[Discussioni] Brevetti sw e liberta' di parola

[Carlo Strozzi]

On Mon, Aug 16, 2004 at 11:52:10PM +0200, Francesco Potorti` wrote:
> Carlo Strozzi:
> >Come mai per la scrittura
> >di un libro o di un film deve bastare il copyright, ma per la scrittura
> >di un software no ? Non è sempre scrittura ?
> 
> No, non è sempre scrittura.  Un programma può essere, ed è molto
> frequentemente, uno strumento di produzione.  La natura del software è
> più complessa di quella dei prodotti industriali o delle opere
> artistiche, ed ha caratteri di entrambe.  Ogni analogia, per quanto
> utile a delinearne degli aspetti, non riesce a coglierli tutti.

Le metafore hanno sempre i loro limiti, ma allora non si possono mai fare
analogie, in nessun campo.

Anche carta e penna sono spesso strumenti di produzione, anche più di
un programma, e con ciò ? In RAI anche la musica è una strumento di
produzione, e allora ? Dire genericamente che la "natura di un sw è
più complessa" non regge. E` più complesso scrivere printf("aaa") o
scrivere la sceneggiatura di Titanic ? Eppure nessuno si sognerebbe di
brevettare l'idea di fare un film su una nave (o meglio, forse qualcuno
se lo sognerebbe pure, ma non gli sarebbe permesso).

Io rimango della mia opinione: fintanto che non si riconoscerà la
natura principalmente culturale dello scrivere sw (come dello scrivere
musica o qualsiasi altra cosa che rappresenti un'idea funzionanate),
facendo leva sull'ignoranza diffusa in materia, si lascierà molto spazio
all'ambiguità, spazio che sappiamo bene come viene sfruttato.

Ma scusa, se le macchine si programmassero a voce usando un linguaggio
naturale, il produrre sw diventerebbe un declamare frasi. E qui come
la mettiamo con i brevetti ? Eppure non è che sia una situazione così
fantascientifica, anzi.

Io più analizzo la questione e più vedo contraddizioni insanabili nel
considerare il sw una cosa a sè, non so tu.

ciao,
Carlo
-- 
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