R: [Discussioni] distribuzione libera e sviluppo aperto presentatada Suse all'audizione al Senato)
Roberto Galoppini
galoppini a acmesolutions.it
Gio 25 Lug 2002 16:12:48 CEST
Direi piuttosto il contrario, quasi nessun progetto ha un progetto libero,
in azienda (mai visto programmatori "allo stato brado" che scelgono su cosa
lavorare, proponendo parti o segnalando bug, ognuno lavora sul suo task).
Il caso dell'IBM è esemplare, un altro interessante potrebbe essere quello
di più aziende che collaborano, direttamente o sponsorizzandone la
realizzazione, a software necessario al perseguimento del loro business
(es.: in ambito TLC un software per la fatturazione di servizi (complessi) a
valore aggiunto). Tanti piccoli monopoli di nicchia potrebbero essere
efficacemente 'combattuti' in questo modo.
Rob Galop
-----Messaggio originale-----
Da: discussioni-admin a softwarelibero.it
[mailto:discussioni-admin a softwarelibero.it]Per conto di Simo Sorce
Inviato: giovedì 25 luglio 2002 15.28
A: discussioni a softwarelibero.it
Oggetto: Re: [Discussioni] distribuzione libera e sviluppo aperto
presentatada Suse all'audizione al Senato)
On Thu, 2002-07-25 at 15:18, Francesco Potorti` wrote:
> Quindi nella realtà esistono e non sono marginali tutte le possibili
> combinazioni fra distribuzione libera/proprietaria e sviluppo
> aperto/chiuso.
>
> Mentre la prima distinzione è discreta (una distribuzione può essere
> libera o proprietaria, non ci sono vie di mezzo), la seconda è continua,
> credo, cioè ci possono essere diversi gradi di apertura, giusto?
Beh ma se ci pensi tutti i progetti hanno uno sviluppo semi-libero.
Non hanno tutti accesso al CVS o comunque all'albero di sviluppo
principale, ma c'è di solito un gruppo di utenti che ha permesso di
commit (nel caso di linux addirittura un solo utente, tal Linus) e gli
altri che inviano patch al gruppo di "controllo".
Simo.
--
Simo Sorce - simo.sorce a xsec.it
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