[Discussioni] [NEWS] CNIPA, INPS e Riuso software nelle PA

Alfonso Fuggetta Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Gio 7 Ott 2004 23:31:41 CEST




On 7-10-2004 17:18, "Giacomo Cosenza" <giacomo.cosenza a sinapsi.com> wrote:

Sono le 10 di sera e sono cotto visto che sono in giro dalle 7 di
stamattina. Provo a rispondere.

> Ciao Alfonso,
> Per quanto mi riguarda il problema della PA e dell'Italia in generale
> (soprattutto delle grandi imprese) NON E' il software custom o su
> commessa. Per altro il dato corretto per il 2003, almeno secondo i dati
> CNIPE presentati da Pagani al LWE non e' del 60%, ma del 57%. A volere
> fare i furbetti con i numeri non ci vuole tanto. Potrei per esempio dire
> che tu riporti una differenza del 20% tra il sw custom e quello a
> pacchetto, mentre la differenza reale è del 14%. Potrei anche dire che
> il tuo errore è stato del 6% sul 20%, quindi un bel 30% di margine di
> errore. Però sono giochini da bambini, quindi li riporto solo per
> divertimento.

Caro Giacomo, sono comunque stime, non dati contabili. Pensi che abbia
barato per rubarti un 3%? Mi chiedo cosa nella sostanza cambi. La sostanza è
che lo stato, A SPANNE, spende OLTRE 400 Milioni di euro per software custom
e circa 350 per pacchetti. Io ho detto che secondo me per affrontare il
problema del software custom è necessario fare un'analisi diversa da quella
dei pacchetti. Se già fossimo d'accordo su questo, credo si farebbe un passo
in avanti enorme. Anche perché quando vedo come vengono spesi quei 450
milioni (CIRCA) mi viene il mal di pancia. Se invece di 450 fossero 420
staremmo meglio?

Comunque nelle presentazioni che ho fatto a Firenze e al LWE ho citato i
dati "precisi". Vedi presentazioni su mio sito.
 
> Se però teniamo per buono il report di Gartner citato da Bill Gates e lo
> incrociamo con i dati del CNIPA (ma anche i tuoi dati non cambiano il
> risultato) viene fuori che il contributo al TCO di software custom e
> licenze delle soluzioni complete di HW a stento raggiunge il 5% del
> totale e io mi domando: ma chi si mette in tasca il 95%? Gli HW vendor?
> Ovviamente il dato falso è quello di GartnerG riportato da Gates, quello
> del CNIPA, al massimo, è approssimativo. Insomma il giochino dei numeri
> ha le gambe corte, come tutte le bugie.

Non ho presente questo report. Ma bisogna vedere a cosa si riferiscono i
numeri. Vorrei vedere il report.
 
> Chiunque abbia le piu' superficiali nozioni di marketing e di
> comunicazioni (persino io) vede che quando si dice che le licenze sw
> (d'uso e manutenzione) incidono per il 2% sul TCO delle soluzioni, si
> sta dicendo che se anche si risparmiasse il 2% grazie al software
> libero, allora si risparmierebbe ben poco, ma si rischierebbe molto.
> Molto meglio risparmiare sul 57% (dato CNIPA), meglio ancora sul 60%
> (dato tuo), infinitamente meglio sul 75% (a memoria quello che mi
> ricordo del report GartnerG citato da Gates e fratelli).

Appunto.
 
> Ovviamente io mi sono già fatto le mie riflessioni su quel 43%. Vorrei
> che provassi a raccontarci anche le tue che sono certo tu abbia fatto
> visto che non sei ne un software vendor e neppure un analista di
> mercato, ma un professore di una universita' italiana che dovrebbe avere
> a cuore la crescita delle competenze tecniche dei propri studenti e non
> quello del fatturato dei software vendor stranieri o degli stipendi dei
> commercianti delle loro filiali italiane.

Cerco di intepretare in modo positivo l'ultima frase e non in modo ironico o
malizioso. Non mi piace quel "dovrebbe". Se credi che mi interessi Microsoft
o IBM, allora è meglio che mi ristacchi un'altra volta dalla lista per
manifesta impossibilità di dialogo (e perché non mi va di essere qualificato
in quel modo). Nel marzo del 2004 ho scritto sul riformista un articolo
intitolato "Industriali d'europa riprendetevi il software", cosa che ho
ripetuto a Roma in Campidoglio davanti a Paolucci e soprattutto a Corsini di
IBM. Due anni fa (adesso lo dicono tutti) ho scritto sul sole del rischio
microsoft sui cellulari. Due settimane fa sul Sole ho scritto un articolo
sull'accordo Nokia Vodafone per il software dei cellulari, illudendomi che
fosse una mossa per rilanciare la nostra industria del software (spero non
sia invece una bufala). Sono qui a Parigi all'incontro dei centri di ricerca
che collaborano worldwide con Alcatel e continuo a ripetere che la sfida si
vince sul software, anche se sti telecom non mi stanno a sentire. Con tutto
il casino che sto facendo sul tema, credo ci siano pochi dubbi su come la
penso sul problema industria del software.

http://www.cefriel.it/~alfonso pagina download.

Riflessioni sul 43%. Qualcosa ho scritto sui report che trovi alla pagina
qui su. Alcuni cose veloci.

1. Di quel 43%, il software microsoft pesa per il 17% (del 43, 7% del 100%).
I dati di Microsoft che ho io dicono che nel public sector in Italia fattura
60 Milioni di euro. Quindi tutto il resto è software per mainframe di mamma
IBM oppure software di Oracle, HP, Sun, ... Credo che una singola licenza di
CICS, DB2 e cose simili costi centinaia di migliaia di euro all'anno (una
licenza). Credo che certi sostenitori dell'open source facciano con software
proprietario molti più incassi della perfida M$. A proposito, al convegno di
Padova ho chiesto a HP, Sun, IBM e Oracle quanti prodotti offrono oggi
secondo licenze open source e mi è stato risposto (come in commissione Meo)
zero. E in futuro? Zero.

2. I dati sensibili della PA non sono gestiti con software Microsoft. Sono
assai spesso su mainframe IBM, che è molto più difficile (impossibile?) da
rimpiazzare, come diceva Paolo, con soluzioni open source. Esempi: sanità,
interni, difesa, giustizia, pubblica istruzione, comune di milano, sanità
della regione lombardia, anagrafe tributaria, ...

3. Molti dei problemi (non ho tempo per dilungarmi) si possono risolvere
accedendo al codice senza necessariamente richiedere che sia open source.

4. Certamente, bisogna tutelare l'utenza da abusi e pratiche vessatorie.

5. Io personalmente uso Apache e Tomcat per il mio sito web e Firefox al
posto di Explorer e Safari sul mio Mac (si sono passato a Mac). Allo stesso
modo in altri casi uso tecnologie proprietarie.

6. In moltissimi casi, purtroppo, all'utente non interessa che il software
sia "free" come in "free speech" ma che sia "free" as in "free beer".

Personalmente ritengo che si debba cominciare a fare quanto scritto nel
report della commissione Meo (cose che ho scritto in larga parte io). Ecco
la copia di quello che c'è scritto nell'executive summary in relazione ai
pacchetti (è ovviamente una sintesi di un discorso quindi perdonate la
stringatezza).

1) Le PA non devono penalizzare/vietare l¹utilizzo di pacchetti open source:
il criterio che deve valere al momento della selezione di una soluzione
software è quello del value for money.

4) Tutti i pacchetti proprietari acquisiti su licenza devono essere
disponibili per ispezione e tracciabilità da parte della PA. Le PA devono
essere tutelate nel caso un fornitore di pacchetti non sia più in grado di
fornire supporto.

5) I sistemi informativi delle PAdevono interagire attraverso interfacce
standard che non siano vincolate ad un unico fornitore.

6) I documenti delle PAsono resi disponibili e memorizzati attraverso uno o
più formati. Di questi almeno uno deve essere obbligatoriamente aperto,
mentre gli altri, se presenti, possono essere scelti a discrezione della
PAtra quelli aperti o proprietari.

7) Il trasferimento del software custom e delle licenze dei pacchetti tra PA
deve essere libero da vincoli e favorito.

Se hai la pazienza e cortesia, ti invito anche a guardare le cose sul sito
che ho indicato prima.

Chiudo se no spendo una cifra in Wifi.

Alfonso




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