[adriano.sponzilli a virgilio.it: [Discussioni] EUCD e Commissione Cultura.]
Emilio Anzon
pan a linux.it
Lun 3 Mar 2003 09:33:02 CET
On Sun, Mar 02, 2003 at 08:56:54PM +0100, Marco d'Itri wrote:
> L'idea è che se nessuno ha ottime ragioni per chiedere il contrario, ILS
> aderirà.
>
per me va bene!
pero' fate almeno le seguenti correzioni, sia ortografiche che di
sintassi :-(
> --
> ciao,
> Marco
> X-Original-To: md+assoli a wonderland.linux.it
> From: adriano.sponzilli a virgilio.it
> To: discussioni a softwarelibero.it
> Subject: [Discussioni] EUCD e Commissione Cultura.
> Reply-To: discussioni a softwarelibero.it
> X-Original-Date: Sun, 2 Mar 2003 20:54:39 +0100
>
> Ciao a tutti,
>
> questa è la bozza della lettera da sottoscriversi da parte delle
> associazioni, da inviare ai deputati della Commissione Cultura.
>
> Mi pare che ci sia un certo interesse ad una possibile
> sottoscrizione da parte di Assoli, BFSF, ILS e FSFE Italy.
> Vorrei avere un riscontro.
>
> Vorrei anche sapere se c'è interesse a sottoscrivere da parte
> di OpenLabs, Lug Roma e altri.
>
ma bisogna per forza essere una associazione riconosciuta ?
>
> A.
>
>
> &&&&&&&&&&&&&&&&
>
> Onorevole Deputato,
>
> le Associazioni firmarie della presente le scrivono nella Sua veste di membro
> della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
>
> Come certo Ella ricorderà, questa Commissione lo scorso 25 febbraio ha dato
> parere favorevole rispetto allo schema di decreto legislativo che recepirà
> la direttiva 2001/29/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo del 22 maggio
> 2001 su "armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti
> connessi nella società dell'informazione". Considerato che questo schema
> ha già avuto parere favorevole anche da parte della Commissione Giustizia
> del Senato della Repubblica, ora si è in attesa solo della delibera del
> Consiglio dei Ministri.
>
> Le scriviamo per significarLe come, a nostro avviso, l'approvazione di questo
> Decreto legislativo, nel testo presentato al Parlamento, sia un grave essore,
s/essore/errore/
> che porterà gravi peggioramenti nei diritti dei cittadini e degli utenti,
> come fruitori di opere coperte da diritto d'autore e come titolari di libertà
> civili.
>
> La nuova normativa riconoscerà legittimità giuridica alla così detta autotutela
> tecnologica, ovvero alla pratica delle grosse case di produzione di musica,
> cinema, software di tutelarsi contro la pirateria utilizzando delle tecnologia
> anti-copia. La legge considera efficaci misure tecnologiche quelle che consentono
> ai titolari dei diritti di controllare l'uso dell'opera tramite l'applicazione
> di un dispositivo di accesso o di un procedimento di protezione (come la
> cifratura o la distorsione) oppure attraverso un meccanismo di controllo
> delle copie. La elusione delle efficaci misure tecnologiche sarà vieata
s/vieta/vietata/
> da una serie di norme penali che attireranno nella sfera dell'illecito tutta
> l'attività anche solo di studio dei sistemi di protezione. Non si punisce
> più solamente la pirateria pura, la vendita abusiva di contenuti copiati.
> Ora è punita la fabbricazione, la vendita, persino la semplice detenzione
> di attrezzature volte alla elusione di misure tecnologiche, che spesso consistono
> di apparecchiature informatiche o software utilizzabile anche per altra
s/utilizzabile/utilizzabili/
s/altra/altre/
> attività del tutto lecite. È del tutto irrilevante se di quelle attrezzature
s/E/E'/
> si intendesse fare un uso lecito o illecito: queste diventano materiale
> di per se vietato, come se fossero degli stupefacenti.
> E lo studio sui problemi della sicurezza, la ricerca sulla crittografia?
> E il testing delle misure di protezione effettuato da esperti indipendenti?
> Probabilmente dovremo mettere sopra a tutti questi diritti una pietra tombale.
> Negli USA una norma parallela a quella che noi stiamo per inserire (ispirata
> dai medesimi trattati WIPO del 1996) è stata interpretata nel senso di considerare
> vietata la semplice diffusione di informazioni tecnologiche che potessero
> risultare utili ad agirare misure tecnologiche. E la libertà scientifica?
>
> Ma la portata di queste norme sulla libertà individuale di ciascuno di noi
> non si comprende fino in fondo, se non le si guarda alla luce dello sviluppo
> che stanno avendo le tecnologie informatiche oltre oceano. Il futuro dell'informatica
> potrebbe chiamarsi Trusting Computing e potrebbe fondarsi sul Digital Rights
> Managment. Le grosse case di informatica (Microsoft, Intel, AMD, IBM, HP,
s/Managment/Management/
> etc.) unitamente ai grossi produttori e proprietari di contenuti (Disney,
> MPAA, etc.) hanno formato un consorzio denominato TCPA composto da 170 aziende,
> con lo scopo di sviluppare e in seguito adottare la piattaforma Trusting
> Computing. Il computer del futuro, secondo il progetto di questi signori,
> sarà molto più sicuro, mediante un uso massiccio di tecnologie crittografiche.
> Le varie componenti hadware del PC prima si certificheranno a vicenda, scambiandosi
> chiavi crittografiche di validazione sconosciute all'utente, poi controlleranno
> anche la ''bontà'' dei programmi software, che a loro volta dovranno essere
> certficati con delle chiavi per poter girare. I softare ''buoni'' che gireranno
s/softare/software/
> su computer ''buoni'' saranno quelli che rispetteranno il Digital Rights
> Management, ovvero avranno il diritto di leggere dei contenuti crittografati,
> purché rispettino scrupolosamente le prescrizioni imposte dal titolare dei
> diritti, che così ne controllerà a distanza il rispetto. La stessa Microsoft
> nel presentare il proprio progetto in linea con il TCPA e il DRM, che porta
> il nome in codice di Palladium ha parlato della possibilità di mandare mail
s/mail/email/
> ''a scadenza'' ovvero che durino per un certo periodo e poi si cancellino.
> Esattamente come il messaggio che si autodistrugge dopo pochi secondi che
> si vede nei film di spionaggio, con Palladium sarà possibile mandare messaggi
> che dopo un certo tempo spariscano. Ci penserà il computer del destinatario
> a cancellarle, senza che il proprietario possa opporvisi, senza che possa
> ordinare al proprio PC di fare diversamente. Pare che a nessuno sia venuto
> in mente che, forse, conservare la corrispondenza che è a noi indirizzata,
> potrebbe essere un nostro diritto, anche contro la volontà del mittente.
> E che forse è assolutamente illecito creare una piattaforma informatica
> nella quale il mio computer obbdendo ad altri distrugga le lettere che io
s/obbdendo/obbedendo/
> ho ricevuto.
> Se l'utente deciderà di utilizzare programmi non certificati, non avrà
> la possibilità di leggere i contenuti crittografati, se li vorrà leggere
> dovrà usare software certificati, che però non obbediranno a lui, ma obbediranno
> al DRM. E siccome il futuro è fatto di software che vengono continuamente
> aggiornati on-line, i PC comunicheranno in continuazione con le case madri
> dei vari programmi che hanno dentro, senza che il titolare ne sappia nulla.
> E oltre a aggiornarsi potrebbero mandare informazioni sull'attività del
> proprio utente, su quali programmi usa, quali film in DVD vede e quali CD
> ascolta al computer.
> Nelle dichiarazioni dei suoi creatori il sistema Trusting Computing sarà
> la soluzione finale contro i problemi di sicurezza, niente virus, transazioni
> economiche in rete più sicure, possibilità di acquistare contenuti multimediali
> anche in rete, garantendo i diritti dei loro proprietari. In realtà si profila
> un futuro in cui ogni cittadino comprando un computer si metterà in casa
> una spia, un controllore.
> Se il Trusting Computing nascesse oggi, sarebbe ancora lecito per la concorrenza
> delle case informatiche del consorzio almeno provare a fare dei programmi
> che senza ''tradire'' il proprio utente consentano di accedere lecitamente
> ai medesimi contenuti, o potrebbe essere lecito ad un utente tentare di
> aggirare le restrizioni illegittime imposte o impedire le violazioni della
> propria privacy.
> Onorevole, il decreto legislativo al quale la Commissione Cultura ha forniro
> parare favorevole renderà illecito ogni tentativo in questo senso. Renderà
> illegale il materiale informatico che possa consentirlo, vietata la diffusione
> di informazioni in merito.
> E si noti che qui non stiamo parlando di nessun tentativo di pirateria o
> di violazione del diritto d'autore, parliamo solo di utenti che pretendano
> di accedere in maniera non controllata a contenuti che hanno legittimamente
> acquistato o di difendersi da intrusioni nella loro vita privata.
> La logica di questo nuovo paradigma di rapporti fra produttore e utente
> è totalmente nuova. Ci troviamo di fronte ad una macchina che di volta in
> volta deve decidere se funzionare o non funzionare a seconda del compito
> che le viene richiesto. Se io acquisto una penna a sfera mi aspetto di poterci
> scrivere o disegnare qualunque cosa, anche cose sgradite al fabbricante
> della penna e al produttore dell'inchiostro, anche critiche alle loro aziende.
> In futuro acquistando un PC potrei non avere la medesima garanzia e considerando
> la centralità che questo strumento avrà nella vita quotidiana di tutti noi
> e la centralità che l'informatica avrà nella vita democratica delle nazioni
> evolute, non c'è da dormire sonni tranquilli.
>
> Lo schema di Decreto lesiglativo introdurra una nuova nozione, quella di
> "messa a disposizione del pubblico di opere in modo che ciascuno possa avervi
> accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente". Il titolare dei
> diritti non si limiterà più a vedere un diritto di fruizione di quell'opera,
s/vedere/vendere/
> come accade ora ogni volta che si acquista un libro, un disco, un programa,
> ma potrà determinare una vendita di questo diritto in termini delimitati
> nel tempo, nello spazio, nelle modalità di fruizione e nell'identità dei
> fruitori.
> Questo sta a significare, essenzialmente, che nel bilanciamento di poteri
> e possibilità di scelta fra il titolare dei diritti e il fruitore, si arriva
> ad uno squilibrio totale di forze a favore del primo. In base al Suo schema
> di decreto, Onorevole Ministro, chi acquista un diritto d'uso secondo questa
> modalità di messa a disposizione non si vede riconosciuto nessun contenuto
> legale mimimo del suo diritto; non ha, cioè, alcun diritto che gli viene
> riconosciuto ex lege, nessuno a parte quelli contrattualmetne stabiliti
> da chi gli trasferisce l'opera. Questa nuova modalità fa cadere anche il
> tradizionale diritto a effettuare una copia di sicurezza, così come sparisce
> il c.d. ''esaurimento dei diritti conseguente alla prima vendita''. Questa
> formula tecnica sta a significare che, con la disciplina attuale, quando
> acquistiamo un libro, la vendita fa cadere i diritti del titolare su quell'unico
> esamplare, che non possiamo riprodurre in più copie ma che per il resto
> è nostro a tutti gli effetti, possiamo rivenderlo, prestarlo, farne l'uso
> che preferiamo fino a quando vogliamo, i nostri nipoti potranno tramandarselo
> fino a quando non si ridirrà a polvere di carta. La messa a disposizione
> nel luogo e nel momento scelti individualmente cancella questi diritti.
> È teoricamente possibile vendere un libro vietandone la rivendita; oppure
> a scadenza: ''questo CD musicale si autodistruggerà fra un anno''; oppure
> ad personam: ''questo videocassetta potrai leggerla solo tu, se inviti un
> amico a vederla a casa tua commetti un illecito''.
> Ipotesi fantasiose? Per la diffusione tradizionale forse, ma per la diffusione
> di contenuti multimediali per via informatica è realtà. Negli Stati Uniti
> sono in vendita manuali universitari in formato E-Book, cioè dei libri elettronici
> che anziché essere su carta vengono spediti via mail e visualizzati sul
> monitor. Peccato che sia impossibile stamparli, che possano essere usati
> solo sul computer originale e quindi sia impossibile rivenderli o prestarli
> e soprattutto, che alla fine del semestre accademico si autodistruggano.
> Scopo dichiarato dell'operazione: impedire che gli studenti più anziani
> degli anni successivi passino i loro vecchi libri ai più giovani.
> Onorevole, l'approvazione dello schema di decreto legislativo modificherà
> radicalmente il concetto di fair use, ovvero di uso lecito e lo farà lasciando
> mano completamente libera alle grandi case proprietarie di diritti (case
> discografiche, major cinematografice, case editrici), senza nessun elemento
> di tutela legislativa a favore del fruitore.
>
> Onorevole, per tutte le ragioni fin qui esposte, Le chiediamo di voler riconsiderare
> questa materia, forse licenziata troppo frettolosamente. La invitiamo a
> farsi promotore di un nuovo esame parlamentare dello schema legislativo
> e/o di una mozione di indirizzo che vincoli il Governo, nell'azione legislativa
> delegata, a inserire una serie di esclusioni e di contrappesi normativi
> nello schema.
> Le realtà della società civile impegnate su questi fronti saranno ben liete
> di confrontarsi con le forze parlamentari sul tema di un recepimento non
> dannoso della direttiva in questione.
>
> La salutiamo cordialmente.
>
>
> _______________________________________________
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