[Discussioni] Openn source - Stallman - free software

Marco Ermini markoer a markoer.org
Mar 14 Set 2004 14:23:49 CEST


<quota chi="Michele Sciabarra'">
>
>>No, contesto decisamente il fatto che RedHat o SuSE facciano dei fork: è
>>semplicemente falso.
>>
> Prendiamo i fatti. Scarichiamo il .src.rpm di un kernel di redhat linux.
> Dentro ci trovi un kernel ufficiale + CENTINAIA DI PATCH, molte dei
> backport di founzioni dei kernel di sviluppo, ma alcune specifiche di
> redhat che vengono perfino "dimenticate" di essere inviate a torvalds.
</quota>

A me questo non risulta affatto. Le patch sono sempre: 1) backport di
funzionalità e 2) bugfix per problemi presenti nel bugzilla di redhat. Di
"proprietario" o di "dimenticato" non ci vedo nulla. Se hai degli esempi
da mostrarmi ti sarò grato e li guarderò.


> Io una versione divergente dalla mainline la chiamo fork. Non so come la
> chiami tu. Ma quella è. kernel-2.4.21-20 di RHEL è un fork di
> kernel-2.4.21 ufficiale.

Non è un fork, perché poi esce il 2.4.24-XX, il 2.6.6-XX eccetera. La
redhat aggiunge il -XX ma non sviluppa una versione indipendentemente. Il
suo kernel è sempre una versione mainstream diversificata.

Sarebbe fork se partisse da una certa versione per iniziare una *sua*
versione con una *sua* numerazione. Ma non è così: le versioni partono
tutte dalla mainstream. Anche perché sarebbe anti-economico fare
diversamente (è dove il FOSS vince... nello sviluppo comunitario).

E comunque, ti ripeto: la cosa andrà tendenzialmente a ridursi, visto che
Fedora non ha le risorse per gestire dei "kernel redhat" (e non ha senso
farlo, per la filosofia del progetto), e visto che la gente userà sempre
più Fedora e sempre meno RedHat EL.


> E la maggior parte della gente usa dei fork del
> kernel ufficale. Che poi non proseguano per la loro strada ma presto o
> tardi ripartano forkando un kernel-2.5.30 (fanno un merge) non significa
> che tecnicamente non si tratti di un fork.

Invece significa proprio questo :-)

Inoltre, le patch di RedHat vengono utilizzate ed integrate nei kernel
mainstream. Al massimo lo puoi vedere come uno "sviluppo parallelo" ma
tutto ritorna "al pubblico".


>>Che i loro kernel siano più diffusi è ovvio: loro forniscono la distro
>>alla stragrande maggioranza degli utenti.
>>
>>
> Appunto confermo che la maggior parte della gente usa dei fork del
> kernel.

No, ormai no. Usa Fedora, quindi usa praticamente kernel mainstream. E non
sarebbe un fork comunque :-)


> E che se metti un kernel vanilla su una redhat varie cose della
> distro non funzionano... Ed è un fatto.

Per forza. Stai usando male la tua distro. Quando ti certifichi RHCT o
RHCE non ti spiegano certo come installare kernel vanilla...

Un consiglio che dà Murphy: "quando tutto fallisce, leggi le
istruzioni"... spiegalo ai tuoi "sistemisti Unix capaci ed intelligenti",
che esiste tanto di documentazione a proposito.

E d'altronde, se i clienti di RH vogliono le ACL su ext3 o il tunnelling
CIPE, oppure per motivi di licenza non puoi includere il modulo NTFS, mi
sembra sensato adoperarsi in tal senso - si chiama "legge del mercato".


> E mi tocca spiegare, a
> sistemisti Unix capaci  e intelligenti peraltro, perché "ma io ho
> compilato il kernel preso da kernel .org, l'ultimissima versione (di
> solito quella del ramo instalbile) perché non funziona????".

Sono sistemisti Unix capaci e intelligenti, ma sistemisti RedHat
incompetenti e stupidi. Le società serie, quando cercano sistemisti
Solaris, pretendono la certificazione Sun. Da un po' di tempo, le società
serie che cercano sistemisti RedHat, cominciano a pretendere la
certificazione RedHat. Visto certi episodi, non mi sembra sbagliato.


>>>Mentre Sun ha potuto impedire che fosse chiamato
>>>"Java" la JVM alterata fatta da Microsoft. Quello che peraltro cerca di
>>>fare anche red hat con le varie versioni del suo sistema.
>>>
>>>
>>
>>Perdono: questa affermazione non l'ho compresa.
>>
>>
> Redhat difende il marchio RedHat con le unghie e con i denti.

Bah... con le unghie ed i denti. Come fanno tutti :-)


> Vende il "red hat"  enterprise. Che sia Linux è un dettaglio.

Hai capito male. RedHat non ha certo paura a scrivere "Linux" o "GNU".
Sono stati e sono tra i maggiori sostenitori del software libero. Oltre
che dello sviluppo aperto.

Tanto da rendere pubblicamente disponibili persino i draft delle loro
nuove proposte alla comunità. Ti quoto una mail di Havoc Pennington di...
giusto ieri :-)

"Hi,

Red Hat engineering is starting a new project we're calling
"stateless Linux" for lack of a better name - some components of this
are already in Rawhide, and others will be appearing shortly.

We've been keeping the project a little bit quiet at first, but now
we've written it up in some detail:

 - an overview document, available from
   http://people.redhat.com/~hp/stateless/

 - a HOWTO document and a couple associated RPMs, available from
   http://people.redhat.com/dmalcolm/stateless/

There aren't many new RPMs for this, because stateless Linux isn't a
single codebase or package, it's a set of changes across the
distribution (you might think of it as a "philosophy"). Most of the
changes are already in Rawhide (the highlights are mentioned in the
StatelessLinux.pdf document).

Appreciate feedback, especially from anyone who has time to try out
the HOWTO. We expect the code to change quite a bit as issues and
suggestions come in.

Havoc"


Quello che ha fatto RedHat è stato semplicemente di cambiare branding.
"RedHat Linux" era il prodotto che vendevano fino alla versione 9 ("RedHat
Linux 7.3", "RedHat Linux 8", "RedHat Linux 9"). Adesso hanno "splittato"
in due prodotti, "RedHat Enterprise Linux" (hai visto che "Linux" c'è
ancora? :-) e "The Fedora Project". Il vecchio nome "RedHat Linux" è stato
deliberatamente abbandonato per sottolineare il cambiamento.

Comunque, sono tutte informazioni facilmente accessibili...


> Anche perchè strettamente è un sistema GNU/Linux/X11/Gnome costruito da
> RedHat.

Come tutti gli altri. Anche il Sun JavaDesktop è un sistema X11+GNOME+Java
messo insieme da Sun...


> E il marchio red hat è quello che fa vendere la soluzione, e,
> SOPRATTUTTO, è supportato dai vendor.

Beh, mi sembra una cosa giusta ed importante.


> Ho proposto una distro alternativa ad un mio cliente per alcuni motivi
> tecnici per un cluster che sto costruendo. Risposta: se mettiamo redhat
> abbiamo il supporto ufficiale del vendor del nas, se non lo abbiamo, vai
> TU a spiegare tu al consiglio di amministrazione che il vendor del nas
> si è rifiutato di supportare l'installato, perché non abbiamo montato il
> sistema operativo supportato. Commercialmente così è.

A me sembra che il tuo cliente ragioni meglio di te... sicuramente ha la
testa sulle spalle :-)

RedHat fornisce una soluzione di clustering - e ricorda che Piranha e 
Beowoulf nascono da RedHat.

Comunque, sono tutte informazioni facilmente accessibili via web...


>>Cioè, adesso il discorso si è spostato sul fatto che c'è chi identifica
>>"RedHat 9" con "Linux versione 9"? dico sul serio: non ho capito questo
>>ultimo discorso.
>>
>>
> Il discorso è che non esiste il sistema operativo Linux contrapponibile
> al sistema operativo Windows o Mac, con le stesse caratteristiche che
> hanno windows o mac. Esistono al più i sistemi operativi RedHat, Suse,
> Mandrake, Debian e mille altri che sono contrapponibili in termini di
> compatibilità binaria a Windows e Mac. E l'utente finale deve procurarsi
> l'rpm per Redhat (anzi ultimanente fedora che è una cosa, e rhel che è
> un'altra) e non genericamente il binario per Linux, che non esiste
> (mentre esiste per windows o mac). Il fatto che sia fattibile non
> significa che sia ampiamente disponibile. A parte i driver per l'nvidia
> o l'installer per mozilla, in generale  se un sw non è nella distro o ti
> compili i sorgenti o trovi l'rpm/deb esterno giusto o non lo usi.

Sono d'accordo sul fatto che possa essere una necessità, come ti ho già
detto, e vedo che ci sono dei progetti per venire incontro a questa cosa.

Però devi stioccarti nella capa ;-) che nel mondo Unix in generale e nel
mondo Open Source ancora più in particolare, quello che conta è che un
programma sia scritto in C o che in ogni modo si possa
ricompilare/reinterpretare su un "dialetto Unix" diverso. La necessità di
compatibilità binaria è nata quando la prima azienda ha perso i sorgenti
dell'applicativo fatto dal consulente che è stato mandato via dopo sei
mesi e che li ha cancellati per dispetto ;-)

Inoltre, *per me* l'amministrazione di sistema e la consulenza informatica
professionale debbone essere fatti da sistemisti ed informatici
professionisti, non da smanettoni che ricompilano kernel vanilla senza 
sapere che cippa stanno facendo, o da avventurieri che propongono a grossi
clienti soluzioni esotiche e non supportate. IMHO, così si rischia di
smerdare il nome dell'Open Source utilizzandolo male. Nell'Open Source ci
sono le soluzioni di cui il cliente ha bisogno, però bisogna saperle
proporle e scegliere.

(Se un politico propone finalmente l'albo degli informatici... ha il mio
voto).

I miei 5 centesimi, ovviamente.


Ciao.
-- 
Marco Ermini
http://www.markoer.org
Dubium sapientiae initium. (Descartes)
root a human # mount -t life -o ro /dev/dna /genetic/research
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