[Discussioni] il decreto Urbani
Simo Sorce
simo.sorce a xsec.it
Mar 16 Mar 2004 09:41:34 CET
On Mon, 2004-03-15 at 23:38, Carlo Strozzi wrote:
> Che dire se non "desolante" ?
Orripilante? :-)
> La cosiddetta "pirateria audiovisiva" può essere un illecito, ma
> certamente non è un furto, perchè non vi è l'alienazione di un bene.
> In questo il Ministro, non so se in buona o cattiva fede, si unisce
> ai cori di coloro che propongono una visione distorta del problema,
> per giustificare interventi distorti a difesa di interesei di parte
> (i loro).
Beh da Urbani al capo dello stato ... c'è solo un mare di profonda
ignoranza e di lobby altolocae che la fomentano :-/
> La visione del dualismo tipico produttore -> consumatore (di beni) viene
> riproposta anche per internet: produttore -> consumatore (di contenuti).
> Questo dimostra ancora una volta come chi ci governa non capisca
> internet, e non intendo da un punto di vista tecnico, il che sarebbe
> comprensibile, ma da quello sociale, il che per un politico è più grave.
> Internet non è fatta di un centro e di una periferia, come invece sono i
> media tradizionali (giornali, radio, tv), ma è fatta in massima parte di
> periferia, cioè di persone, e al centro ci sono solo fili.
Io non parlerei proprio di centro dei fili, anche se aihmè ormai è
sempre più così, l'accentramento del controllo dei carrier in realtà è
uno dei più grossi pericoli per la libertà delle reti telematiche.
E infatti chi ha già capito la solfa, ha già operato in modo da
scongiurare anche solo la possibilità che si sviluppino reti "parallele"
magari utilizzando reti wireless.
> I contenuti della rete li fanno gli utenti, con quel processo spontaneo
> che si verifica quando le persone vengono messe in condizione di
> comunicare liberamente. I produttori (soprattutto di film e musica), che
> secondo la "logica della rete" sono utenti, al pari di tutti gli altri,
> propongono invece la visione secondo cui loro sono "al centro" (diciamo
> "al botteghino" del cinema) e senza di loro non ci sarebbero contenuti,
> il che è contro ogni evidenza. Anzi, è proprio da quando loro hanno
> cominciato ad "interessarsi" ad internet che cercano ogni strada per
> eliminare dalla stessa la possibilità che vi si creino spontaneamente
> i contenuti. D'altra parte per loro è così che funziona: uno che canta
> davanti ad un microfono e un milione che ascolta e paga; uno che recita
> sullo schermo, e dieci milioni che guardano e pagano. Se dieci milioni
> parlano direttamente l'uno con l'altro, creando spontaneamente contenuti
> che non costano nulla, i produttori poveretti come fanno, eh.
Concordo abbastanza, in realtà non ho mai creduto molto, a livello
logico, che il solo aggregarsi di persone potesse produrre dei
contenuti, ma cedo all'evidenza e riconosco che in realtà questo modo di
pensare ci è solo stato inculcato a forze nel cervello. L'idea unica
imperante è che si fa solo se c'è una immediata ricompensa monetaria.
Lungi da me l'idea di pensare che la nuova era informatica sia basata su
una qualche economia del dono come alcuni sostengono (milioni scroccano
e basta :-) devo dire che sposo molto le tesi di un noto esponente del
mondo del Software Libero, di cui ho avuto gran piacere rileggere
recentemente uno scritto, niente di meno che del 1999 che è molto più
attuale ora che allora. Consiglio a tutti una lettura della buona
traduzione presente a questo indirizzo:
http://www.pluto.linux.it/journal/pj0201/anarchism-it.html
ciao,
Simo.
--
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