[Discussioni] il decreto Urbani

Carlo Strozzi carlos a linux.it
Lun 15 Mar 2004 23:38:59 CET


Leggo da http://punto-informatico.it/p.asp?i=47389 :

  Lo stesso Urbani ha commentato il decreto sottolineando che "la
  pirateria audiovisiva è un furto e come tale deve essere trattata.
  I diritti d'autore devono essere difesi, altrimenti la proprietà
  intellettuale è destinata a scomparire, provocando nel lungo periodo la
  morte di ogni produzione culturale. Come ogni innovazione tecnologica,
  il web apre nuove e interessanti frontiere, che però non devono
  diventare un far west senza leggi. Esaltando eccessivamente la libertà
  di internet, rischiamo infatti di navigare in futuro in una rete priva
  di contenuti, un Mar Morto cibernetico prosciugato di idee".


Che dire se non "desolante" ?

La cosiddetta "pirateria audiovisiva" può essere un illecito, ma
certamente non è un furto, perchè non vi è l'alienazione di un bene.
In questo il Ministro, non so se in buona o cattiva fede, si unisce
ai cori di coloro che propongono una visione distorta del problema,
per giustificare interventi distorti a difesa di interesei di parte
(i loro).

La visione del dualismo tipico produttore -> consumatore (di beni) viene
riproposta anche per internet: produttore -> consumatore (di contenuti).
Questo dimostra ancora una volta come chi ci governa non capisca
internet, e non intendo da un punto di vista tecnico, il che sarebbe
comprensibile, ma da quello sociale, il che per un politico è più grave.
Internet non è fatta di un centro e di una periferia, come invece sono i
media tradizionali (giornali, radio, tv), ma è fatta in massima parte di
periferia, cioè di persone, e al centro ci sono solo fili.

I contenuti della rete li fanno gli utenti, con quel processo spontaneo
che si verifica quando le persone vengono messe in condizione di
comunicare liberamente. I produttori (soprattutto di film e musica), che
secondo la "logica della rete" sono utenti, al pari di tutti gli altri,
propongono invece la visione secondo cui loro sono "al centro" (diciamo
"al botteghino" del cinema) e senza di loro non ci sarebbero contenuti,
il che è contro ogni evidenza. Anzi, è proprio da quando loro hanno
cominciato ad "interessarsi" ad internet che cercano ogni strada per
eliminare dalla stessa la possibilità che vi si creino spontaneamente
i contenuti. D'altra parte per loro è così che funziona: uno che canta
davanti ad un microfono e un milione che ascolta e paga; uno che recita
sullo schermo, e dieci milioni che guardano e pagano. Se dieci milioni
parlano direttamente l'uno con l'altro, creando spontaneamente contenuti
che non costano nulla, i produttori poveretti come fanno, eh.

ciao,
Carlo
-- 
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