[Discussioni]Commenti sulla Direttiva Stanca.

adriano.sponzilli a virgilio.it adriano.sponzilli a virgilio.it
Gio 30 Ott 2003 10:46:19 CET


Ciao,

alcune osservazioni "a caldo" sulla direttiva Stanca, premesso che il testo
non è ancora disponibile e che quello che sappiamo è solo quanto sta scritto
nel comunicato stampa.

1) In primo luogo, il termine utilizzato non è "software libero", ma "open
source"... E questo, tutto sommato, ce lo si aspettava, visto che anche
la commissione Meo ha sempre utilizzato questa nozione.

2) Il titolo della direttiva è "Sviluppo dei programmi informatici da parte
delle Pubbliche amministrazioni". Questo mi fa pensare che le sue disposizioni
si indirizzino a fare in modo che i programmi commissionati dalle PA per
specifiche esigenze siano realizzati come software libero. Non credo, invece,
che vi troveremo indicazioni che impongano alle PA di utilizzare software
libero anche nelle applicazioni di largo uso (e tanto meno nei sistemi operativi).
La ratio di tutta quanta l'operazione è quella del "riuso" del codice e
del conseguente risparmio che può derivarne (il comunicato sottolinea con
enfasi che la spesa informatica dello stato è stata lo scorso anno di 675
milioni e di questi il 61% ha riguardato la realizzazione di sw specifico).
Sembrano essere totalmente in ombra le questioni relative alle libertà e
ai nuovi diritti di cittadinanza. Non si nomina neppure il diritto all'accesso
non discriminatorio ai dati pubblici.
Va detto, però, a onor del vero, che è menzionato il concetto di pluralismo
informatico... Già è qualcosa.

3) Competente a dare compiuta attuazione della Direttiva Stanca per, è il
CNIPA Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione
(quello che una volta era l'AIPA). Penso che in futuro sarà importante interfacciarsi
con questo organismo, per valutare quali attività concrete sta intraprendendo
e con che modalità.

4) Immagino che la Direttiva Stanca avrà il rango giuridico di regolamento
amministrativo.
Sono particolarmente interessanti alcune disposizioni che la direttiva sembra
dovrà contenere. Nei procedimenti per gli acquisti di programmi (sviluppatti
ad hoc) le PA dovranno tenere conto non solo "della rispondenza alle proprie
esigenze, ma anche della possibilità di poter sviluppare programmi informatici
specifici e del riuso da parte di altre amministrazione".
Le PA sono poi tenute a privilegiare soluzioni che garantiscano l'interoperabilità,
l'indipendenza dal fornitore, esportino in formati aperti, rendano disponibile
il codice.
Dal mio punto di vista, questo significa che d'ora in avanti i bandi di
appalto fatti da PA non conformi a questi principi potranno essere impugnato
davanti ai TAR (e al Consiglio di Stato) per irragionevolezza o per essesso
di potere.
Perlomeno, non si dovrebbero più vedere bandi (come quello vergognoso del
Tesoro di qualche tempo fa) che espressamente escludono soluzioni aperte.
In questa ottica, sarebbe importante rilanciare l'idea della costituzione
della associazione di aziende che lavorano con software libero, che possa
farsi braccio legale di questo tipo di rivendicazioni, visto che ora, finalmente,
C'E' un testo normativo al quale richiamarsi.

5) Con un certo trionfalismo Stanca ha annunciato che "la direttiva, che
porta l'Italia tra i primi Paesi al mondo a disporre di criteri in questo
settore". Questo non è del tutto vero. Con questa direttiva noi facciamo
esattamente la stessa cosa che la Francia ha fatto due anni fa, con il Decreto
del Primo Ministro n. 737 del 22 agosto 2001, con il quale venne istituita
l'ATICA, Agenzia per le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione
nell?Amministrazione (ente analogo al nostro attuale CNIPA e alla nostra
AIPA prima), e le si attribuì, fra gli altri compiti, quello di fare in
modo che le amministrazioni privilegiassero il software libero.
Non va dimenticato, fra l'altro, che in molti stati del Brasile, come in
Catalogna, ci sono vere e proprie leggi sulla preferenza al software libero.
Nella stessa giornata di ieri, il Sen. Fiorello Cortiana ha fatto un comunicato
stampa con cui loda la direttiva e sottolinea che i tempi sarebbero maturi
per l'approvazione di una legge in merito, rilanciandò così il suo PdL 1188/S.

Adriano





More information about the discussioni mailing list