[Discussioni] domanda sugli standard

Roberto Galoppini galoppini a acmesolutions.it
Gio 9 Set 2004 13:40:21 CEST


Marco Ermini wrote:

><quota chi="Roberto Galoppini">
>[...]
>  
>
>>>Qui la tua definizione è carente. Il fatto che uno standard sia coperto
>>>da
>>>brevetto non significa che non sia liberamente adottabile.
>>>
>>>      
>>>
>>No, ma è molto probabile, in quanto per poter essere conforme al
>>criterio descritto oltre al royalty-free è necessaria anche la libera
>>modificabilità: l'ipotesi che qualcuno brevetti qualcosa per poi
>>rilasciare a terzi tutti i diritti esiste, ma in generale è piuttosto
>>remota (è giustificata infatti solo quando partecipare a un club
>>tecnologico che implementi tale specifica risulti più vantaggioso).
>>    
>>
>
>Mi sembra che vi stiate concentrando molto su aspetti formali a priori,
>che hanno poco senso in quanto la realtà è molto più complessa:
>bisognerebbe per prima cosa avere una visione dei processi reali, e poi
>casomai cercare di formalizzare quelli.
>
>Il fatto è che in molti ambiti (e questo vale *soprattutto* per gli
>standard) non ha senso quella che tu chiami la "modificabilità". Uno
>standard è utile in quanto è un punto di riferimento e quindi non cambia:
>che senso ha poter modificare l'HTTP 1.1? ha senso soltanto la libertà di
>poterlo utilizzare ed implementare liberamente.
>
Le IPR policy di W3C, IETF e OASIS, tanto per citare alcuni corpi di 
standardizzazione, prevedono esplicite regole per la gestione delle 
modificabilità (estensioni, etc), segno che l'argomento è sentito.
Al riguardo la FSF ha da tempo segnalato la propria posizione circa le 
restrizioni all'uso che il W3C cosente di porre a chi detiene diritti 
esclusivi <http://www.mirror5.com/philosophy/w3c-patent.it.html>

>Comunque, i casi in cui degli standard vengano definiti da alcune società
>e resi liberamente utilizzabili non è affatto rara: è quello che succede
>praticamente con tutte le RFC e con tutti i protocolli di rete (proprio
>perché è nell'interesse generale che la concorrenza si incentri
>sull'implementazione).
>
Sono casi appunto in cui la partecipazione al club è ritenuta necessaria 
dagli stessi vendor; il fatto che in pratica ogni RFC sia royalty-free 
non significa che non possano adottare formule RAND, esplicitamente 
previste anche dall'attuale policy, che impedirebbero implementazioni 
rilasciate con licenze libere.

Rob Galop




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