[Discussioni] domanda sugli standard
Marco Ermini
markoer a markoer.org
Gio 9 Set 2004 11:57:56 CEST
<quota chi="Giacomo Cosenza">
>> Qui la tua definizione è carente. Il fatto che uno standard sia coperto
>> da
>> brevetto non significa che non sia liberamente adottabile.
> può il detentore del brevetto cambiare posizione in futuro? In altre
> parole, dato che il detentore del brevetto ha la completa proprietÃ
> sullo stesso, è possibile che dopo avere acconsentito al suo
> sfruttamento da parte di terzi poi ci ripensi?
>>
>> Giusto per fare un esempio, un gruppo di società ha appena presentato
>> uno
>> standard in grado di utilizzare il WiFi a 135 Mb/s. Ovviamente lo hanno
>> brevettato, ma hanno anche detto che sarà liberamente disponibile ed
>> utilizzabile da chiunque senza dover pagare nulla.
> vedi sopra.
[...]
> il rischio è che il brevetto di uno standard sia un *vincolo intrinseco*
> alla sua libera implementazione. tale vincolo, temporaneamente
> rilassato, può essere reintrodotto successivamente?
>
> E' una domanda, non una affermazione.
</quota>
Premettendo che non conosco la risposta "formalmente corretta" alle tue
domande, ti ripeto la stessa cosa che ho detto a Galoppini: serve a poco
incentrarsi sul formalizzare a priori un processo che invece subisce le
tortuose vie della realtà.
Parafrasando Hegel, le definizioni sono la nottola di Minerva che si libra
solo sul far della sera... ;-)
Quello che voglio dire è che bisogna vedere qual è l'interesse delle
suddette società. Probabilmente, essendo un consorzio di chipmaker, hanno
già realizzato qualcosa, e chi implementa i prodotti che usano questi chip
(i costruttori di Access Point WiFi, per capirci) non ha interesse a
creare nuovi chip per conto proprio, quanto piuttosto a sceglierne tra uno
di quelli proposti delle società che hanno proposto lo standard e
comprarli già fatti (come in effetti avviene: ad es. il chip Broadcom lo
ritrovi in decine di marche di schede WiFi diverse). Forse, le società
produttrici di chip hanno più interesse a non sprecare lavoro di ricerca e
a non dover inseguire la proposta altrui, che non a proporre standard
alternativi.
In ogni caso, finché i motivi per cui lo standard viene reso pubblico
persistono, non c'è ragione per cambiare.
Ciao.
--
Marco Ermini
http://www.markoer.org
Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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