[Discussioni] seminario Universita' e brevetti -- relazione

Simo Sorce simo.sorce a xsec.it
Mar 24 Dic 2002 00:55:28 CET


On Tue, 2002-12-24 at 00:33, Francesco Potorti` wrote:
> Attento a non buttarti contro i mulini a vento.  Distingui la propaganda
> dalla sostanza.  Qualunque ricercatore, qualunque politico non
> totalmente ignorante sa benissimo che la ricerca senza pubblicazioni e
> diffusione della conoscenza avvizzisce molto rapidamente.  Ma chi vuol
> propagandare un'idea, come al solito, la monta più del ragionevole.  Non
> scagliarti contro la montatura, serve solo a fare apparire il tuo
> discorso propagandistico quanto il loro.

Corro il rischio, mi piacciono i mulini :-)

> >Se parli di brevetti, implichi che hai trovato la soluzione tecnica, non
> >di idee!!!
> 
> Continuo a ripeterti (e continuo a non capire perché non ci vuoi
> credere) che dalla soluzione tecnica, brevettata o meno, al prodotto
> venduto c'è di mezzo almeno la ricerca di mercato, l'ingegnerizzazione e
> la commercializzazione, ognuno di questi passi è un rischio (cioè può
> creare difficoltà insormontabili ed imprevedibili) ed è costoso.  Una
> volta commercializzato il prodotto, si trattiene il fiato e si spera:
> può darsi che nonostante le ricerche di mercato fossero incoraggianti,
> il prodotto non se lo fili nessuno, o non abbastanza da recuperare i
> costi.  Fallisci e chiudi bottega.

Ci credo, e conosco la situazione, e ripeto che il brevetto è nato e
rimane per le soluzioni tecniche non per le idee, il discorso che fai è
ortogonale a questa affermnazione.

> Chi corre questo rischio spesso sono gli inventori, che si sbattono per
> tre-cinque anni per quindici ore al giorno dopo aver convinto a
> finanziarli un gruppo di capitalisti di ventura.  Costoro sono gruppi
> organizzati di specialisti di gestione d'impresa e finanziaria, che
> progetti così ne finanziano venti per sperare di vederne riuscire uno o
> due, i quali ripaghino le spese di tutti e venti e portino anche dei
> guadagni.  Investimenti ad alto rischio ed alto potenziale rendimento (o
> totale perdita).  La soluzione tecnica senza brevetto non la considerano
> neanche: rischio troppo elevato.

Ci penserà qualcun altro allora. Il brevetto non nasce per permettere la
commercializzazione ma per rendere pubblici i risultati della ricerca
invece di mantenerli segreti.
Se la ricerca costa molto è giustificato, se la ricerca non c'è o costa
nulla non lo è.

> Questo rischio d'impresa, senza la copertura di un brevetto, è frequente
> che nessuno se lo voglia accollare perché troppo grosso, e idee magari
> promettenti si perdono.  Ripeto, non parlo per sentito dire, queste cose
> le ho viste.

Certo, ma qua non distingui. Forse non ci siamo capiti, le idee è
difficile che si perdano, al massimo non si trovano soluzioni tecniche
... ma siccome le soluzioni tecniche possono essere brevettate non si
perdono. E non credo tu abbia visto un'"idea" brevettata.

> >No, io ritengo che nel caso delle idee astratte, algoritmi, software il
> >danno sia estremamente maggiore e i benefici praticamente nulli.
> 
> Perché il danno maggiore?  Per la maggiore dinamicità (velocità di
> innovazione) nel campo del software rispetto a quello industriale?

Quello è solo un fattore minore.
Permettere la brevettazione del software vuol dire di fatto permettere
la brevettazione di idee astratte ed algoritmi, ed è inaccettabile.

Simo.

-- 
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