[Discussioni] Openn source - Stallman - free software
Marco Ermini
markoer a markoer.org
Lun 6 Set 2004 12:53:20 CEST
<quota chi="Michele Sciabarra'">
>
[...]
> Ed è praticamente certo che se Java fosse stato open source, Microsoft
> avrebbe forkato la sua Java (come ha fatto, e si è beccato causa e ha
> sborsato quattrini per la cosa), lo avrebbe windowsizzato e oggi invece
> di C# che fa concorrenza a Java avremmo come linguaggio più diffusi
> M$-Java (come il c++ più diffuso è il VisualC++ che propriamente C++ non
> è..., anche se lo stanno riportando allo standard ora che non gliene
> frega + niente ), e magari applet che mandando interi applicazioni
> windows efficientissime invece degli obbrobbri swing di oggi.
</quota>
Non saprei dire cosa sarebbe successo a Java, ma generalmente MS non
gradisce "lavorare" su programmi Open Source - per lo meno per applicativi
strategici: troppe variabili di incertezza sulla possibilità di
"customizzare" - leggi: "chiudere" - l'applicativo. Storicamente si è
comprata i concorrenti e ne ha distribuito i prodotti a proprio nome (come
ha fatto per PowerPoint, SourceSafe, SQL Server, ecc.) o ha direttamente
terminato il prodotto (come ha fatto recentemente con RAV antivirus). Non
mi risulta che abbia mai fatto una cosa come dici tu: secondo me rendere
libero Java *non* comporta questi rischi.
Circa il C++ immagino che i refusi che fai siano per brevità
nell'esprimerti... Visual C++ è un'ottimo ambiente per lo sviluppo di
standard C++. In passato (ma si parla di quasi 10 anni fa!) supportava
"malino" le STL (della serie: metodi dichiarati che poi erano dummy...
come dire "lo metto nell'indice ma non lo riempio, tanto non lo userà
nessuno"... ma cosa del genere MS ne ha fatte diverse ;-) a favore delle
proprietarie MFC. Ma sul fatto che il compilatore di per sé non supporti
il linguaggio standard, ci andrei piano - tra l'altro, il C++ di GNU è
stato per lunghissimo tempo decisamente più indietro, se proprio vogliamo
fare paragoni :-P
Ciao.
--
Marco Ermini
http://www.markoer.org
Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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