[Discussioni] Re: E' mai capitato che... ?
Valentina Parisi
valentina.parisi a copyzero.org
Mar 12 Ott 2004 20:07:17 CEST
> La domanda è chiarissima Valentina.
>
> La risposta altrettanto:
> no
>
> :-)
Molto bene. :-) Sono felice. :-)
> Fra l'altro penso che sarebbe veramente difficile sostenere una
> violazione di quel tipo. tu stesso nella licenza affermi di voler
> permettere l'uso della tua opera per qualunque scopo e ne permetti
> esplicitamente la modifica e il riutilizzo senza restrizioni.
> Non credo sarebbe semplicissimo convincere un giudice che l'atto da te
> stesso consentito in principio vada poi a violare l'integrità
> dell'opera.
Già, ma tu nella licenza ti riferisci ai diritti patrimoniali, non a quelli
morali, *ai quali nemmeno tu puoi rinunciare* (neanche in qualità di
licenziatario della GPL). ;-)
Ciò significa che le tue "libertà" riguardano esclusivamente i diritti
patrimoniali, non i diritti morali (inalienabili, irrinunciabili, autonomi,
imprescrittibili).
> Caso diverso ovviamente se chi modifica l'opera dovesse inserire frasi
> ingiuriose o lesive della persona, come per esempio introdurre una
> pessima modifica del codice ed addebitarla impropriamente all'autore
> originale intaccando in questo modo la sua immagine professionale.
> Ma questo caso è comunque contemplato esplicitamente dalla GPL
> (previdentemente in quanto i diritti morali in USA sono praticamente
> inesistenti). La GPL infatti imporrebbe che le modifiche siano
> esplicitamente evidenziate con un commento nel codice o in un file di
> changelog e correttamente addebitate agli autori che le hanno
> introdotte. Quindi credo che ci siano gli estremi per intervenire anche
> senza scomodare i, quasi dimenticati, diritti morali d'autore se
> necessario.
Bisognerebbe parlare dei concetti di onore e reputazione: vi rientrano in
senso ampio tutti gli interessi spirituali e quelli relativi alla
personalità psichica ed intellettuale dell'autore. Ma ti faccio un esempio
pratico: la pubblicità. Personalmente la considero una forma d'arte
contemporanea (altro che ingiuria), sta di fatto che il Tribunale di Roma
(30/5/84) ha stabilito che "l'inserzione di messaggi pubblicitari nel corso
della trasmissione televisiva di un'opera cinematografica è suscettibile di
ledere il diritto morale dell'autore qualora, tenuto conto delle qualità e
della natura del film, del momento, della frequenza e della durata delle
interruzioni, esse costituiscono un atto in danno dell'opera". Nella
fattispecie si è ritenuto che otto interruzioni per pubblicizzare
sessantasei prodotti per una durata complessiva di circa mezz'ora
costituissero una frammentazione, una disgregazione, uno svilimento del film
"Serafino" di Pietro Germi, trasformato in mero veicolo pubblicitario.
Insomma, per ledere l'onore o la reputazione di qualcuno non ci vuole poi
molto: sta al giudice valutare caso per caso.
Ciao,
Valentina.
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