[Discussioni] Openn source - Stallman - free software

Marco Ermini markoer a markoer.org
Gio 9 Set 2004 14:03:03 CEST


<quota chi="Michele Sciabarra'">
[...]
> No, Java li ha. Ma in misura molto minore. Con Perl o Python ti trovi
> che in una distro c'è un modulo che in altro non c'è, o ti trovi
> versioni di moduli con Api platealmente incompatibile. Con Java ti
> ritrovi al più metodi deprecati, o bug (ma che vengono riconosciuti come
> bug, e presto o tardi (sempre troppo tardi per quanto te ne accorgi
> sigh)) di incompatibilità che fanno funzionare p.e  funzionare, una app
> con jdk 1.3 e non funzionare con la 1.4.
</quota>

Questi però non sono strettamente problemi di compatibilità. Una app
certificata per una certa JDK funziona con quella. A me è toccato
rintracciare nei modi più disparati la versione 1.4.1_06 per Solaris Sparc
8 a 32 bit... perché la tale applicazione era certificata per quella JDK.
Spesso però sono problemi più che altro "formali" o di "responsabilità
politica" - se esci fuori dal seminato e l'app non funziona, vengono a
cercare te... altrimenti vanno a cercare il fornitore... ecc.



<quota>
> A volte sono bug del programma
> (errata interpretazione della API) a volte della nuova versione. Ma nel
> complesso Java, come Windows, cercando di mantere un "filo conduttore",
> e perché è sotto il controllo di una unica entità.
>
> Linux  (il kernel) è sotto il controllo di Torvalds, ma non ha potuto
> (per licenza) impedire che ci fossero (perché questo sono) dei fork del
> kernel fatti da RedHat Suse etc. E sono perfino più diffusi del kernel
> ufficiale di linux.
</quota>

No, contesto decisamente il fatto che RedHat o SuSE facciano dei fork: è
semplicemente falso.

Che i loro kernel siano più diffusi è ovvio: loro forniscono la distro
alla stragrande maggioranza degli utenti.

Però il discorso non è così semplice. Chi prepara la tal versione di
kernel per la tale distro è sempre qualcuno che comunque lavora
professionalmente e quotidianamente sul kernel, e non è che si inventano
chissà cosa; quello che fanno è semplicemente la stessa cosa che fanno
TUTTI gli informatici professionisti, ovvero: implementano le richieste
del marketing. (mi sento un po' Dilbert nel dire questo... però è vero
;-). Se i tuoi clienti vogliono una distro con i pthread tu rilasci un
kernel che li supporta; se hai problemi legali con l'NTFS non compili quel
tal modulo nel tuo kernel - questo però non vuol dire che RedHat o SuSE
fanno dei fork. RedHat e SuSE in ogni caso sono allineati con la versione
di Torvalds (i dipendenti RedHat la chiamano "mainstream kernel") ed
applicano delle patch alla versione prescelta; la gran parte delle volte è
un backporting alla versione stabile di una feature presente nella
versione sperimentale o in una stabile successiva a quella prescelta. E
comunque è una prassi che tende a diminuire: uno degli obiettivi di RedHat
Fedora è *deliberatamente* essere quanto più possibile aderente alla
versione mainstream del kernel.


> Mentre Sun ha potuto impedire che fosse chiamato
> "Java" la JVM alterata fatta da Microsoft. Quello che peraltro cerca di
> fare anche red hat con le varie versioni del suo sistema.

Perdono: questa affermazione non l'ho compresa.


> Ma che non si può dire in genere di "Linux" inteso come
> l'unione di tutte le versioni di tutte le distro (mentre lo si può dire
> di "Java" o di "Windows", e anche di "RedHat" (dico di quello perché
> conosco quello)).
>
> Il discorso quadra? E' un concetto anche di comunicazione verso chi, è
> il grande pubblico, si fa impressionare dal fatto che è Java 5 e non
> Java 1.5 ed è solo un rename.

Cioè, adesso il discorso si è spostato sul fatto che c'è chi identifica
"RedHat 9" con "Linux versione 9"? dico sul serio: non ho capito questo
ultimo discorso.

Il discorso precedente, sul fatto di avere delle distro "consistenti"
rispetto alle applicazioni, l'ho capito ed in parte lo condivido, anche se
con i distinguo circa le indicazioni tecniche che hai dato.


Ciao.
-- 
Marco Ermini
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Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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