[Discussioni]dubbio amletico

mi.ro a iol.it mi.ro a iol.it
Mer 10 Set 2003 18:45:06 CEST


> On Wed, 10 Sep 2003 17:31:12 +0200
> Carlo Strozzi <carlos a linux.it> wrote:
> 
> >  Facciamo un esempio estremo: un line-break è parte del testo o è
> >  un'istruzione che dice alla macchina di andare a capo ?
> 
> scusate, ma mi pare che il discorso sia scivolato... a un autore di un romanzo
> importa se il suo "prodotto" è su carta, floppy, HD?
> non è, credo, importante il mezzo.
> 
> così come un cosice sorgente non smetterebbe di essere codice anche scritto
> sulle magliette (e non è un esempio a caso...)
> 
> o sbaglio?

Anche una ferrari stampata su una maglietta è una ferrari, ma non la puoi certo guidare.
Eheheh, è un gran casino :-)
Credo che queste questioni dovrebbero essere completamente riformulate.
Comincio a pensare che un programma, un testo letterario, un codice sorgente non sono una sola cosa ma bensì molte cose insieme. Al cambiare del punto di osservazione cambiano pelle.
Per esempio, sulla ferrari:
usare la sua foto sulla maglietta può comportare un tipo di violazione rivolta verso lo sfruttamento dell'immagine. Costruirne una copia identica comporta tutt'altra violazione e si va nella contraffazione bella e buona. Perché è al tempo stesso un disegno e un manufatto.
Non credo che un codice sorgente sia un programma e nient'altro, così come non credo che un testo letterario sia solo e sempre un testo che porta un contenuto, a prescindere dal mezzo di trasmissione.
Un codice sorgente ha una componente "letteraria" (può essere letto e apprezzato anche senza essere eseguito) e un libro in pdf ha una componente "tecnica" (lo posso usare per testare un lettore pdf anche senza leggerlo tutto). L'una non nega l'altra.
Dovremmo iniziare forse a essere più flessibili: la maggior parte delle cose che ci circondano possono rappresentare un mezzo o un fine in funzione di come le si usa. E' l'uso che se ne fa sul momento che cambia la sostanza delle cose. Se vogliamo: una forma di esistenzialismo rivolta verso la materia anziché verso l'uomo. Sartre diceva che la natura umana non esiste, che noi siamo ciò che scegliamo di essere.
Forse è ora di dare una dignità a questa benedetta intelligenza artificiale e dire anche che la natura del software non esiste, esso è ciò che noi vogliamo che sia, in un determinato momento...
Se è vero che esso è una nostra creatura, permettiamogli di condividere con noi almeno un po' di filosofia.
Non credete?

Ciao.

Roberto Micarelli





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