[Discussioni] Re: [BFSF] Appello Europee: Versione finale
paleld
paleld a libero.it
Mer 19 Maggio 2004 13:40:20 CEST
Ciao a tutti,
nella lettera sono rimasti due riferimenti in nota che sarebbe meglio
eliminare prima di farla circolare.
Nota 12: non è una bozza. La nota può essere eliminata
Nota 13: non credo sia importante avere il riferimento in italiano. Per
la dichiarazione in inglese uno dei siti è
http://wsis-online.net/smsi/file-storage/download/WSIS-CS-Decl-08Dec2003-eng1.htm?version_id=313554
Per farla circolare tra poco sarà sul sito www.pro-digi.org, pensavo poi
al sito della piattaforma italiana per il WSIS e al sito cris.
Iginio
>Salve a tutt*,
>
>
>Alessandro Ronchi, Venerdì, 14 maggio 2004 ore 20:43:33 +0200
>ha scritto a tutt* in "Re: [Discussioni] nuova versione dell'appello
>alle/aicandidat* europei*"
> >Come procede l'appello? Non sarebbe ora di chiuderlo e di proporlo ai
> >candidati?
>
>
>Scusate il ritardo. Ecco la versione finale dove ho recepito tutti i
>suggerimenti. Organizziamo la pubblicità, ora.
>
>MT
>
>
>
>
>http://www.aronchi.org/wiki/tiki-index.php?page=PropostaCandidatiElezioniEuropee
>!Elenco dei candidati che aderiscono all'appello per le Elezioni Europee
>
>Qui viene mantenuto un elenco dei candidati che si impegnano a rispettare i
>punti programmatici presenti nella proposta per i candidati alle elezioni
>europee:
>AderentiPropostaCandidatiElezioniEuropee
>
>!APPELLO AI CANDIDATI PER LE ELEZIONI AL PARLAMENTO EUROPEO 2004
>Piattaforma della società civile italiana verso il Summit della Società
>dell'Informazione (Tunisi 2005)
>
>Spett. candidato/a
>
>La recente approvazione di una nuova direttiva sulla proprietà
>intellettuale, IP Enforcemente (1), dopo la già criticata EUCD (2), la
>direttiva che introduce il prestito a pagamento per le biblioteche
>pubbliche (3), il rischio ancora attuale di introdurre brevetti sul
>software (4) dopo una prima forte mobilitazione che l'aveva sventato (5),
>ecc. sono stati fino ad oggi le tappe più evidenti e controverse della
>costruzione di una e-Europe chiusa, dove la conoscenza diventa una risorsa
>scarsa nelle mani di pochi, quindi di un mercato basato unicamente sulle
>regole del commercio e del profitto sulla privatizzazione dei saperi.
>
>La privatizzazione e mercificazione crescenti di questi beni comuni - al
>tempo stesso saperi e beni culturali nel senso più ampio del termine, ed
>anche servizi essenziali per la loro riproduzione, dai servizi sociali,
>alla ricerca, alla formazione - sono assolutamente antitetici rispetto al
>modello sociale ed economico dell'Europa che vogliamo. La privatizzazione
>dei saperi infatti ne impedisce quella valorizzazione socio-economica a
>vantaggio di tutta la collettività, che è invece la base di una società
>della conoscenza solidale, aperta a tutti, innovativa, coerente con modello
>europeo socialmente sostenibile. Oggi procedere in questa direzione di
>crescente 'recinzione' dei saperi significa non solo la riduzione delle
>libertà civili di ognuno, ma contemporaneamente una restrizione delle
>opportunità di accesso al mercato (al lavoro e all'imprenditorialita') e
>dei diritti sociali (a partire dalla formazione).
>
>Quotidianamente le pratiche e le progettualità di chi usa licenze libere,
>scambia e produce saperi, coopera e fa impresa, tra le comunità di
>mediattivisti e di sviluppatori di software, negli enti di ricerca e nelle
>università, nel tessuto produttivo e nella società civile, dimostrano che
>esiste un'altra Europa, capace e responsabile, che vuole dare il suo
>contributo ad uno sviluppo sociale e sostenibile della società
>dell'informazione. Uno sviluppo che però rischia di essere messo in
>discussione da un approccio puramente economicista e incentrato unicamente
>sui principi del "libero" mercato, libero solo per le grosse multinazionali
>ma non per il singolo, sempre meno cittadino e sempre più semplice
>consumatore"
>
>Nella situazione attuale, tutto questo, significa concentrazione
>proprietaria nelle mani di poche major e multinazione che, dall'altra parte
>dell'Atlantico, stanno già ponendo un problema di crisi per quanto riguarda
>crescita e innovazione e che qui in Europa ha già spostato più in là gli
>obiettivi fissati al consiglio europeo di Lisbona 2000. Ma, soprattutto,
>legislazioni speciali contro il terrorismo e sulla sicurezza, e in Italia,
>esempi come il DL Urbani(6) o il "Data Retention" (7), indicano che oggi
>più che mai si stanno mettendo in discussioni principi e diritti alla
>privacy, alla libertà d'espressione e di pensiero, al libero accesso alle
>conoscenze, nati con l'utilizzo di massa delle nuove tecnologie e con
>l'avvento della società dei saperi, proprio mentre servirebbe una loro
>formalizzazione e un loro riconoscimento pieno all'interno di un moderno
>stato di diritto comunitario sulla scia di quanto già esposto dalla società
>civile dentro e fuori WSIS di Ginevra e al Summit di Lione degli
>amministratori locali (9).
>
>Per questo facciamo appello a voi candidate/i alle europee perché
>
>diate un segno tangibile del vostro impegno a favore di un modello europeo
>socialmente sostenibile di società dell'informazione
>
>vi impegnate a:
>
>- mantenere il software non brevettabile e libero da altri dispositivi
>legislativi che ne possano limitare diffusione, studio e ricerca
>- tutelare il software libero come bene comune e "tesoro del mondo" come
>sancito anche dall'Unesco (10)
>- promuovere una direttiva comunitaria per la tutela del pluralismo
>informatico nelle pubbliche amministrazioni, negli ambiti istituzionali e
>di pubblico servizio e nella società civile
>- promuovene direttive e strumenti legislativi a tutela delle licenze
>libere, del copyleft (permesso d'autore) e del "fair use" (uso personale)
>di saperi e conoscenze (11)
>
>- dare uno slancio nuovo alla strategia di Lisbona sostenendo con forza la
>libertà di ricerca e la valorizzazione dei saperi come bene comune ( Rete
>nazionale ricercato-ri precari, www.ricercatoriprecari.org), promuovendo
>politiche in grado di
>
>a) potenziare la ricerca pubblica nel suo complesso e con particolare
>attenzione degli studi che - perche' teorici o perche' umanistici e sociali
>- non trovano interesse da parte degli investitori privati;
>b) riaffermare il carattere di bene comune della ricerca pubblica, per
>favorire la circolazione 'free' dei risultati della ricerca e della
>formazione in Europa, e la loro non appropriabilità da parte di terzi;
>c) affermare il principio che il finanziamento privato della ricerca e
>dell'università pubblica non puo' condizionare la liberta' di ricerca e
>d'insegnamento dei ricercatori;
>d) contrastare la precarizzazione del lavoro cognitivo (nel mondo della
>ricerca, dell'universita', della formazione, dell'informazione, dei servizi
>alla persona), che in modo miope portano la competizione sul terreno della
>compressione dei costi e dei diritti sociali, piuttosto che su quello della
>qualità, tanto dei servizi che del lavoro;
>e) affermare il carattere pubblico e comune dei beni culturali in senso
>ampio, e il diritto di accesso da parte di tutti a questi beni, come
>fondamento della cittadinanza europea nella società dell'informazione e
>della conoscenza.
>
>- avviare un dibattito e un confronto all'interno della società per
>formalizzare, in una carta di principi europea, una serie di diritti alla
>comunicazione, all'accesso ai saperi e alla privacy che già oggi vengono
>praticati da un numero sempre più crescente di persone e sono stati
>rivendicati anche nella dichiarazione finale del WSIS (12), ma soprattutto
>nella dichiarazione della società civile fuori e dentro il summit (13) e
>nella Dichiarazione sui Diritti di Comunicazione del World Forum on
>Communication Rights (14)
>- sostenere i processi legislativi e i tavoli di confronto dove vengono
>realmente chiamati tutti i soggetti portatori di interessi sui temi più
>importanti della società dell'informazione mondiale in preparazione al
>Summit di Tunisi e oltre; per favorire forme di cooperazione tra paesi e
>politiche di "inclusione digitale" che siano realmente a vantaggio dei
>cittadini coinvolti;
>
>________________________
>^Nota per le modifiche: In wiki le parentesi quadre indicano link interni o
>esterni, quindi per le note a margine bisogna utlizzare un'altra notazione.^
>(1) [http://www.softwarelibero.org/news/20030903-01.shtml]
>(2) [http://www.softwarelibero.org/progetti/eucd/]
>(3) [http://www.biblioteca.colognomonzese.mi.it/prestitogratuito/]
>(4) [http://www.softwarelibero.org/news/20030826-01.shtml]
>(5) [http://webshop.ffii.org]
>(6)
>[http://www.ilsecolodellarete.it/html/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=12&mode=thread&order=0&thold=0]
>(7) [http://www.ilsecolodellarete.it/ISDRWeb/doc/Dossier_ISDR_DL_Privacy.pdf]
>(9) [http://www.cities-lyon.org]
>(10) [http://lists.pluto.it/pipermail/pluto-annunci/2003-November/000002.html]
>Si veda anche qui
>[http://www.salpa.pisa.it/salpa/cda/templates/detail_it.jsp?OTYPE_ID=2105&ID=217373]
>(11) [http://internet.cybermesa.com/~berny/cosacopyleft.html]
>(12) <è una bozza?>
>(13) <manca riferimento in italiano>
>(14) [http://italy.peacelink.org/cris/articles/art_2643.html]
>
>--
> Lista di discussione del Bologna Free Software Forum
> Info web: http://www.bfsf.it
> (Copyleft Zone) http://liste.bfsf.info/wws/info/bfsf
> Problemi in lista? bfsf-request a liste.bfsf.info
> Questa lista ripudia gli allegati, soprattutto quelli nei
> formati proprietari (".doc", ".ppt" di Microsoft)
> come forma di trasmissione e condivisione dei saperi
> http://www.fsf.org/philosophy/no-word-attachments.it.html
>
>
>
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