[Discussioni] Re: demo
Valentina Parisi
valentina.parisi a copyzero.org
Gio 21 Ott 2004 12:11:01 CEST
> Mi pare chiaro che se si da` lo stesso nome a due cose diverse, allora si
> generano confusioni. Altrettanto chiaro e` che se dati due insiemi A e B,
> A e` incluso in B e B e` incluso in A allora A e` uguale a B (e`
> un'assioma della teoria degli insiemi).
Ma la teoria degli insiemi non distingue tra significato e significante,
dunque è difficilotto applicarla al nostro caso.
> Ora, nessuno di noi pensa che copyleft e` uguale a copyright, in nessuna
> delle due accezioni citate del copyright: nella prima, il copyleft e` un
> sottoinsieme (proprio) del copyright; nella seconda sono due sottoinsiemi
> (disgiunti) dello stesso insieme (il copyright nella prima accezione).
>
> Credo che il problema si risolva *solo* dando due nomi diversi a queste
> due cose (propongo: "copyright" e "copyright proprietario" o "copyright
> standard" o "copyright esclusivo"; nessuno dei tre mi piace troppo, ma ...
> proponetene di migliori), dopo di che lo schema si fa senza troppi
> problemi (da questo punto di vista).
Sì, certo, io, ad esempio, ho parlato di "copyright standard", "full
copyright", Veutro di "copyright tout court"... resta il fatto che è una
bella responsabilità adottare un nome non canonizzato. Perché la gente non
trova da nessuna parte "(C) Copyright Standard di Pinco Pallino" ma soltanto
"(C) Copyright di PInco Pallino": e se nel fare lo schema non teniamo conto
della gente, a che serve farlo? L'unica formula canonizzata sarebbe "All
rights reserved" (contrapposta, ad esempio, al "Some rights reserved",
formula comprensiva del copyleft).
Utilizziamo queste?
Ciao,
Valentina.
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