[Discussioni] Confutazioni punto per punto

Michele Sciabarra' msciab a eprometeus.com
Gio 30 Set 2004 00:01:30 CEST


Dunque...

>E allora? E tutte le volte che il circolo virtuoso non si crea (che
>possono pure essere la maggioranza) ? 
>
...

>Si sarebbe bello, questo come un sacco di altre cose (ad esempio
>software ben scritto e libero, indipendentemente da come e` stato
>scritto, se da un individuo o da una comunita`).
>  
>
...

>Nel caso specifico inoltre il fatto che sia "open source" non garantisce
>affatto che i progetti non diventerebbero lo stesso 10000. Non so piu`
>neanche io quante versioni di CMS ho visto a giro... tutte rigorosamente
>"open source", sviluppate comunitariamente, ecc.  
>  
>
...

>Ci vorrebbe appunto anche la capacita` di coordinarsi delle singole PA,
>la volonta` di collaborare e riusare, ecc. Tutte cose altre rispetto al
>modello di sviluppo, e che non necessitano affatto, come lo stesso
>Fuggetta giustamente sottolinea, che il software sia libero, dato che le
>PA hanno gia` la possibilita` di riusarlo essendo detto software
>comunque di loro proprieta`. 
>  
>
...

>Tutte cose che richiedono investimenti, competenze, conoscenza. Pensare,
>come molti fanno, che basti mettere il software "open source" per
>ottenere schiere di programmatori che te lo sistemano gratis e` un
>messaggio fuorviante e per questo assolutamente sbagliato (oltre che
>facilmente smontabile).
>  
>
...

>Che il successo sia proporzionale alla dimensione di una comunita` non
>e` vero, e` solo una tua opinione. Ci sono software estremamente validi
>e di successo scritti da una sola persona o da piccole comunita` chiuse.
>Il fatto che in certi casi possa andare come dici tu non e` un criterio
>sufficiente a dimostrare che questo debba essere vero in generale. Usare
>una argomentazione come questa per promuovere l'uso del software libero
>significa usare una argomentazione facilmente (e giustamente)
>contestabile.
>  
>
...

>Inoltre anche nei progetti che citavi non mi pare affatto che il 
>circolo funzioni nella maniera in cui lo descrivi, per quanto riguarda
>apache mi pare siano quanto mai rigidi nella selezione di chi ha le
>competenze sufficienti per poter scrivere codice del progetto, e questa
>cosa che ci sia una ricerca di migliorare il codice per abbassare la
>soglia di ingresso di chi puo` scrivere non capisco da cosa la derivi;
>per quanto riguarda lo sviluppo di linux (il kernel) di certo non e`
>cosi`, anzi i miglioramenti richiedono casomai piu` competenze, non
>meno.
>  
>
...

>
>Anche come l'hai riespressa per me resta debole, la sola argomentazione
>veramente ineccepibile che con il software libero questo tipo di
>processo e` possibile, con il software proprietario no. 
>
...

>Che poi debba
>andare cosi` e che questo sia un vantaggio in tutti i casi non e`
>assolutamente scontato. Le ragioni per privilegiare l'uso di software
>libero nella PA sono altre, che derivano appunto dal concetto di
>liberta` non dal fatto di avere i sorgenti (che di questo e` una
>conseguenza).
>  
>
...

>Un concetto che in soldoni poi significa parita` di accesso,
>indipendenza dal produttore, possibilita` (solo possibilita`, non
>automaticita`) di espansione e riutilizzo da parte di tutti (e non solo
>delle PA).
>  
>
...

>Il software libero e` nato perche' c'erano i motivi politici, i vantaggi
>tecnici sono venuti molto dopo. Da scienziato l'ho sempre usato perche'
>ne potevo conoscere (e verificare) il funzionamento. Da tecnico lo ho
>sempre addottato per le liberta` (di copiare e installare a piacimento)
>che mi dava, non per i vantaggi tecnici che in molti casi non aveva.  Da
>imprenditore lo uso in maniera esclusiva per i vantaggi strategici
>(leggi indipendenza) che offre. 
>  
>
...

>Il valore dell'"open source", per scelta di chi ha vuole usare questo
>termine, *non vuole* essere politico, anzi, si cerca proprio di metter
>da parte questi aspetti. 
>
>Io pero` parlo di sofware libero e dell'open source, nel senso del
>modello di sviluppo descritto da Raymond (ed ampiamente smentito da
>parecchi studi), e dei suoi presunti vantaggi tecnici mi interessa ben
>poco. Il fatto che un modello di sviluppo aperto (che ha funzionato bene
>nei tre casi citati, male in altri e non sia stato per niente adottato
>in altri ancora) possa dare dei vantaggi non e` un dato di fatto. Certo
>che i tre casi che citavi sono un risultato anche tecnico, e chi ha mai
>detto il contrario. Ma c'e` stato un tempo in cui non erano tecnicamente
>rilevanti (linux svariati anni fa) o lo erano molto piu` di ora (mozilla
>quando era netscape ed era l'unico browser) indipendentemente dal fatto
>che fossero liberi o open source.
>
>Quello che ho detto io e` che nel caso della scelta delle PA il
>significato politico, quello che concerne l'indipendenza dal produttore,
>l'utilizzo locale delle risorse, la rimessa a disposizione di tutti
>degli investimenti effettuati, deve essere primario. 
>
>Non ho mai detto che ci sia solo questo, solo che questo significato
>deve venire prima di quello tecnico, specie se si parla di software
>libero, visto che sono le liberta` e le garanzie che questo fornisce
>(cioe` il suo aspetto piu` "politico") a rendere possibile il suo
>sviluppo anche sul piano tecnico.
>  
>
...

----------

Io ho solo detto all'inizio:

 >La mia preferita "le PA non giovano dall'Open Source perché sono già 
proprietarie del software su commessa sviluppato per loro".
 >La mia contro argomentazione "siccome il codice Open Source manifesta 
una maggiore qualità e manutenibilità per la sua >stessa natura di 
essere Open, e quindi scritto per essere letto e modificato da altri, 
mentre il sw closed di solito ha una qualità >che va dal pessimo 
all'orrido (specialmente quello fatto su commessa per un cliente che si 
vuole prendere al laccio), di fatto le >PA beneficerebbero dal 
richiedere processi open source nello sviluppo del loro software, invece 
di chiederne semplicmetne di >esserne proprietarie senza controllo".

tu hai appena detto (tra l'altro)

Anche come l'hai riespressa per me resta debole, la sola argomentazione
veramente ineccepibile che con il software libero questo tipo di
processo e` possibile, con il software proprietario no. 

Quindi mi sembra (sembra anche a voi?) che dopo diecimila parole 
quantomeno mi hai dato ragione sulla POSSIBILITA' espressa al mio primo 
post... che era peraltro l'unica mia intenzione; con il sw libero 
(scusate se a me piace il termine "open source") è POSSIBILE (ma non 
garantito) ottenre un codice migliore, con i processi descritti da Eric 
Raymond, e un maggior riuso.

E con questo la chiudo qui, mi sto seriamente preoccupando di come basti 
mezza mia parola (sbagliata o storta che sia) per un flame di dimensioni 
planetarie. Evidentemente non ho il dono di saper comunicare con 
pacatezza ed equidistanza, anche se è sempre stata una mia aspirazione.

Saluti.




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