[Discussioni] [Fwd: [Linux-Biella] Informatica e libri scolastici]

Francesco Potorti` pot a softwarelibero.it
Ven 28 Maggio 2004 15:22:29 CEST


Alessandro Rubini:
>Quelli di informatica. Tu pensi ai corsi dell'itis. Qui si parla di
>scuola elementare. E` estremamente difficile usare costruttivamente la
>macchina alla scuola elementare. 

Mah.  Tanto tempo fa, leggere era una cosa che si imparava da adulti, e
la imparavano solo quelli colti.  Nel 1200 sarebbe stato estremamente
difficile usare costruttivamente la scrittura da bambini.  Ma più tardi
diventò sensato farlo.  Molto più tardi, diverse generazioni dopo.  Ora
le novità sono tali che da una generazione (noi) all'altra (i bambini)
le cose cambiano parecchio.  Oggi secondo me ha senso far vedere ad un
bambino cos'è una tastiera, un mouse, uno schermo, un programma di
disegno, uno di scrittura ecc.  Sono tecniche, e usando le tecniche ci
si allarga il cervello.

>Non ho visto personalmente i programmi per l'informatica nella scuola
>elementare, ma piu` che imparare ad usare alcuni programmi non penso
>che dicano.  

Quando si impara a scrivere, la prima cosa è riuscire a fare le
lettere.  Man mano che si prende la padronanza della tecnica si può fare
di più.  Il modo dipende sì dai programmi ministeriali, ma soprattutto
dalla cultura, interesse e capacità degli insegnanti, e dall'attenzione
dei genitori.

>Mi chiedo perche` non insegnino ad usare un cellulare o una macchina
>fotografica digitale

La padronanza dei concetti che stanno dietro l'uso di un computer è
molto più basilare, flessibile, complessa: è cultura.  La macchina
fotografica la dovrebbero insegnare come insegnano ad usare i pennelli,
il guaio è che costa molto di più.

>> Per quanto ne so io, i libri di didattica riflettono semplicemente la
>> domanda.
>
>Dovrebbero rispecchiare i programmi ministeriali.

Non credo che i programmi ministeriali si sbilancino ad indicare il nome
della società che produce lo strumento da utilizzare, così come non
credo che indichino la marca dei colori a tempera da utilizzare.  Solo
che mentre per i colori c'è la consapevolezza che in un libro di testo
indicare la marca è pubblicità, per i programmi questa consapevolezza
manca.  Sta a noi farla nascere.

Roberto Marchioro:
>Mi chiedo ad esempio di che _cultura_ si faccia portatore
>quell'insegnante che nella sua scuola ha creato due aule informatica
>con 30 client e due server di dominio con software commerciale e
>proprietario rigorosamente crackato

Questo c'entra poco, direi.  Non me ne volere, ma alle mie orecchie fa
coppia con quelli che una volta dicevano che una donna che conviveva non
sposata non poteva trasmettere cultura ai propri allievi.



More information about the discussioni mailing list