[Discussioni] Licenze, avvocati e SW "libero"

dario negri darionegri a hotmail.com
Dom 19 Dic 2004 16:09:38 CET


Boselli, lei mi costringe a intevenire nuovamente perché in oltre 30 anni di 
carriera forense non ho mai assistito ad una simile mistificazione dei 
fatti: eppure ne ho viste parecchie. Non concordo con la sua ricostruzione 
dei fatti perché assolutamente soggettiva e ricca di offese gratuite.

>"vedasi il casi di valentina che prima quando obiettavo che la clausola del 
>foro competente non era >praticabile in quanto avrebbe richiesto la doppia 
>firma da parte del licenziatario prima mi si chiedeva il >riferimento 
>normativo (che se fossero stati veri giuristi avrebbero trovato da soli), 
>poi quando gli ho >fornito il testo di legge...


Quale testo di legge ha fornito? Se non erro la norma del codice di 
procedura civile da lei indicata non tratta ciò di cui lei sta parlando.


>sono passati a un "ma la licenza è firmata digitalmente", e alla obiezione 
>che olografa o digitale che >fosse la firma era comunque necessaria una 
>doppia firma, non essendo sufficiente la adesione, e >dopo che altri mi 
>avevano dato ragione, sono passati al "ma a chi vuoi che interessi"


Bella mistificazione, complimenti Boselli. Lei dimentica che è stato 
informato del fatto che esiste la firma digitale nidificata ossia doppia, 
tripla, quadrupla... Probabilmente lei non sa di cosa si tratta: si informi 
meglio allora. E ricordi che anche la clausola di esclusione di 
responsbilità andrebbe sottoscritta (quella presente anche nella GPL, per 
intenderci).



>dimostrando quindi di non essere né buoni programmatori (che debbono 
>pensare a tutti i casi, compresi quelli più improbabili e assurdi) ne buoni 
>avvocati (che dovrebbero cercare il cavillo) e infine a "ma tu non sei un 
>legale" quando non hanno più altri appigli."


Boselli, possiamo vedercela anche in un tribunale per quanto mi riguarda: se 
è questo quello che vuole... magari scopre che gli avvocati sono veri. Non 
la prenda come una minaccia, ma si ricordi che rispettare le persone è un 
dovere oltreché un piacere.


Infine, voglio ricordare a tutti voi, avvocati e non, che la clausola del 
foro competente è una clausola che viene applicata da sempre in tutto il 
mondo: non è una strana invenzione.
Se non ci credete, provate a farvi nun giro sulla rete: vedrete che sono 
proprio i siti più "seri" ad utilizzarla: credete che tutti quei siti (che 
evidentemente sono accessibili da tutto il mondo) siano fuori legge?

Beh... vediamo di fare un po' di chiarezza, perché se non si hanno le idee 
chiare si rischia davvero di creare fantasmi. Qulache riferimento normativo 
credo che possa bastare.

La Convenzione di Bruxelles (ma anche altre convenzioni: del resto il mondo 
è grande e una sola convenzione non basterebbe a "coprirlo") all'art. 5 
stabilisce che "il convenuto domiciliato in uno stato contraente, può essere 
citato in un altro stato contraente - in materia contrattuale - davanti al 
giudice del luogo in cui l'obbligazione dedotta in giudizio è stata o deve 
essere eseguita".

Morale: la clausola del foro competente funziona. E nei rari casi in cui non 
è applicabile, è come se non ci fosse: nessun problema, dunque. I contratti 
sono flessibili (è anche questa la loro forza): non sono programmi che vanno 
in tilt se non provvisti di una certa funzione. Dire che è comunque inutile 
o incompatibile è un'eresia. Se lo ricordi, Piccardi.

La legge 218 del 31 maggio 1995 l'art.57 stabilisce che "le obbligazioni 
contrattuali sono in ogni caso regolate dalla Convenzione di Roma del 19 
giugno 1980" la quale si ispira a due principi fondamentali:

- il criterio della volontà delle parti, previsto dall'art.3, secondo cui 
"il contratto è regolato dalla legge scelta dalle parti, scelta che deve 
essere espressa o risultare in modo ragionevolmente certo dalle disposizioni 
del contratto o dalle circostanze"

- il criterio del collegamento più stretto, previsto dall'art.4, secondo cui 
"il contratto è regolato dalla legge del paese col quale presenta il 
collegamento più stretto"

Morale: alla GPL si applica la legislazione statunitense: lo sapevate? La 
conoscete la legislazione statunitense? Spero per voi di sì. Se qualcuno 
dice "ma io non la conosco, mi sentirei più tutelato dalla legge del mio 
stato", non dategli del cretino, magari è più furbo di voi.


Detto ciò, me ne vado davvero (perché sono certo che, in un modo o 
nell'altro, continuerete la vostra opera mistificatoria: e un brutto 
spettacolo si vede una volta sola). Buon Natale a tutti.


avv. Dario Negri

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