[Discussioni] <discussioni> lettera di microsoft a Cortiana -lungo-
m.zammataro a senato.it
m.zammataro a senato.it
Mar 13 Lug 2004 18:49:56 CEST
Vi invio, percha' credo di interesse, la lettera che Microsoft ha inviato
al sen. Cortiana, in relazione al DDL 1188.
il DDL e' volto al pluralismo informatico nella PA e all'uso di software
libero.
Si crea ora la possibilita' di una discussione che consenta di trovare un
punto di equilibrio che permetta di approvare la legge entro la fine della
legislatura.
Ciao
Maurizio Zammataro
Ill.mo Sen.
Fiorello Cortiana
Senato della Repubblica
Palazzo Madama
00186 Roma
Roma, 13 luglio
2004
Egregio Senatore Cortiana,
Le scrivo in merito ad una questione che negli ultimi anni è stata
sempre più oggetto di un acceso dibattito nell?ambito del settore
informatico e da parte del legislatore, sia in Italia che all?estero, e
che ritengo meriti di essere approfondita. Il tema riguarda il concetto di
pluralismo informatico nell?ambito della Pubblica Amministrazione e
l?esigenza di assicurare l?interoperabilità fra diversi sistemi. Dibattito
che Lei ha promosso con successo grazie alla proposta di legge (S1188) e
sulla quale si sono espressi il Ministro dell?Innovazione Tecnologica e la
Commissione Affari Costituzionali del Senato, ricordando l?importanza del
principio di neutralità e imparzialità come criterio da seguire
nell?acquisto da parte della Pubblica Amministrazione dei sistemi
informatici.
Come Lei ricorda, Microsoft ha assunto sin dall?inizio una
posizione trasparente e responsabile sul tema, sottolineando l?importanza
di promuovere in primis l?interoperabilità e mantenendo al tempo stesso il
principio di neutralità e di libera scelta nelle decisioni d?acquisto di
beni e servizi nella Pubblica Amministrazione, così da evitare il rischio
di discriminare singoli fornitori o categorie di fornitori. In
particolare, mi riferisco al tema dell?Open Source e, più in generale, a
quello delle pari condizioni ed opportunità di mercato grazie alle quali
ciascun cliente deve poter scegliere in base alle proprie necessità e ad
un?attenta valutazione di costi e benefici, senza condizionamenti di
carattere normativo.
Microsoft guarda all?Open Source con estrema attenzione
dimostrando di aver ben compreso ed accolto positivamente le ragioni che
sono alla sua origine. In particolare, l?aspetto di collaborazione con
comunità che condividono interessi analoghi sulla base della condivisione
del codice sorgente che è un elemento importante dello sviluppo
informatico. In effetti, Microsoft ha imparato molto da queste esperienze
e si è recentemente impegnata lanciando i suoi programmi di Shares Source,
con i quali dà visibilità del sorgente delle piattaforme di sistema
operativo a università, governi, costruttori di sistemi, partner. A tutto
ciò si aggiungono programmi più recenti di libero accesso al codice
sorgente di componenti importanti del proprio ambiente si sviluppo, due
dei quali sono stati rilasciati con licenza di tipo Public, e pubblicati
su sourceforge.org. Questi fatti testimoniano la volontà di Microsoft di
incoraggiare modelli aperti di collaborazione tra le comunità degli
sviluppatori, come dimostra anche la presenza di oltre 6000 workgroup
presenti su www.gotdotnet.org. Analogamente, gli schemi documentali in
formato XML generati dai pacchetti di produttività di Office System 2003,
che sono stati resi pubblici nell?ambito del nostro programma Office XML
Schema Licensing, riflettono la volontà di Microsoft di incrementare la
trasparenza e l?interoperabilità fra i vari ed eterogenei sistemi e
soluzioni informatiche presenti sul mercato.
Grazie alla Sua iniziativa legislativa, ci troviamo di fronte alla
grande opportunità di ampliare la discussione ed estendere l?ambito di
lavoro all?intero settore dell?Information Technology per muovere verso
soluzioni concrete ed utili sia per il settore pubblico che per gli stessi
consumatori.
A nostro parere, il tema centrale è quello di una sempre crescente
interoperabilità tra i diversi sistemi hardware e software.
L?interoperabilità, per essere realmente tale, deve prescindere da un
particolare modello di sviluppo ? sia esso commerciale o open source - e
dalle specifiche tecnologiche delle piattaforme e dei sistemi che
intendono dialogare reciprocamente e interscambiare informazioni. Solo una
diffusa interoperabilità, infatti, abilita i consumatori ad accedere ed
usare un crescente numero di prodotti e servizi per mezzo di un sempre più
alto numero di dispositivi e tecnologie; è grazie ad una più diffusa
interoperabilità tra tecnologie diverse che l?utente finale può guadagnare
discrezionalità e flessibilità nelle scelte riguardanti l?informatica.
Come Lei sa, negli ultimi anni gli investimenti di molte aziende
in Information Technology sono cresciuti in modo consistente; e, man mano
che l?industria ha abbandonato il modello di sviluppo verticale ? nel
quale lo stesso produttore forniva l?hardware, il software e i servizi ?
per spostarsi verso un più ampio insieme di aziende fornitrici in ognuno
di questi segmenti, gli utenti hanno finalmente iniziato a trarre
vantaggio dai benefici della concorrenza fra aziende produttrici di
software o di hardware, ognuna alla ricerca di un modo per differenziarsi
dalle altre.
In un contesto così dinamico, le aziende IT hanno un forte
incentivo di business ad assicurare che i loro prodotti interoperino con
altri. Un modo comune col quale le aziende IT promuovono tale
interoperabilità è rendendo note su base volontaria informazioni tecniche
chiave, come interfacce applicative di programmazione (APIs) e protocolli,
così che altri vendor possano utilizzare queste informazioni nel
progettare prodotti e servizi interoperanti.
Particolare rilevanza inoltre riveste l?interoperabilità per i Governi;
questi, infatti, hanno molteplici responsabilità:
- devono garantire che le proprie Amministrazioni possano cooperare
sulla base di una infrastruttura di servizi evoluta, (obiettivo di molti
progetti di e-Government);
- devono dare garanzia al cittadino che ciò avvenga senza ledere i
suoi diritti di scelta, nel rispetto della sua sicurezza e privacy;
- devono dare spazio all?innovazione, assicurando un mercato florido
e competitivo secondo regole chiare e trasparenti;
- devono consentire l?accesso alla conoscenza e lo sviluppo di
competenze da immettere sul mercato del lavoro.
- devono favorire una politica di riuso, per l?attuazione della
quale il fattore interoperabilità rappresenta il presupposto
imprescindibile;
- devono permettere ad ogni cittadino una partecipazione più attiva
alla vita politica del paese (e-democracy).
E? interesse dei Governi che il processo che porta all?interoperabilità
avvenga secondo principi di trasparenza e di pluralismo.
L?interoperabilità è una delle componenti di base del pluralismo
informatico e un modo per giungere a questo è mantenere un?alta
focalizazzione sugli aspetti tecnici che soddisfano i bisogni in costante
evoluzione dei Governi e su come questi bisogni possano essere soddisfatti
attraverso un uso flessibile di standard aperti.
Con questo termine vogliamo indicare la definizione di specifiche tecniche
che portino a dei risultati implementabili indipendentemente da specifiche
tecnologie e piattaforme o da specifici modelli di sviluppo, specifiche
tecniche generate da un processo diffuso e consensuale tale da produrre
una larga accettazione da parte del mercato e delle comunità tecniche e
scientifiche.
L?indipendenza da piattaforme tecnologiche e modelli di sviluppo rende uno
standard aperto realizzabile sia all?interno di prodotti commerciali che a
codice sorgente aperto, dando quindi la massima garanzia all?utente finale
di poter effettuare una libera scelta secondo i propri criteri di
preferenza. Da questo punto di vista Open Standard non si identifica con
un modello di sviluppo e in particolare non si identifica con il modello
di sviluppo Open Source, ma ne è al di sopra.
Ad oggi esiste purtroppo una diffusa confusione su questo tema: un
prodotto Open Source viene automaticamente identificato come Open
Standard. Riteniamo, sostenuti in questo da esperti del settore, che non
esista alcuna correlazione tra il modello di sviluppo e di licensing di un
software e l?implementazione in esso di standard di interoperabilità. Essi
sono completamente separati e distinti.
Ci riferiamo ad esempio, agli standard aperti per i contenuti Internet
codificati in HTML, XML - e formati relativi - che hanno prodotto un nuovo
e più elevato livello di interoperabilità fra dispositivi hardware,
sistemi operativi e applicazioni diverse. Analogamente, il servizio di
messaggi brevi (SMS) per telefoni mobili e simili dispositivi wireless
hanno raggiunto alti livelli di interoperabilità poiché il formato
standardizzato per i dati SMS consente che tali dati siano trasportati da
molteplici piattaforme concorrenti su terminali GSM e 3G.
Standard documentali basati su XML permettono inoltre, attraverso la
creazione di schemi, di velocizzare e strutturare in modo sicuro i
processi di interscambio di dati tra applicazioni diverse di enti diversi,
ponendo le premesse per una possibile eliminazione della carta e riducendo
sensibilmente i costi e il rischio di errori in numerosi processi di
e-government e di business.
L?importanza dell?adozione di formati standard aperti è testimoniata anche
dalle attività svolte dalla Commissione europea, in ambito IDA
(Interchange of Data between Administration), che nel documento ?European
Interoperability Framework for pan-European eGovernment Services?
raccomanda lo sviluppo di semantiche comuni sulla base dello standard XML
e auspica collaborazioni con gli enti di standardizzazione; in
particolare, i vocabolari XML dovrebbero essere sviluppati tenendo conto
degli elementi base specifici per l?eGovernment.
Questa impostazione è la sola che, a nostro parere, è in grado di
permettere alle imprese o ai singoli sviluppatori di porre la questione
dell?interoperabilità nel giusto contesto, ovvero come obiettivo chiave
dei sistemi informatici, degli enti incaricati degli acquisti pubblici e
dei consumatori. Da questo punto di partenza, le decisioni relative agli
acquisti dovranno quindi essere basate su considerazioni oggettive
centrate su fattori oggettivi come il rapporto costi benefici e la domanda
dei consumatori.
Saremmo quindi lieti di poter riprendere con Lei la discussione
sul tema affinché accogliesse questa analisi come un motivo di stimolo per
condividere il tema con l?intera industria. Riteniamo, infatti, che sia
solo dal confronto che si possano trovare soluzioni idonee o raggiungere
significativi traguardi.
Ci auguriamo quindi che, così com?è avvenuto di recente, in occasione
della legge di conversione del decreto legge Urbani, in cui l?intero
settore dell?Information Technology ha espresso il proprio supporto al di
là delle singole scelte tecnologiche, si possa lavorare insieme con
spirito costruttivo.
Cordiali saluti,
Pier Luigi Dal Pino
Responsabile Rapporti Istituzionali
Microsoft Sud Europa
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