[Discussioni] a proposito delle comunità italiane....
Giangi
lug.rimini a email.it
Mar 20 Apr 2004 09:25:45 CEST
l-i-b-e-r-o a libero.it ha scritto:
>>1) All'estero sono arrivati prima.... più che il client di posta io mi
>>chiedo: dov'è la distribuzione linux italiana?
>>
>>
>
>Potresti anche chiederti perché le aziende italiane importanti, come Olidata, spingono molto solo Windows.
>
>
Olidata non è più importante di Asem o di Comex, è semplicemente più
famosa... un primo attore italiano sul mercato itaiano non esiste...
>>4) Chi non si riconosce nel profilo del punto 3 si riconosce il quello
>>del sapere e della conoscenza senza barriere o dogane, parla bene
>>l'inglese non gli frega niente di sviluppare in un progetto ideato da un
>>turco e di portarlo avanti con un cinese, 20 indiani, 3 israeliani, ecc.
>>
>>
>
>Sì però non capisco perché i saperi e i sapori vengono sempre dagli USA e i nostri saperi e sapori non attecchiscono mai negli USA.
>
>
Io ho un'ipotesi: in USA sono molto bravi a "fare impresa" ovvero ad
organizzarsi ed incoraggiare il "tentativo d'impresa" il che pone chi ha
un'idea nella condizione di dire "ci provo..." magari andando avanti
trovo anche il modo di guadagnarci e ci sono finanziatori attenti a
queste situazioni, in fondo, chi è che fa le donazioni alle comunità
open source se non aziende del settore americane e finanziatori
americani? Oltre a questo ritengo che in USA siano molto protezionisti e
ragionino esattamente al contrario nostro, cioè, loro pensano: visto
come e cosa fanno loro? Facciamolo anche noi... Noi ragioniamo: visto
come e cosa fanno loro? Prendiamolo da loro...
>Non sei solo tu, ma se pensi che altri dicano di pensarla come te, dopo quello che ho detto io,
>ti illudi. Verrai ignorato, perché, che tu lo voglia o no, sei un membro dell'unica comunità esistente:
>quella dei rivoltosi. :-) Piano piano ne prenderai coscienza, è solo questione di tempo.
>
>
>
Che ci vuoi fare? Sono un inguaribile ottimista, sono convinto che
comunità e singoli che fanno qualcosa di buono ci siano, dalle risposte
che iniziano ad arrivare mi pare che ce ne sia di gente d'accordo. Certo
c'è chi si è scontrato con la realtà dei fatti ed è rimasto scottato
(Michele Sciabarrà ha citato il caso di GeCo Project) ma non si può
desistere dicendo "è tutto uno schifo" altrimenti si che tutte queste
parole restano tali e basta...
Ciao
Giangi ...della banda dei sovversivi e della comunità dei rivoltosi,
ihihihihih.... la finiamo di darmi etichette?!?! :) :) :)
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