[Discussioni] Re: Release 0.3: disegno esploso + CC
Simo Sorce
simo a softwarelibero.it
Dom 24 Ott 2004 23:49:38 CEST
On Sun, 2004-10-24 at 20:47, Valentina Parisi wrote:
> > Non capisco cosa significa licenza semilibera, la licenza o è libera o
> > non lo è.
>
> La licenza semilibera è quella che ha ad oggetto software semilibero.
> Hai presente il software semilibero? :-)
Ho sempre considerato il software "semilibero" semplicemente non libero,
quindi a logica dovrei risponderti: No :-)
Ho capito quello che vuoi dire comunque.
> Ovviamente io uso il termine licenza libera secondo la
> > descrizione di software libero. Se si usa un'altra accezione per la
> > parola "libera" si può dire qualunque cosa, ma mi sa che si crea solo
> > confuzione.
>
> Io mi attengo alle accezioni Gnu per tutto lo schema.
> Dunque, non dovrebbero esserci fraintendimenti.
Si in effetti su www.gnu.org vi è una definizione di software semi-free,
se usi quella di definizione, quantomeno so di che parli :)
> > Inoltre non capisco proprio come puoi catalogare licenze proprietarie
> > dentro il box "open source", quel box è praticamente quasi
> > sovrapponibile a "free software". Ci sono 1 forse 2 licenze considerate
> > open source dalla OSI che non sono considerate software libero da FSF.
>
> Una licenza che non è libera o semilibera è proprietaria (questo non ti deve
> far pensare direttamente all"All rights reserved": alcune delle licenze CC,
> ad esempio, sono licenze proprietarie).
> L'open source ammette anche licenze proprietarie: ciò non accade per il free
> software.
>
> "La definizione ufficiale di "software open source," come pubblicata dalla
> Open Source Initiative, si avvicina molto alla nostra definizione di
> software libero; tuttavia, per certi aspetti è un po' più ampia, ed essi
> hanno accettato alcune licenze che noi consideriamo inaccettabilmente
> restrittive per gli utenti. Tuttavia, il significato ovvio di "software open
> source" è «puoi guardare il codice sorgente». Questa è una espressione meno
> vigorosa di "software libero"; include il software libero, ma include anche
> software semi-libero come ad esempio Xv e perfino qualche software
> proprietario, inclusa Qt nella sua licenza originale (prima della QPL)".
Non ho trovato traccia della licenza di Xv tra quelle accettate e
promosse dalla OSI,e per quanto riguarda la QPL, ad un'occhiata
superficiale e da lontani ricordi direi che è software libero, GPL-non
compatibile ma libero (simile alla licenza di qmail).
Quindi non vedo come ci si possa infilare software proprietario (secondo
definizione di FSF.
Ci sta invece il cosidetto software semilibero a questo punto.
> Lo schema potrà sembrare "strano" (non direi confuso), ma se lo è, è solo
> perché la realtà è "strana". Che posso farci io? :-) Io cerco solo di
> rappresentare la realtà. E credo anche di averlo fatto correttamente.
Il problema è che se uno schema non riesce a rendere evidente ciò che
nella realtà è confuso, secondo me non serve a niente :-)
Non voglio dire che il tuo schema non serva, solo che bisogna lavorarci
di più per renderlo migliore e più comprensibile.
> > Inoltre non ho capito perchè da public domain/pubblico dominio fai
> > derivare un nuovo set di box open/open/free etc..
>
> E perché non dovrei farlo? :-) Dove metterei, altrimenti, la Public Domain
> Dedication? :-) Bisogna trattare i casi diversi in modo diverso.
Allora forse è il caso di fare schemi differenti con un titolo diverso
ognuno ed evitando di inserire box inutili quando non ce ne è bisogno.
> Come ho già detto, ho usato una forma fissa e un contenuto variabile,
In questo caso non credo che tentare di mantenere una certa uniformità
in realtà giovi allo schema.
> proprio per fare chiarezza: un nuovo set di box open/open/free etc. dovrebbe
> esserci anche per "All rights reserved" (non l'ho messo perché, come ho
> detto, resterebbe vuoto).
Perchè vuoto ?
> Posso assicurarti che sono una persona estremamente precisa e non ho
> lasciato *nulla* al caso. E quando dico nulla, dico nulla. ;-)
Ah per crederti ci credo, non era questo che mettevo in dubbio :)
> > Per ultimo dieri che visto che si fa troppo casino a mischiare diritto
> > Common Law con il nostro direi che sarebbe bene fare due schemi
> > separati, uno che in quadri la situazione italiana, quindi solo diritto
> > d'autore e pubblico dominio e uno quella Common Law/USA con copyright e
> > public domain come lo intendono loro e niente diritti morali.
>
> Scusa ma io non credo proprio di fare casino, neanche un po'.
De gustibus non disputandum est (l'avrò scritto giusto? non tocco il mio
latino da un decennio almeno :)
> Il senso dello schema era porprio quello di mettere a confronto i due
> sistemi. E credo di averlo fatto in modo chiaro.
A questo punto credo che le nostre premesse siano da identificare
meglio, così come la nostra simbologia, perchè credo che siano
sottilmente diverse ed incompatibili ed è questo che porta a malintesi e
incomprensioni.
ciao,
Simo.
--
Simo Sorce
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