RIF: [Discussioni]convegno open source e PA

Alfonso Fuggetta Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Gio 19 Giu 2003 21:03:04 CEST


Del tema di come obbligare le PA a non rifare un software che esiste ne abbiamo parlato a lungo. Ho chiesto anche a Bassanini come mai il suo articolo del 2000 dice che una PA "ha la facoltà di" dare un software ad un'altra PA e non è "obbligata a" dare un software. E' un tema molto complesso certamente da approfondire.
 
In generale, la soluzione è secondo me proprio quella di agire sul miglioramento dei processi di governance (ci sto pensando da tempo). Forse è un utopia, ma le cose non vengono bene perchè uno è obbligato, ma perchè le vuole fare bene (vedi "lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta :-)". 
 
Un'osservazione per coloro che credono che la licenza risolva i problemi (con l'obbligo di pubblicazione).
Riprendendo l'esempio del ministero del lavoro, tutti sanno che c'è un software chiamato NetLabor4 offerto dal Ministero: gli operatori degli enti locali, le aziende produttrici di software, ... Non è un problema di "pubblicare" qualcosa o di renderlo GPL o di rendere nota la cosa. Pensate forse che se lo rendete GPL e quindi una azienda di software libero lo distribuisce allora le PA non fanno più le gare e lo prendono? Lo potrebbero già fare oggi e non lo fanno, non per ignoranza ma per scelta. Cosa cambierebbe?
 
Alfonso
 
-----Messaggio originale----- 
Da: Roberto Galoppini [mailto:galoppini a acmesolutions.it] 
Inviato: gio 19/06/2003 19.15 
A: discussioni a softwarelibero.it 
Cc: 
Oggetto: RE: [Discussioni]convegno open source e PA



	Alfonso Fuggetta:
	
	<snip>
	
	>Credo siamo vicini ai 100 milioni euro dedicati a rifare cose che in larga
	misura esistono già e funzionano (andate a
	>vedere i centri per l'impiego in veneto, per esempio, dove si usa il
	software del ministero). È in queste cose che si
	>buttano i soldi! Altro che le licenze di Office!
	
	Convengo che l'efficienza economica sia un problema ben più ampio che non le
	licenze di un sistema operativo e/o di un pacchetto di office automation,
	questo però non significa che dato che quest'ultimo è un problema "minore"
	non sia comunque anch'esso una voce di costo (ripetitiva, tra l'altro per
	via delle politiche di versioning, e condotta tramite trattative private,
	come tutte le altre forniture di software proprietario di cui esiste un
	unico fornitore).
	
	>Tutto si vuole tranne che riusare. E in questo caso l'ultimo dei problemi è
	la licenza. Tutti questi sistemi alla fine
	>sono "pubblici" (cioè di proprietà pubblica e disponibili a tutte le PA).
	Ma nessuno vuole sentirsi dire che quello che
	>vuol fare esiste già! (Parole testuali di un amministratore regionale che
	non vuole rinunciare alla sua gara).
	
	Questo è un problema noto dell'amministrazione, e non di quella italiana, ma
	di quella pubblica in generale (vedi Nobel di Buchanan del 1986 sulla teoria
	della "public choice"). Occorre quindi prendere consapevolezza
	dell'esistenza del problema, ed agire di conseguenza, con norme e procedure
	specifiche che riducano per quanto possibile il "libero arbitrio".
	Non crede?
	
	Rob Galop
	
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