[Discussioni] La memoria presentata da Suse all'audizione al Senato
Marco Ermini
markoer a firenze.linux.it
Lun 8 Lug 2002 20:15:34 CEST
On 06 Jul 2002 10:40:53 +0200, Simo Sorce <simo.sorce a xsec.it> wrote:
[...]
> La promozione del software libero è una questione politica e
> diconvivenza civile.
Mah, puo' darsi. Su questo io non mi esprimo, puo' darsi tu abbia ragione, ma
sinceramente non ho la pretesa di stabilire cosa sia meglio politicamente o
cosa sia meglio per la "convivenza civile" (e sinceramente se tu sei tanto
sicuro di saperlo, perche' non ti candidi alle prossime elezioni? ;-)
> La liberta del software è più importante della
> bonta tecnica.
La liberta' del software e' importante perche' *alla lunga* questo si riflette
sugli aspetti tecnici. Se non sei convinto di questo allora il tuo sostegno al
software libero e' del tutto ideologico (ed e' ancor piu' grave se sei un
tecnico) ed e' fondato su un fraintendimento di fondo.
Il software libero, alla lunga, porta dei risultati migliori ed e'
economicamente piu' sostenibile del software proprietario, allo stesso modo in
cui la benzina verde e' piu' sostenibile della super, o la raccolta
differenziata dei rifiuti e' piu' sostenibile degli inceneritori alla
diossina. Questo significa che nel breve periodo le poche lobby degli
inceneritori possono avere un danno economico, mentre le tante imprese di
raccolta differenziata ne avranno un vantaggio; di questo pero' ci interessa
poco, piuttosto ci interessa che indirettamente, tutte le aziende produttrici
dovranno salire di livello tecnico ed imparare a lavorare materiali non solo
vergini ma anche riciclati, e dovranno produrre prodotti migliori di quelli
precedenti se vogliamo che la gente scelga questi prodotti. Se non hai, alla
fine della catena, cioe' all'utente, portato dei vantaggi (ovvero non hai
realizzato un prodotto tecnicamente migliore), allora la gran parte delle tue
motivazioni per intraprendere la tua stessa impresa decadono, sia perche' non
avranno gambe su cui reggersi, sia perche' il mondo in cui viviamo e' in un
certo senso "darwinismo" e la "selezione naturale" predilige solo i migliori e
quindi sarai (giustamente) estromesso.
Spero che la metafora sia stata colta. Col software ti va meglio che con la
ditta di cui sopra, perche' a diversi livelli il software libero porta gia'
dei vantaggi reali (ma bisogna avere il coraggio di inventare).
> E RedHat ha sempre dimostrato di valutare molto di più di
> altre distribuzioni commerciali la libertà di un programma, almeno
> quando c'era un programma libero decente anche se non era il migliore.
> Se ci interessasse solo la bonta tecnica, il software libero non sarebbe
> mai nato e probabilmente staremmo tutti qui ad usare Solaris e Oracle,
> ma ovviamente così non è.
La stragrande maggioranza dei software liberi non sarebbe nata se non ce ne
fosse stato uno equivalente commerciale, visto che il 99% dei software liberi
di concettualmente nuovo non hanno nulla, *anzi*, in genere sono una "versione
free" di qualcosa di commerciale.
Se io sono un amministratore di database, devo rendere conto del mio lavoro
probabilmente ad un capo. Se mi serve qualcosa come Oracle, e' probabile che
scegliero' Oracle - anche perche' un equivalente free ancora non c'e'. Se devo
scegliere la piattaforma su cui farlo girare, se scelgo Linux, allora
automaticamente scelgo di utilizzare anche dei software che sono free - se lo
faccio girare su Windows NT il software libero ha perso due volte.
Il fatto che ci sia *la possibilita'* di scegliere e' la sostanza del mercato;
privarsi di questa possibilita' in nome di ideologismi ottusi significa,
ripescando un vecchio adagio informatico, spararsi nei piedi e compiacersi
perche' "i veri duri e puri hanno i buchi nei piedi"!
I sostenitori del software libero piu' intelligenti e che hanno saputo
guardare un attimo piu' lontano hanno saputo intravedere il fatto che nello
"sporcarsi le mani", nella commistione con software non free c'era in nuce la
possibilita' di rendere piu' popolare e diffuso anche il software free. Saper
sfruttare l'appoggio di grosse aziende significa anche far crescere il
software libero, soprattutto sul piano tecnico che abbiamo visto essere
indispensabile. Se Linux non avesse la possibilita' di far girare degli
application server, dei database, dei cluster ecc., allora oggi qualsiasi
discussione, non ultima la proposta di legge di Cortiana, avrebbe alcun senso,
perche' non avresti nulla da offrire in alternativa a Microsoft.
Quindi, il lato tecnico e' assolutamente complementare a quello ideologico,
entrambi sono strettamente correlati e l'uno non puo' fare a meno dell'altro.
Tutto il resto sono vuoti discorsi, si puo' discutere fino alla paranoia della
virgola di liberta' che ti da' in piu' il fatto di costringere l'utente a
scaricarsi un programma anziche' metterglielo direttamente nel CD - politica
semplicemente ottusa e che poco ha a che fare con la "sensibilita' verso il
software libero", sensibilita' che neghi nei fatti a chi vuole comunque
utilizzare MySQL e la prossima volta scegliera' FreeBSD, visto che gli basta
digitare "make install" dentro la directory giusta nei ports per
installarselo... mah!
ciao
--
Marco Ermini
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