[Discussioni]IBM e Open source

Carlo Strozzi carlos a linux.it
Mar 9 Set 2003 12:54:05 CEST


Vi giro questo stralcio di un'intervista a Jim Stallings, responsabile
IBM per Linux, che un amico ha "pescato" dalla intranet di IBM. Per la
verità mi pare che la stessa intervista sia comparsa anche su Il Sole 24
Ore, quindi nessun "segreto".

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 L'Open source funziona e noi lo faremo crescere                            
                                                                            
                                                                            
 Intervista a Jim Stallings, responsabile mondiale di IBM per Linux         
                                                                            
 «Abbiamo dato al mercato quello che ci chiedeva: possibilità di scelta e   
 un sistema più veloce, più economico e migliore. Perché anni fa abbiamo    
 capito una cosa: il modello Open source avrebbe distrutto il modello di    
 business precedente e oggi la nostra previsione è sotto gli occhi di       
 tutti».                                                                    
                                                                            
 E poi no, Ibm non ha copiato pezzi di Unix dentro Linux. Ma quest'ultima   
 frase Jim Stallings, numero uno mondiale di Ibm per il team Linux, non la  
 può dire esplicitamente: c'è una causa in corso e le dichiarazioni si      
 fanno in tribunale. Ma il senso è quello. Ibm, dopotutto, nello sviluppo   
 di soluzioni basate sul sistema operativo Open source ha investito oltre   
 un miliardo di dollari, più altri 300 milioni per i servizi, nonché 7.500  
 persone a lavorare sull'offerta e lo sviluppo del sistema operativo,       
 sostituendo a oggi 120mila sistemi concorrenti con eServer Linux.          
                                                                            
 Qual è l'importanza strategica di Linux per Ibm?                           
 Enorme. Abbiamo capito cinque anni fa che il sistema operativo Open source 
 avrebbe avuto un'importanza fondamentale nel futuro del nostro business    
 per quanto riguarda server e storage. Da allora, abbiamo fatto grossi      
 investimenti per portare le nostre applicazioni e il middleware su quella  
 piattaforma, investendo anche nella certificazione di consulenti, nello    
 sviluppo di applicazioni e di centri di assistenza.                        
                                                                            
 Perché Ibm non ha mai realizzato una propria versione di Linux, come       
 quelle di Red Hat o Suse?                                                  
 Non ce n'era bisogno. Il mercato chiedeva altro, cioè uno standard, che è  
 stato raggiunto anche attraverso LinuxUnited, e la massima flessibilità.   
                                                                            
 Qual è la vostra opinione sul modello di licenza Gpl, cioè pubblica,       
 applicato nel mondo dell'Open source e adesso anche da voi?                
 Ci sono due piani differenti da vedere. Da un lato, la licenza permette di 
 lavorare con un modello differente: Apache, Eclipse, Java di Sun sono      
 aperti alla comunità degli sviluppatori e i progressi sono molto più       
 veloci. Dal punto di vista del business, i clienti hanno meno costi e più  
 potenza. Anche se per Linux, ad esempio, i vantaggi rispetto ai sistemi    
 proprietari come ad esempio Sun Solaris, sono notevoli: il mantenimento e  
 il supporto costano meno e i tempi di aggiornamento sono molto più veloci. 
 Proprio questo punto, il salto di qualità tra la versione 2.2 e la 2.4 di  
 Linux, è uno degli argomenti legali di Sco.                                
                                                                            
 Com'è possibile accelerare in meno di due anni e superare di gran lunga il 
 lavoro di un decennio fatto ad esempio da Microsoft?                       
 Ma è proprio questa la caratteristica dell'Open source, migliaia di        
 sviluppatori in tutto il mondo che collaborano alla soluzione dei          
 problemi. Uno strumento velocissimo, uno choc per i modelli tradizionali   
 di sviluppo del software: più lenti, con meno risorse umane, legati a      
 obiettivi di produttività intermedi, con budget limitati.                  
                                                                            
 Allora non c'è motivo di temere la causa intentata da Sco...               
 Linux cresce costantemente, è un sistema operativo Unix-like e nel         
 prossimo futuro crescerà ancora di più. È fisiologico. Ibm intende dare ai 
 suoi clienti una possibilità di scelta e offrirgli quello che chiedono:    
 più potenza, meno spese. Anche Caldera, la compagnia che ha acquistato     
 Santa Cruz Operations e adesso ha adottato nuovamente il nome Sco, ha      
 basato a lungo il suo business sull'Open source. Il giudizio di mercato,   
 però, è molto chiaro: la gente vuole Linux. Non conosco i motivi per cui   
 Sco abbia deciso di agire in questo modo, però hanno di sicuro creato un   
 problema: hanno preso in ostaggio i clienti e questo non sarebbe dovuto    
 succedere. Ma una cosa è certa: l'Open source funziona e in futuro andrà   
 ancora di più alla grande.                                                 
                                                                            
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