fare azienda
vuol dire fare anche sacrifici e non solo raccogliere frutti, e chi
vuole 'fare soldi' generalmente non e' in grado di fare sacrifici
perche' mancano le motivazioni per poterli sopportare.
Se si vogliono 'fare soldi' non vale certo la pena di buttarsi nel campo
del software libero ci sono settori ben piu' redditizi (anche se
illegali a volte ..).
> Io vado da gente che assembla PC e che dice: mah stiamo a vedere, adesso il
> mercato non chiede Linux, forse fra 5 anni ci investiremo sopra. 5!!!!!
> Oppure da finanziatori che dicono: ma ce l'avete il brevetto?
Spero mai, i brevetti sul software (e sulle idee) sono un danno per la
societa' e per il software libero.
> A me piacerebbe che anche la gente normale in negozio potesse scegliere fra
> Linux, Windows, Mac. Perché Linux è più bello e stimola un uso più
> intelligente. Ormai quando mi capita di mettere le mani su Windows mi vengono
> i brividi (e io sono un utente, non un tecnico)!
Si ma io vorrei proprio che si scegliesse Linux (o altro software
libero) perche' consci che si tratti di software libero e quindi
soprattutto eticamente migliore non solo perche' "migliore"!
> E vorrei che il progetto di legge sull'Open Source nella PA fosse un
> argomento dibattuto non solo fra aficionados. Ma secondo voi quanti
> parlamentari sanno cos'è il free software?
Pochi sanno bene cosa sia il software libero anche se immagino che a
quest'ora almeno un centinaio ne abbia almeno sentito parlare, ma questo
non mi scandalizza, e' normale, i concetti che stanno dietro al software
libero non sono banali e necessitano di un minimo di attenzione e di
apertura mentale (nonche' di onesta' intellettuale) per essere recepiti
e ci vuole tempo perche' cio' avvenga (anzi direi che a volte ho il
dubbio che accelerate troppo brusche possano essere addirittura
controproducenti).
> Sul discorso "c'e` piu` spazio per molti piccoli e meno per pochi grandi"
> da vera economista (orgogliosamente laureata in economia POLITICA) mi sento
> in dovere di intervenire ; )
Non avermene a male ma mi preoccupa non poco che un laureato in economia
politica mi dica che le aziende esistono per 'fare soldi'.
> Secondo me la motivazione per la quale non ci sono aziende grandi che hanno
> successo con software free (eccezioni: RedHat & compagnia, che però non sono
> veramente grandi) è questa: dato che non mi posso ripagare i dipendenti che
> lavorano per sviluppare perché non posso/voglio "chiudere" il prodotto,
> sopravvive meglio chi fa un pochino di sviluppo, e poi un po' di servizio per
> ripagarselo.
No, la produzione di software e' parte della fornitura del servizio!
In un'economia non drogata dalla necessita' di vendere prodotti a tutti
i costi, prima nasce l'esigenza di un prodotto e poi esso viene creato.
Purtroppo invece vedo sempre piu' tentativi di business in cui si
cercano finanziamenti per creare un nuovo "prodotto" e poi si cerca di
crearne il bisogno in modo che qualcuno l'aquisti.
Un modello del genere richiede ovviamente forti investimenti iniziali e
poi grosse campagne di marketing per far sapere alla gente che c'e' una
nuova cosa di cui nessuno sapeva nulla perche' non ne aveva mai sentito
il bisogno e che si vuole convincere che invece ne ha bisogno.
Un modello come questo non ha semplicemente senso nel campo del software
libero, tutti i grossi progetti che poi hanno avuto successo non sono
nati a tavolino, ma sono stati il frutto del bisogno di alcuni individui
o piccoli gruppi di individui che poi hanno trovato tanti altri che
hanno sentito la stessa esigenza e si sono uniti ai primi
nell'aggiungere tutte le funzioni aggiuntive di cui sentivano il
bisogno. E' proprio per questo che si parla di sviluppo comunitario, ed
e' il motivo per cui progetti di questo tipo fioriscono e riescono a
sostenersi nel tempo e sopravvivere anche dopo l'abbandono dei creatori
originali. Inquesto contesto si inserisce anche l'idea di unix fatta
propria da molti software liberisti di costruire tanti piccole
applicazioni da interfacciare tra loro in modo che sia semplice (e
quindi mooolto meno oneroso anche economicamente) costruire applicazioni
piu' grandi. In questo senso per esempio ritengo cruciali lo sviluppo di
frameworks come gnome che grazie a componenti come bonobo tende a
portare questo modello ad un livello superiore in modo che tante piccole
applicazioni possano interfacciarsi tra di loro in modo semplice per
costruire applicazioni piu' grandi e quindi dividere gli oneri (e gli
onori :) di manutenzione e creazione delle singole parti tra molti piu'
soggetti (es: ritengo poco sostenibile la creazione di grosse e
complesse suite d'ufficio tutte integrate come staroffice/openoffice,
invece e' molto piu' semplice avere tante piccole applicazioni
editor/foglio di calcolo/flow chart/ecc che riescono ad essere
integrati, e riescono a comunicare tra loro, in una sola grande
applicazione tramite interfacce di programmazione intelligentemente
costruite).
Tutti gli altri sono piccoli progetti che possono essere facilmente
finanziati dalle esigenze di singoli clienti e piccoli consorzi di
clienti e di cui puo' poi beneficiare tutta la comunita'.
> Per un'azienda grande sarebbe difficile concepire 100 dipendenti
> che lavorano per la gloria sviluppando, mantenuti da altri 100 che fanno
> consulenza, etc. Per una piccola è facile dividersi a metà fra i vari compiti
> come credo facciano Prosa & altri.
Non capisco perche' per una grande azienda non dovrebbe essere in grado
di mantenere 100 dipendenti che sviluppano (per fornire un servizio ai
clienti, non per la gloria!!!) e vengono pagati un tot ognuno ma puo'
sopportare di pagare 5 volte tanto una decina di dirigenti (che lavorano
per la gloria? :).
>
> >Solo che non tutti possono fare
> >l'azienda di informatica come spesso ci viene detto.
> Questo è un ragionamento giusto: quando nel mercato c'è trasparenza emerge la
> qualità. Ma perché ci sia trasparenza, bisogna anche poter conoscere le
> alternative.
E' esattamente per questo che nsacono le associazioni come FSFE e
Assoli. :)
> La mancata conoscenza delle alternative è attualmente il maggior ostacolo
> alla diffusione del sw libero (che finora è largamente -in italia purtroppo
> mediamente- diffuso e conosciuto solo fra gli informatici o, guardandola in
> altro modo, server).
> Solo i grandi (purtroppo) possono diffondere la conoscenza. Se non hanno
> incentivi a investire, semplicemente non lo fanno e la "massa" rimane con sw
> proprietario, visto che i piccoli non sono in grado di parlare alla massa.
Non sono d'accordo su questo punto.
Pochi grandi possono fare campagne pubblicitarie, ma le campagne
pubblicitarie _non sono_ informazione (ho gia' precedentemente espresso
forti dubbi sulla positivita' delle campagne pubblicitarie per la
diffusione della conoscenza del software libero).
> Come mai la Sun sta mettendo StarOffice a pagamento?
Perche' purtroppo la gente e' stata abituata per anni al mondo del
software proprietario al punto che, non conoscendo cosa vuol dire
software libero, si fida di piu' quando paga per un prodotto.
Di fatto la sun non sta facendo altro che vendere il servizio di
supporto (in modo esclusivo) come potrebbe fare chiunque altro invece se
il programma rimanesse libero.
> Per me è preoccupante.
> Lo sviluppo di Linux dipende finora in buona misura da sforzi volontari.
> Questo significa che qualora questi sforzi dovessero diminuire la concorrenza
> (sw proprietario) riguadagnerebbe terreno, anche perché può liberamente
> "copiare" le idee anche se magari non riutilizzare il codice chiudendolo.
Non vedo perche' questi sforzi dovrebbero diminuire, molti di coloro che
lavorano al kernel sono pagati per farlo ma sono convinto che
continuerebbero a lavorarci anche se non dovessero essere piu' pagati
per farlo.
> Per questo credo sia essenziale trovare modelli sostenibili economicamente di
> sviluppo, anche su larga scala.
Cosa intendi per larga scala? Grossi progetti? O tanti progetti?
> Modelli diversi da "impongo la licenza per assimilare il prodotto a un
> prodotto fisico", certo.
> Ma una fonte di guadagno ci deve essere.
> Il supporto?
Certo, si cerca di fare di tutto per rendere le cose facili e immediate
da utilizzare, ma nonostante tutto e' sempre necessaria una persona del
mestiere per risolvere i problemi che non sono poco piu' che banali e
tante volte anche per quelli. Questi sono posti di lavoro.
> Ironicamente il fatto che Linux ormai funzioni così bene anche sul desktop
> mette in pericolo i ricavi derivabili dal supporto.
Perche'? Credi che Linux si installi e si aggiorni da solo? A casa si
puo' anche fare ma le aziende hanno bisogno di qualcuno fornisca il
supporto per la gestione dei proprio computer qualunque siano il sistema
operativo e le applicazioni adottate. A volte si costruiscono un
supporto internamente, molto piu' spesso cercano supporto presso aziende
locali specializzate.
> Lo sviluppo per il primo cliente?
> Ma può una piccola azienda permettersi di pagare da sola per lo sviluppo di
> un prodotto?
Certo! Tutti i giorni vengono sviluppati programmi (o adattamenti) da
piccole aziende (anche nel campo del software proprietario e spesso
venduti in unica copia semplicemente perche' non hanno alcuna utilita'
per nessun altro).
Simo.
--
Simo Sorce - simo.sorce a xsec.it
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