RIF: [Discussioni]Cara commissione Meo...

Alfonso Fuggetta Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Ven 27 Giu 2003 14:41:04 CEST


> Ma per risolvere questo probelma, come quello della 
> diffusione, occorre la volonta` politica di farlo, cosa che, 
> almeno da una prima lettura del rapporto della commissione, 
> mi pare manchi completamente. 

Ma che c'entra la commissione? La commissione cosa poteva dire? Le PA sono "obbligate" a rendere pubblico il proprio software custom? 
Per quel che capisco di aspetti giuridici, la cosa è improponibile. Come avevo detto, credo che Bassanini ha scritto "può" invece di "deve" a proposito della distribuzione del software perchè il "deve" potrebbe essere anticostituzionale violando l'autonomia della PA. Io personalmente non ho nulla in contrario a che il software custom delle PA venga reso pubblico (non so se GPL è la forma giusta, ma questa è una discussione di secondo livello). 
Per esempio, quello del ministero del lavoro è già a disposizione di tutte le PA.

Notate che gli enti locali non ne volevano proprio sentirsi dire dei "deve" in quanto volevano tutelare la propria autonomia.

> Ma come faceva notare lei una cosa del genere confligge con 
> altri interessi, per cui la scelta di farlo e` appunto una 
> scelta politica che attiene al bilanciare gli interessi di 
> tutti rispetto agli interessi dei pochi. La commissione 
> avrebbe potuto fare molto in questa direzione, non lo ha 
> fatto e questo a mio avviso e` la critica principale che le 
> si puo` muovere da parte di chi, come noi, si aspettava 
> qualcosa di piu`.

A parte il fatto che non ho certo lavorato per difendere gli interessi di pochi a scapito della collettività, il documento della commissione spende una grande parte delle sue conclusioni per sottolineare l'importanza del riuso e della convisione delle soluzioni custom! Ci sono pagine e pagine dedicate a questo tema, sia quando si parla del procurement sia quando si parla della dissemination di risultati e best practices, sia quando si discute del supporto consulenziale alle PA. Non capisco cosa si potesse dire di più.

Alla fine ho la sensazione che la vera differenza è che voi volevate due parole: "preferenziale" e "deve". Scelta "preferenziale" per il software libero e la PA "deve" rendere pubblico il proprio software custom.

Quello di cui stiamo discutendo è che per motivi di autonomia delle PA e di neutralità quelle due parole sono eccessive. Il report insiste su altre parole chiave:

- Il software libero/open "non deve" essere discriminato in alcun modo rispetto a quello proprietario (per i pacchetti, ovviamente).
- I pacchetti proprietari "devono" essere pienamente ispezionabili.
- Le PA "devono" acquisire I pieni diritti sul software custom commissionato (così da poter poi perseguire qualunque politica di pubblicazione/diffusione).
- Le PA devono essere "spinte" per quanto possibile al riuso del software custom (sapendo che non le si può obbligare). 
...

Una nota per Carlo Strozzi. Per quanto riguarda l'interoperabilità, il documento è molto chiaro (vedi executive summary): 

"5) I sistemi informativi delle PA devono interagire attraverso interfacce standard che non siano vincolate ad un unico fornitore."

Alfonso



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