[Discussioni]Convegno OS e PA Posizioni Potortì e Fuggetta.
Francesco Potorti`
pot a softwarelibero.it
Ven 27 Giu 2003 14:49:02 CEST
Francesco Potortì:
>> Il software libero è il software distribuito con una licenza libera,
>> secondo le definizioni di FSF e OSI. Un modello di *licenza*, non un
>> modello di sviluppo.
enSabry:
>Non si può ridurre un *movimento sociale* ad un modello di licenza...
No, infatti. Il software libero è software distribuito con licenza
libera, indipendentemente da come è stato scritto, e dalle idee di chi
l'ha scritto e lo distribuisce, e dal suo valore sociale. Stiamo
parlando di una definizione.
Intorno al software libero ci sono pulsioni ideali, movimenti sociali,
ragionamenti su quali modelli di sviluppo vengano favoriti dal software
libero, conseguenze pratiche di ogni tipo. Tutte queste sono le cose
che rendono importante e significativo il software libero. Stiamo
parlando di conseguenze.
>Se un autore pubblica del software con una licenza Free/Open Source, che
>cosa distingue qualitativamente il suo Software da quello degli altri?
Nulla.
>Software scritto da chiunque in un modo qualsiasi, solo per il fatto di
>avere una licenza Free/Open Source può
>entrare nella statistica. Ma è *concretamente* Software libero?
Sì. Non c'è software libero concreto e software libero non concreto.
>Credo che la mancanza di una relazione causale diretta tra Software
>Libero e qualità del software, denunciata dal Prof. Fuggetta, sia dovuta
>proprio alla mera considerazione dell'aspetto licenza, ovvero delle regole
>formali del modello, quindi trascurando una serie di elementi altrettanto
>importanti.
Non c'è alcuna relazione causale diretta fra software libero e qualità
del software, e questa mia affermazione è un'ovvietà per chiunque scriva
o si occupi della scrittura di software.
Ci sono delle osservazioni che si possono fare su come la libertà del
codice (accesso, copia, modifica, redistribuzione) favorisca tutta una
serie di altre libertà ed abbia delle conseguenze nei confronti della
qualità che, per quanto abbiamo potuto osservare negli ultimi vent'anni,
sono *tendenzialmente* di segno positivo. Siamo ben lontani dalla
relazione causale diretta.
Questa capacità della libertà della licenza di favorire tutta una serie
di altre libertà, e di avere influenza sulla qualità del software è la
grande forza del software libero. Ma stiamo parlando di *favorire* ed
*influenzare*. Spesso i detrattori del software libero traducono
"favorire" in "causare", costruendo così una falsa argomentazione, e
passano quindi a distruggere questa falsa argomentazione, cosa
ovviamente facilissima e di grande effetto su interlocutori che non
hanno ben chiare le distinzioni che facevo sopra.
>La maggior parte del Software definito Libero lo è solo per via della
>licenza (e comunque è una cosa molto positiva, perchè ciascun software
>pubblicato in questo modo, può diventare un progetto maturo);
Non la maggior parte: tutto, per definizione.
>Personalmente ritengo che per comprendere il Software Libero e per formulare
>un giudizio sulla sua qualità/validità, debbano essere considerate anche
>altre variabili quali la genesi del progetto e livello di maturità, lo stile
>di leadership e sua strutturazione, la presenza di una comunità di
>programmatori che lo mantengano, la presenza di una comunità di utenti, ecc.
Probabilmente hai ragione, e bisogna prendere in considerazione anche
altri aspetti. Io comunque non pretendevo di arrivare a *comprendere*
il software libero in tutte le sue implicazioni morali, sociali,
economiche e politiche. Mi limitavo a *definirlo*: compito molto più
semplice, meno attraente, ma fondamentale se si vuole capire di cosa si
parla, e se si vogliono evitare trabocchetti logici.
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