[Discussioni]Re: "Musica e software sotto chiave"

Arturo arturo a megachip.info
Lun 2 Giu 2003 10:04:04 CEST


Francesco-
mi dispiace molto di quello che e' successo, mi rendo conto anch'io che,
messa in quel modo nell'occhiello, la vostra posizione ne risulta stravolta.
Non penso pero' che sia un gran danno se pensi che un occhiello "forte" o
"sbagliato" in genere induce alla lettura del pezzo dove emerge con
chiarezza la tua posizione e anche l'insistenza del fatto che il software
libero puo' essere copiato senza incorrere in reato.

Il problema che abbiamo quando scriviamo un articolo di giornale e' che
dobbiamo sintetizzare e spesso non ci possiamo permettere il lusso di
spiegare compiutamente delle cose soprattutto se le abbiamo gia' dette e
ridette ai nostri lettori.

La mia difficolta' personale e' sempre di spiegare la differenza fra il
software non libero, proprietario, commerciale, sottoposto a copyright
tradizionale e il software libero protetto da un diverso tipo di copyright.

Ecco, la confusione nasce da qui. Noi tendiamo a usare il termine copyright
in alternativa a copyleft in termini generali senza usare il termine
copyleft nella sua originaria formulazione relativamente alle licenze
GNU/GPL ma proprio per intendere un copyright di tipo diverso.

E questo perche' per parlare di software libero dobbiamo pure lasciare
intendere che e' "commerciale" nel senso che "si puo' commerciare", che e'
"proprietario" nel senso che "e' di proprieta' di qualcuno" che pero' ne
permette l'utilizzo sotto certe condizioni, diverse e piu' favorevoli
all'utente, del generico copyright.

Ora, io certo non sono un esperto come voi, ma esiste un movimento, quello
degli open archives (di cui sicuramente avrete letto su Il Manifesto) che si
batte perche' il "copyright" torni ad essere considerato anche nella sua
primaria accezione "diritto alla copia, cioe' permesso di copia", stante
certe condizioni e ampliando il concetto di "fair use" ed e' quello che noi
dovremmo cercare di spiegare. Quindi insomma sono d'accordo con te.

Comunque, per chiudere, ti dico che si' sono pronto a "riparare" a quel
benedetto occhiello :-)
Quello che io penso e' che siccome e' necessario aprire un ampio dibattito
su copyright e nuove norme EUCD, perche' quello che abbiamo fatto finora va
fatto a un diverso livello di scala. Come sai abbiamo fatto scrivere un
pezzo da Adriano Sponzilli su queste cose e abbiamo tanto parlato di voi
rimandando il lettore ai vostri documenti originali in tutti gli ultimi
pezzi.

La mia proposta al giornale sara' di fare una serie di interviste via email
su questi temi a tutti i soggetti che hanno qualcosa da dire in proposito,
cominciando da voi per continuare con altri soggetti.
Ad esempio vorrei mettere a confronto la posizione di Titti De Simone con
quella della Franca Chiaromonte.

Se mi date la vostra disponibilita', cominciamo dalla prossima settimana.
Va bene?


----- Original Message -----
From: "Francesco Potorti`" <pot a softwarelibero.it>
To: "Arturo di Corinto" <arturo a megachip.info>
Cc: <redazione a ilmanifesto.it>; "AsSoLi" <softwarelibero a softwarelibero.it>;
"Discussioni sul software libero" <discussioni a softwarelibero.it>
Sent: Sunday, June 01, 2003 12:43 AM
Subject: "Musica e software sotto chiave"


> Ciao Arturo,
>
> ti scrivo in qualità di presidente dell'associazione software libero.
> Ci siamo sentiti venerdì al telefono circa la retata della GdF, e ti
> ringraziamo di aver citato la nostra associazione nell'articolo e
> nell'occhiello dell'articolo di sabato:
> http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Maggio-2003/art84.html
>
> Purtroppo però  nell'occhiello c'è un errore talmente  grave che avremmo
> addirittura preferito non essere nominati :-(
>
> Leggo   infatti   in  conclusione   all'occhiello:   «...,  mentre   per
> l'Associazione  software  libero  l'unica  strada  da  perseguire  è  la
> diffusione di programmi non sottoposti al copyright».
>
> Ora,  mentre per  il  lettore distratto  "avere  il diritto  di copia  e
> modifica"  e "non  essere  soggetto al  copyright"  possono sembrare  la
> stessa cosa,  noi sappiamo che  così non è,  e uno degli  scopi fondanti
> della nostra associazione è proprio combattere questi equivoci.
>
> La gran maggioranza del software libero infatti *è soggetto a copyright*
> (fa eccezione il solo software di pubblico dominio), e le licenze libere
> fondano   il   loro   valore   giuridico   proprio   sulle   convenzioni
> internazionali  e sulle  leggi  nazionali relative  al  copyright (e  al
> diritto d'autore, in Italia).
>
> In particolare,  la licenza  più diffusa nel  mondo del  software libero
> (quella  ad esempio  con cui  è rilasciato  il kernel  Linux e  tutto il
> software  del  progetto  GNU) è  la  "GNU  GPL",  la quale  utilizza  la
> legislazione sul copyright per ottenere effetti opposti a quelli per cui
> il  copyright è  spesso usato.   Da qui  il gioco  di  parole "copyleft"
> (permesso d'autore) per indicare  le licenze persistenti, quelle licenze
> cioè che impongono a chi  distribuisca un programma libero modificato ad
> usare a sua volta una licenza libera.
>
> Da quanto  sopra consegue  che la comune  confusione "software  libero =
> software senza copyright" è profondamente sbagliata, ed è una confusione
> che noi  combattiamo da  sempre.  Non è,  come si potrebbe  pensare, una
> sottigliezza per addetti ai lavori.   Infatti il software libero di tipo
> "non copyleft" (pubblico  dominio e licenze tipo BSD)  ha effetti simili
> all'assenza di copyright.  Ma invece il software libero di tipo copyleft
> (licenze  persistenti come  la GPL)  ha effetti  ben  diversi: impedisce
> l'appropriazione da parte di soggetti che lo sfruttino senza dare niente
> in cambio.
>
> In sunto,  il software libero di  tipo copyleft ha  effetti politici ben
> diversi da  quelli del "software  senza copyright", e confondere  le due
> cose rende un cattivo servizio ai lettori.
>
> Come  se non  bastasse, una  tale  confusione associata  al nostro  nome
> proprio nell'occhiello del tuo peraltro interessante articolo ci crea un
> danno, visto che è una confusione che da sempre combattiamo.
>
> Cosa possiamo fare per raddrizzare questa situazione?  Potremmo mandarti
> noi stessi un articolo da pubblicare?




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