[Discussioni] Informatica e libri scolastici e scuola primaria

Francesca Campora abnormal a ecn.org
Ven 28 Maggio 2004 14:57:48 CEST


Ciao a tutti,
intervengo perché come alcuni sanno qui sono una maestra elementare......

Alcune questioni di fondo.

La scuola elementare o primaria come la vogliate chiamare è in un momento
di grande pericolo sotto questo punto di vista: ovvero libri di testo,
strumenti e/o ambienti di apprendimento.

La pubblicità infatti portata avanti nei confronti dell'inglese e
dell'informatica si basa su una *non cultura* in questi due ambiti e mi
posso permettere di dirlo visto che insegno entrambi non senza difficoltà.
Nella scuola primaria c'è una grossissima confusione e incompetenza
generale per quanto riguarda quello che viene chiamato *informatica* che
viene per lo più confuso con la funzione strumentale di utilizzo del mezzo
e non come il lavorare in alcuni ambienti di apprendimento che hanno la
potenzialità di costruire delle competenze spendibili in altri campi e
sono medium di comunicazione, ambienti per il lavoro di gruppo e/o mutuo
aiuto e quindi anche mezzi di socializzazione.
Le competenze necessitano delle strumentalità, strumentalità in questo
caso non possedute dagli insegnanti, oppure prese semplicemente come pure
e nude strumentalità. Le prime esperienze di *informatica* furono fatte
nella scuola primaria con i bambini in difficoltà e/o handicap e questo
potrebbe già fornire un dato significante della potenza didattica, forse
molti se ne sono scordati.

Come ho detto in una mia precedente mail, avevo scritto ad Antonio
Bernardi di Linuxdidattica su questo argomento: libri di testo
ministeriali che riportano grandi schermate di software proprietario
utilizzate per un puro ammaestramento. Se quello che manca è la cultura
questo non è il modo di costruirla e bisognerebbe opporsi fortemente.
Purtroppo molte colleghe che magari fanno percorsi di consumo critico in
questo caso non se ne rendono conto, anzi mi hanno detto che questi libri
sono bellissimi.
Sapete perché?
Perché l'insegnante medio che non ha voglia di sbattersi vuole trovare la
sua bella lezioncina già fatta e soprattutto fatta con una metodologia
didattica *tradizionale* mentre, l'utilizzo di determinati ambienti
presuppone metodologie didattiche diverse e all'inizio molto più faticose,
ma a lungo termine molto più redditizie. L'insegnante in generale della
scuola primaria vuole molto poco mettersi in gioco.
E' un fenomeno *culturale* di ignoranza...(scusate il gioco di parole) che
va combattuto mostrando praticamente le buone pratiche, quelle che
personalmente porto avanti dal 1998.

Francesca Campora



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