R: [Discussioni] [NEWS] CNIPA, INPS e Riuso software nelle PA
Roberto Galoppini
galoppini a acmesolutions.it
Ven 8 Ott 2004 21:34:21 CEST
Caro Alfonso,
mi unisco allo scambio per darti il mio punto di vista di operatore.
La questione dei sistemi di produzione, intesi come tool di sviluppo e
elementi di base, è fondamentale: come riportavo nell'intervento a
firenze esistono studi di settore (*) che mostrano come proprio lo
sviluppo di programmi, unitamente ad altri settori specifici, sia a
"innovazione incrementale".
La soluzione custom anche in aree verticali e di nicchia può essere
sviluppata da soluzioni già esistenti, licenziate da terzi con licenze
di tipo libero. Non solo, ma proprio per chi realizza soluzioni basate
su software libero è comune effettuare un'analisi dell'esistente prima
di intraprendere ogni attività di sviluppo, evitando così di
"reinventare la ruota" ogni volta.
Ora, la pubblica amministrazione che acquisti una soluzione composta in
parte da software libero, avendo avuto cura di verificarne in anticipo
l'efficacia e l'affidabilità (**), nel momento in cui vuole (***) che
altre pubbliche amministrazioni la riutilizzino deve necessariamente
rispettarne le licenze di origine.
Il fattore licenze, è dunque un prerequisito per la tutela del
pluralismo dell'offerta, in coerenza con quanto espresso nella direttiva
emanata dal Ministro Stanca.
E' altrettanto evidente che non è di per sé sufficente, visto che sempre
nello studio (***) si evidenzia come "Il successo del riuso dipende
dall'adozione di modelli cooperativi tra le amministrazioni e di
modalità aperte e dinamiche di collaborazione", quindi un tema che a mio
giudizio sarebbe interessante sviluppare è quello delle best practice e,
più in generale, delle metodologie organizzative più idonee a favorire
il riuso, sempre ovviamente nel rispetto del quadro normativo di
riferimento.
In questo senso è innegabile che l'acquisizione e la pubblicazione di
software con licenze libere è in grado di favorire un'offerta più ampia,
poiché più soggetti possono studiare il codice ed acquisire le
necessarie competenze per offrire servizi agli siano essi centrali o,
soprattutto, locali. Lo studio del CENSIS (****) in questo senso parla
di "meta distretti dell'open source", il cui obiettivo è quello di fare
“sistema” delle diverse esperienze presenti sul territorio, in modo da
creare un tessuto di competenze e di soluzioni a supporto della pubblica
amministrazione e delle piccole e medie imprese. Come ha chiarito lo
stesso Gianni Dominici del Censis, “L'Open Source potrebbe costituire
una leva tutt'altro che secondaria per riavviare le dinamiche di
mercato, soprattutto a livello locale.”
Rob Galop
(*) “Sequential Innovation” - Bessen,Maskin; “Open Source Software and
the Economics of Organization” - Garzarelli
(**) GRAM/S, generally recognized as mature/safe e/o Open Source
Maturity Model
(**) "Riusabilità del software e delle applicazioni informatiche nella
pubblica amministrazione", Tra i "vantaggi, fattori di successo e
criticità" a pag. 6 si legge "Particolarmente critica è la mancanza di
forme di incentivazione del riuso in particolare per le amministrazioni
cedenti"
(***) “Amministrazione a codice aperto – La propagazione dell'open
source tra gli enti pubblici”, Roma 25 Febbraio 2004
Alfonso Fuggetta wrote:
>"favorisce dichiaratamente il software proprietario"? "Civiltà informatica migliore"? "non coincide con gli interessi dei cittadini"? "posizione ben studiata"?
>
>A volte ho la sensazione che certe cose vengano scritte per un certo snobismo elitario, assolutamente incapace di confrontarsi sui problemi, ma narcisisticamente ripiegato a compiacersi delle proprie posizioni.
>
>E' chiaro che se così è sedersi intorno ad un tavolo non serve.
>
>Meglio che non aggiunga altro. E forse era meglio che restavo fuori dalla lista.
>
>Alfonso
>
>
>Le licenze open sono usate per costruire una civiltà informatica migliore e più libera, per gestire le community ci sono delle piattaforme apposite. Lo scenario che lei ha descritto non tiene affatto conto di questo, e anzi favorisce dichiaratamente il sw proprietario al momento dell'acquisto, come ho spiegato nel post precedente. In questo scenario non lavorano gli sviluppatori di sw libero e non si impiega sw libero per produrre, e la GPL assume un ruolo residuale ed eventuale. Forse è uno scenario entusiasmante per il riuso, ma per il sw libero a me francamente pare deprimente. Lei dice che non si può fare diversamente perchè bisogna per forza usare SAP etc., e io su questo non so esprimermi. Se è davvero così, ripeto, possiamo anche metterci una pietra sopra e occuparci d'altro.
>
>Non credo sia questione di incomprensione, ma di punti di vista assai diversi. Comunque, pur sapendo di apparire molto rigido in questi discorsi, intorno al tavolo per discuterne mi siedo volentieri. Sappia che io rispetto la sua posizione, certamente ben studiata e meditata nell'ottica del riuso, ma non credo che essa coincida con i reali interessi del sw libero e più in generale dei cittadini che desiderano una struttura informatica pubblica trasparente e aperta, e che la desiderano oggi, non forse domani.
>
>Saluti,
>F.V.
>
>p.s.
>Conosco la differenza fra un pacchetto e una soluzione custom, e come nel post precedente ho qui parlato delle soluzioni custom.
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