Il SW non è un settore merceologico come gli altri [was] Re: [Discussioni] La commissione Meo secondo A. Monti
Davide Dozza
davide a flossconsulting.it
Mar 7 Dic 2004 15:04:59 CET
Alfonso Fuggetta wrote:
[...]
Intanto, grazie dei suoi interventi, apprezzo molto il fatto che riesca a dedicare
cosi tanto tempo a queste discussioni.
>
> E comunque, non si tratta certo di informazioni riservate e credo che non ci
> sia motivo per dubitare della sostanziale ragionevolezza del quadro che ne
> viene fuori:
>
> 1. Si spende di più per software custom che per pacchetti.
> 2. Microsoft non è la maggior fonte di spesa per software proprietario per
> la PA (di gran lunga)
Vorrei fare una considerazione economica sul software proprietario, escludendo il
sw custom.
Quando parliamo di SW non possiamo trattarlo alla stregua degli altri settori
merceologici.
Il SW e' un comparto dove tipicamente il costo del venduto tende a zero al
crescere del numero delle licenze vendute. Questo comporta necessariamente una
facilitazione alla creazioni di monopoli in quanto, il leader di un mercato, può
estromettere un concorrente semplicemente abbassando ad arte il prezzo di un
prodotto. Può ad esempio "accontentarsi" di vendere un certo numero di licenze e
concedere gratuitamente l'uso delle rimanenti. Questo e', a mio giudizio, la
strategia che ha consentito a Microsoft di diventare monopolista nel settore desktop.
Se a questo poi aggiungiamo le protezioni che si vogliono aggiungere al software
(vedi brevetti) questa situazione arriva all'esasperazione. Un concorrente, anche
con un prodotto migliore o addirittura diverso ma che parla una certa lingua, può
vedersi preclusa per motivi legali la via del mercato.
Mi sembra, se non ho capito male, che la stessa cosa accada in altri settori del
SW, dai mainframe ai DB.
Non si puo' quindi parlare del settore del software come il settore delle scarpe.
Se ci fosse un monopolista che facesse mocassini potrei sempre scegliere di usare
un tipo di scarpe differente per camminare per strada. Mi sembra invece che nel
software, per accedere ai miei dati, debba passare non solo attraverso un
monopolista, ma più d'uno.
Questo e' il punto. Il settore merceologico del software e' un settore di
monopolisti dove ognuno recinta il proprio business e, quando puo', fa accordi di
cartello precludendo l'accesso al mercato ad altri concorrenti.
Quindi non si puo' dire che Microsoft, siccome fattura meno degli altri, non è un
monopolista. Microsoft, come Oracle ed IBM, sono, nel loro segmento, dei
monopolisti e come tali vanno trattati.
Pertanto, quando si parla di mercato del SW, bisognerebbe avere l'accortezza di
separarlo e trattarlo per settori facendo in modo che in ciascuno di essi non
prevalgano posizioni di monopolio ma sia favorita la concorrenza. Per questo
l'interoperabilità non basta.
In linea di principio il software libero non ha questo problema. Chi vuole
personalizzare Linux e rivenderlo puo' farlo liberamente e *nessuno* mai arriverà
ad avere una posizione di monopolio legata esclusivamente a questioni di
"proprietà intellettuale", e con essa a posizioni di rendita che sono dannose per
il mercato.
Questa è una delle ragioni per cui lo stato *dovrebbe* prediligere il software
libero. Perchè è libero (diventa una commodity come l'energia) e non favorisce
posizioni di rendita, bensi' il mercato.
Se poi lo Stato non vuole discriminare il software proprietario deve per lo meno
prendersi la briga di regolare il mercato in modo che non si formino posizioni
dominanti. E questa è la parte più difficile perchè significa fare un salto di
qualità nella comprensione delle nuove tecnologie e delle implicazioni che queste
hanno. Deve cioè andare a mettere il dito nella piaga come Monti (l'ex commissario
europeo) ha fatto. Non solo su Microsoft, ma su tutte le aziende. Ma si sa le
lobby sono molto forti.....
Davide
P.S: Sarei grato a Fuggetta se potesse inviare anche a me le slides della
presentazione di Firenze.
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