R: [Discussioni] [NEWS] CNIPA, INPS e Riuso software nelle PA
Alberto Cammozzo
mmzz a stat.unipd.it
Dom 10 Ott 2004 01:48:59 CEST
Non sempre tutto e' una questione di punti di vista:
Sarebbe bene la discussione rimanesse, come era successo finora, in un ambito
strettamente tecnico, pena il cadere in italiche faziosita' con annessi e
connessi.
Mi pare stessimo facendo un buon lavoro, specie considerando la limitatezza
del mezzo...
Non si tratta di prefigurare scenari piu' o meno deprimenti, cerchiamo di
vedere cosa c'e' oggi e cosa possiamo fare con quello che gia' c'e', e come
migliorarlo. Sono seduti attorno a questo tavolo virtuale interlocutori
qualificati, credo che potremmo ottenere dei risultati degni di essere
presi sul serio. Cerchiamo di restare sul tecnico, pero'.
Osservazioni sugli ultimi scambi, in particolare su quanto detto da Veutro:
Il codice non NASCE libero o proprietario, ma viene liberato o chiuso
da chi lo possiede, che raramente o mai, nello scenario che stiamo analizzando,
(custom) e' il programmatore. Il sw non e' libero perche' viene sviluppato su
sourceforge. E le licenze servono a farlo RIMANERE libero quando cambia
di mano: il proprietario non ha certo bisogno di una licenza per usare il
proprio software.
Nessuno, ne' lo Stato Italiano, ne' Stallman pretendono che qualcuno
rilasci qualsiasi codice in suo possesso. Si pretende invece che SE il programma
viene usato da altri, ALLORA questo possa avere il codice sorgente e farne
quello che vuole.
Non mi e' ben chiaro perche', come sostiene Veutro, la normativa sul riuso
dovrebbe ostacolare gli "sviluppatori di sw libero" e "favorisce dichiaratamente
il sw proprietario".
Inoltre penso sarebbe molto utile (perdonatemi l'insistenza) che qualcuno
di qualificato in materia legale (mi pare Veutro sia un avvocato) ci descrivesse
il quadro normativo in cui una PA si muove se vuole rilasciare come previsto
dalla direttiva MIT 19 dic 2003 un software ottenuto secondo l'art 25 della
Bassanini (340/2000).
Se puo' farlo solo verso un'altra PA o verso tutti. Puo' rilasciare in
GPL o altra licenza libera?
Sull'esistenza del sw custom (sia libero o no) non si puo' discutere,
e' un dato di fatto, e non si tratta solo dei mega pacchetti dei ministeri,
ma anche delle miriadi di micro applicazioni. Lo vedo in Universita', per
la ricerca o per il supporto alle attivita' di ricerca. Ogni
Dipartimento sviluppa in proprio o fa sviluppare il proprio portalino,
la propria Intranet. Abbiamo tutti esigenze cosi' diverse? Quanto costa
questo alle nostre tasche? Non lo sapremo mai, perche' si tratta di micro
spese, nessuno le censira' mai. Il riuso credo possa essere molto utile
in questi contesti, educa a una cultura dell'apertura del codice senza dover
attendere leggi che obblighino tutti a usare sw libero: e' una cosa che
possiamo avere "oggi, non forse domani".
La riusabilita' del codice per inciso e' un termine mutuato dall'ingegneria
del software, e indica quanto possiamo evitare di riscrivere codice gia'
scritto, e perdonatemi l'approssimazione. E' un indice di qualita', tra l'altro.
"l'Ottica del Riuso" e' un processo che un programmatore, free o non, _deve_
considerare per il proprio codice; e' un'esigenza per qualsiasi impresa
produca o usi software. Non si contrappone alla liberta' in nessun modo.
Il caso del sw misto custom-proprietario e' ovviamente diverso: sviluppare
add-on su una piattaforma proprietaria la favorisce, e' chiaro.
Ma la p.proprietaria pero' puo' essere aggirata tecnicamente in due modi:
con la portabilita' del sw custom su una piattaforma compatibile free e con
l'emulazione della piattaforma proprietaria con una free. Il primo caso
"portabilita'" e' gia' auspicato dalla direttiva Stanca.
Si potrebbe sollecitare il legislatore a prevedere una condizione di privilegio
per le piattaforme aperte rispetto a quelle proprietarie, nello stesso
spirito delle leggi che prevedono la proprieta' del codice e il riuso.
cordialita'
Alberto
--
Alberto Cammozzo V.Cesare Battisti 241/243. PADOVA ITALY
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